C'è un nuovo indirizzo a Roma per chi cerca sapori sorprendenti e atmosfere fuori dal comune. Si chiama Myto e si trova in via Arenula. Ma chiamarlo semplicemente ristorante sarebbe riduttivo: è un’esperienza completa, che unisce la cucina asiatica più sofisticata con un’idea innovativa di intrattenimento. Il primo assaggio lo si ha ancora prima di entrare, grazie alla vetrina della ravioleria a vista che affaccia sulla strada: un invito a scoprire l’arte della pasta fresca, racchiusa in un guscio sottile che racchiude un mondo intero.

Gli spazi di Myto
Dietro questa idea audace ci sono tre protagonisti: Francesco Hong, imprenditore con radici asiatiche e lunga esperienza in sala, lo chef globe-trotter Ye Lingjun e il sushi man Alex Zhang. Insieme hanno dato vita a un progetto dalla doppia anima, che racconta l’Asia più contemporanea attraverso un menu senza confini e uno spazio pensato per vivere momenti diversi, dal pranzo alla frenesia notturna.
Un locale, tante storie da vivere
La firma dell’architetto Fabio La Commara si legge in ogni dettaglio. Myto è un ristorante su due piani, dove ogni ambiente sembra raccontare un film diverso. Al piano terra, la grande sala centrale accoglie gli ospiti con un design di respiro cosmopolita: ampi volumi, tocchi industriali, specchi, cromatismi audaci e un maestoso lampadario su misura che cattura lo sguardo. Ogni elemento è pensato per sorprendere, senza mai risultare invadente.

I tavoli di Myto
Il locale alterna spazi più intimi ad ambienti conviviali, perfetti per vivere la serata dall’aperitivo allo show cooking, passando per le cene a tema, le performance live e persino l’immancabile karaoke, icona indiscussa del divertimento made in Japan. Il tutto senza mai cambiare indirizzo.
Il menu: libertà creativa e radici autentiche
Il cuore di Myto batte forte in cucina. A guidarlo è lo chef Ye Lingjun, che costruisce un racconto gastronomico ispirato alle cucine di Cina, Giappone, Corea e Thailandia. Il menu è un mosaico in continuo movimento, dove ogni piatto diventa tappa di un itinerario sorprendente tra profumi e consistenze, con una ricerca costante sull’equilibrio e la qualità delle materie prime.
Tra i protagonisti troviamo piatti come l’Omu-rice, una nuvola di omelette che avvolge riso saltato con capasanta e salsiccia stagionata francese, o i Cheung Fun, sottili cannelloni di riso ripieni di gamberi ed erba cipollina. Il Pad Thai arriva dalla tradizione thailandese ma si arricchisce di mandorle e verdure croccanti, mentre il Tom Yam si trasforma in una versione ramen con latte di cocco e citronella.

Il bancone di Myto
La Corea si fa sentire con il Bibimbap - riso caldo mescolato a verdure, uovo e vitello - e naturalmente con il Kimchi, protagonista per il suo sapore deciso e le proprietà benefiche. E non manca un omaggio allo street food giapponese con il Katsu Sando, sandwich di morbido shokupan ripieno di cotoletta di Wagyu e salsa tonkatsu alla senape.
I Dim Sum di Myto
Il capitolo più spettacolare del menu è forse quello dei Dim Sum, preparati a vista con una varietà di forme, colori e farciture che stupiscono sia alla vista che al palato. I Gyoza sono reinterpretati in chiave creativa, pur restando fedeli allo spirito della tradizione cinese.

I dim sum di Myto
Si trovano in versioni lussuose con aragosta, capasanta o Wagyu, mentre i ravioli cristallo - chiusi quando l’impasto è ancora caldo e trasparente - meritano una menzione speciale. A breve, anche una proposta completamente senza glutine, segno di un’attenzione sempre più consapevole verso le esigenze di tutti.
Myto: più che un ristorante
Myto non è solo un locale dove si mangia bene. È un luogo che invita a restare, a lasciarsi sorprendere, a vivere la serata come un’esperienza a tutto tondo. Qui la cucina asiatica non è un’esotica concessione, ma una lingua viva e contemporanea, che parla di creatività, identità e libertà. Un indirizzo che Roma aspettava da tempo. E che adesso, difficilmente si dimenticherà.
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