Commutazione di stato, e auspicabilmente anche di ruolo, sul Matese. Parentesi non breve: cosa è il Matese? Il Matese è uno spettacolare massiccio montuoso che dipana le sue vette e le sue valli tra il Molise e la Campania. Terra di brigantaggio, ha bellezza selvatica. L’apparenza è ostica ma, appunto, è solo apparenza. In fondo e in sostanza, la sua è ritrosia a mostrarsi, sorta di pudore e di timidezza. Il forestiero è anche bene accetto ma non aspettatevi che riceva collane di fiori e bandistiche note musicali. È fuori dai circuiti turistici, l’eventualità dell’overtourism, al momento e chissà per quante stagioni ancora, è remota. Parentesi chiusa.

Masseria Reale: la sala
Matese, il Parco Nazionale prende vita
Di quale commutazione di stato e di ruolo stiamo parlando a proposito del Matese? La notizia è ghiotta: da pochi mese il Parco Regionale del Matese ha cessato di esistere semplicemente perché (eccoci alla commutazione!) è diventato Parco Nazionale: Parco Nazionale del Matese con tutto quanto ne consegue in termini di potenzialità per accorto sviluppo turistico. Dal versante campano il Matese lo si affronta dolcemente partendo dal suo campo base: la vivace Piedimonte Matese. A salire, si attraversa Castello Matese e poi, continuando la docile arrampicata (in auto, ovviamente) si giunge al grazioso borgo di San Gregorio Matese. Ancora qualche tornante e siamo ai mille metri. Nel mese di luglio il fresco nell’ora crepuscolare tende al freddino (per tacere della notte, laddove il freddo richiede il piumone a letto). Insomma, il caldo torrido delle città di pianura è solo un minaccioso ricordo.

Masseria Reale: il pascolo ovino
Siamo nei pressi della località Miralago. Le condizioni a contorno abilitano l’illusione di un mangiare bene che sia verità di default. Purtroppo, e ci cruccia doverlo ammettere, non è esattamente così. Ancora prevalente il matching perdente tra una domanda tipica del turista gitante del tipo "fammi mangiare che mi dai parvenza del cibo genuino di qua, dimmi che il vino è della casa e fammi spendere poco che non vedi siamo in tanti" e un’offerta del tipo "accomodatevi, piatti abbondanti, servizio alla buona da non mettervi in soggezione, state più che tranquilli che qui non avveleniamo nessuno e poi, caffè e amaro a fine pasto sono offerti da noi". Scenario tendente al desolante, come desolati e perciò anche desolanti sono alcuni i palazzoni costruiti negli anni Settanta dello scorso secolo volti a fungere da casa vacanza per settimane bianche di quando qui in inverno la neve cadeva copiosa e le piste da sci erano funzionanti. Ma il cambiamento climatico non è un’invenzione, ahinoi. E poi, la fulgida, forse più unica che rara, perla di una ristorazione di livello alto.
Masseria Reale, cucina autentica del Matese
Siamo a Masseria Reale: agriturismo con otto posti letto, piccolo caseificio con suo shop e, soprattutto e innanzitutto, ristorante da non perdere.Ampia la sala interna con camino. Pregevole il dehors. Qui il dettame, sovente trascurato, dell’agriturismo che nella sua cucina lavora in prevalenza prodotti interni è osservato con spiccata naturalezza. All’amorevole ed articolato lavoro, l’orto, il pascolo, l’ovile, la cucina, la sala, le camere ed altro ancora, si dedica la famiglia D’Abbraccio con Maria, biologa di professione, a supervisionare il tutto e a palesarsi in sala, quando può, onde innescare valore alla presentazione delle proposte.

Masseria Reale: Frittata
Potremmo cominciare senza il dovizioso antipasto, l’Antipasto Reale, che Maria sa proporci con suadenza? La risposta è: sì! Sì, potremmo, anzi dovremmo, cominciare il nostro pranzo senza partire dall’antipasto e però la prossima volta. Tagliere di formaggi e salumi matesini, con una successione di assaggi che Maria sa suggerirci. Prima del primo formaggio, insomma sorta di amuse-bouche, la ricottina ovina fatta la mattina stessa. Il prode e prezioso casaro è il papà di Maria.

Masseria Reale: Ravioli
E l’antipasto, davvero dovizioso e squisito, è terminato. Ma non è vero! Ma quando mai! Si è golosamente esaurito quanto posto sul tagliere, ma l’antipasto inteso come portata comporta deliziarsi ancora con lavorazioni succulente, fritte e no, degli ortaggi dell’orto di casa fino a concludere con un intingolo di fagioli matesini che, affermazione ben sciente, da solo varrebbe il pranzo.

Masseria Reale: Tagliatelle
In caraffa l’acqua della fonte. Gagliarda l’idea di fondo di Maria circa l’offering dei vini. Al netto di qualche valida etichetta campana, gli altri vini, quelli fuori regione, sono stati selezionati secondo cutoff originale: l’altitudine dei vigneti. Sopra i 600 metri slm sono valutati ed eventualmente inseriti in carta, sotto non se ne parla nemmeno. Non ci si sottrae alla degustazione di due primi fatti in casa: tagliatelle e ravioli, entrambi eccellenti ed entrambi atti ad enfatizzare i sapori locali, tartufo scorzone incluso.

Masseria Reale: Polpette caso e ova
Memorabili ed imperdibili le polpette cacio e uova, fatte con mollica di pane raffermo, formaggio ovino, aglio, prezzemolo; il collante è dato dalle uova del pollaio interno. La polpetta viene prima fritta e passata nella salsa di pomodoro. Emozionante la parentela, evidentemente generatasi con avite transumanze, con le polpette cacio e uova del non lontano Abruzzo. Eccellente anche l’agnello: saporite le sue carni, lodevole la tecnica di cottura, encomiabile la patata matesina in accompagnamento. Molto buona la crostata di fichi, a compimento di sì dovizioso e saporito pranzo. Conto di commovente onestà.