La Ciociaria vanta da sempre un fascino spesso trascurato, tra borghi medievali, abbazie e parchi contaminati. Una zona che già dal Medioevo rappresentava il motore delle campagne laziali grazie ad una posizione strategica, non lontana da Roma, e un ventaglio paesaggistico e di risorse non di poco conto. Tra le varie dimore medievali ciociare c’è la Torre Mola Colonna, una struttura risalente al 1100 che grazie agli sforzi e agli investimenti della Famiglia Recchia, è stata recuperata a partire dal 2023 per ospitare Locanda La Torre. Un’insegna che rende omaggio al territorio, alla sua tradizione culinaria e alla tipica accoglienza che contraddistingueva le locande medievali, attraverso piatti sinceri pensati dagli chef Federico De Angelis e Antonio D’Antonio e realizzati con prodotti del territorio.

All’interno della dimora di Torre Mola Colonna, nel 1899 nacque Maria Righetti, madre del celebre Alberto Sordi
Locanda La Torre: la struttura
Per raccontare il fascino che si respira all’interno di queste mura medievali non si può non iniziare con un piccolo aneddoto. All’interno della dimora di Torre Mola Colonna, nel 1899 nacque Maria Righetti, madre del celebre Alberto Sordi. Un avvenimento per certi versi casuale, ma che oggi la Famiglia Recchia intende valorizzare. La struttura oggi richiama al fasto di un tempo, ma con una chiave di modernità sia nel design che nel concept. Entro la fine del 2025, infatti, la struttura si allargherà con 8 camere, un dettaglio che ancora una volta richiameranno all’idea di fondo: quella di evocare la tipica locanda che richiamava a se viaggiatori, cacciatori e forestieri delle zone limitrofe.

Locanda La Torre si trova nella Ciociaria (foto Alberto Blasetti)
Il ristorante si sviluppa su due piani nella torre medievale e fin dalle prime battute si percepisce un’accoglienza informale, ma elegante. Può ospitare fino ad un massimo di 60 coperti nelle stagione invernali e fino ad un centinaio nella bella stagione, grazie ad un ampio e suggestivo spazio esterno. Il design interno del locale riprende motivi e figure medievali tra giochi di sfumature tra legno, marmo e pietre medievali e centri tavola divertenti che rappresentano varie figure “dell’età di mezzo”.

Locanda La Torre: la mise en place
Lo staff e l’idea di Locanda La Torre
Una tendenza che in questo ultimo periodo viene portata avanti da diverse strutture è la cooperazione tra due chef, come nel caso di Locanda La Torre, e sono gli chef Federico De Angelis e Antonio D’Antonio ad accompagnare gli ospiti con le loro idee di cucina che trovano un equilibro nel valorizzare la tradizione contadina, l’attenzione alla sostenibilità e la lotta allo spreco. Gli chef, insieme all’aiuto della sous chef Maria Pontarelli, hanno dedicato cinque mesi allo studio del menu.

Locanda La Torre: lo chef Federico De Angelis (foto Alberto Blasetti)
«È da agosto che eseguiamo prove su prove, in accordo con la proprietà, per realizzare una carta che risultasse semplice e gustosa con la sfida di trovare dei produttori che coprissero il fabbisogno del ristorante con le loro produzioni artigianali, quindi molto spesso limitate in termini di quantitativi», racconta lo chef. Tra i fornitori ai quali quotidianamente si riforniscono si possono annoverare Scarchilli, con il suo Cacio di Morolo, Ara del Tufo per i salumi, Pellegrini per la carne e il pomodoro dell’azienda agricola Bracci.

Locanda La Torre: il sommelier Giulio Dal Monte
La sala è affidata al giovane e carismatico restaurant manager Mirco Cecilia insieme alla responsabile di sala Chiara Bruni. Un servizio attento e premuroso che non crea barriere con l’ospite grazie ad un linguaggio informale. La carta dei vini è realizzata dal sommelier Giulio Dal Monte e dopo un’attenta selezione che è trasversale, sia geograficamente che per la portata delle cantine, conta oltre 150 referenze ben custodite nella storica torre medievale accessibile direttamente dal ristorante.
I piatti di Locanda La Torre
Tra le proposte in carta, per iniziare è consigliabile una degustazione di salumi e formaggi che comprendono prodotti come il Culatello, la Pancetta di maialino nero casertano e formaggi come il Fiorino semistagionato e un Shropshire al Porto e uva di Corinto. Tra gli antipasti un altro must della casa è la Parmigiana di melanzane.
Locanda La Torre: Fini al pomodoro (foto Alberto Blasetti)
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Locanda La Torre: Fini al tartufo (foto Alberto Blasetti)
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Locanda La Torre: Paccheri di Gragnano ai 3 pomodori (foto Alberto Blasetti)
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Locanda La Torre: Gnocchi di patate con spuntature e salsiccia (foto Alberto Blasetti)
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Locanda Cannelloni tradizionali (foto Alberto Blasetti)
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Tra i primi piatti il cavallo di battaglia sono i Fini fini al pomodoro, chiamati anche “Maccaruni”, ovvero una sottile e antica pasta all’uovo realizzata da un pastificio selezionato di Aquino. Da consigliare sono anche gli gnocchi di patate con zucchine alla scapece e Grancacio di Morolo. Tra i secondi, non si possono non provare l’agnello alla scottadito e il filetto di maialino in crosta di guanciale.
Locanda La Torre: Burrata con datteri (foto Alberto Blasetti)
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Locanda La Torre: Parigiana di zucca (foto Alberto Blasetti)
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Locanda La Torre: Polpette al sugo (foto Alberto Blasetti)
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Locanda La Torre: Salsiccia e spuntature (foto Alberto Blasetti)
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Locanda La Torre: Sella di coniglio alla cacciatora (foto Alberto Blasetti)
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Locanda La Torre: Crostata alle visciole (foto Alberto Blasetti)
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Per concludere, prima di un tipico e locale Ratafia (liquore ottenuto da un infuso di amarene), il Tiramisù, realizzato espresso al tavolo, è il finale ideale. Ci racconta lo chef che per la messa a punto di questa ricetta, per rendere denso al punto giusto la crema al mascarpone ci sono voluti mesi. Una cucina sincera e ben realizzata che riesce nell’intento di metter in risalto la tradizione contadina e le tipicità ciociare, in un luogo vissuto e credibile, perfettamente riqualificato.