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In Sardegna

Dimentica i soliti ristoranti: in Gallura c’è un luogo che sembra uscito da un film

di Redazione CHECK-IN
10 agosto 2025 | 08:30

Dimentica la fretta, i menu plastificati, le playlist in loop. In Gallura, tra i profumi di mirto e le piazzette acciottolate di San Pantaleo, esiste un luogo dove tutto - dalla cucina al design - sembra parte di una sceneggiatura d’autore.

Dimentica i soliti ristoranti: in Gallura c’è un luogo che sembra uscito da un film

Il dehors di Casa Bohème

Si chiama Casa Bohème e non è un semplice bistrot, ma un progetto che mescola arte, vita e cucina con rara sensibilità. A firmarlo è Luca Guelfi, nome culto della ristorazione italiana, che qui ha scelto di tornare all’essenziale, dopo trent’anni trascorsi tra Milano, Ibiza, Courmayeur e Miami.

Il bistrot come atto d’amore

«È come un vinile, una raccolta dei brani più importanti della mia vita», racconta Guelfi. E in effetti Casa Bohème somiglia più a un diario aperto che a un locale. Ogni dettaglio, dagli arredi alla musica, è parte di un racconto emotivo che trasporta gli ospiti in un universo sospeso. Il bistrot si sviluppa su tre livelli all’interno di un palazzo ottocentesco affacciato sulla piazzetta della chiesa, cuore pulsante del borgo.

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Il piano superiore di Casa Bohème

Gli interni, firmati dall’architetto Gianmaria Torno, raccontano una bellezza fatta di atmosfere: pavimenti in graniglia a scacchiera bianco-rossa, travi in legno antico, lampadari degli anni ’20 e un maestoso chandelier di Venini che domina la sala come un’opera d’arte. Ma non è solo questione di estetica. Le pareti parlano con fotografie, poster, locandine, sculture e memorie visive di artisti locali. Persino i bagni diventano esperienza: qui scorrono in loop le immagini dei film di Stanley Kubrick, regista che ha ispirato profondamente Guelfi.

Una cucina senza copione fisso

Alla guida della cucina, l’executive chef Gianluca Rosano, italo-americano con esperienze tra Italia e Francia. Il menu non è fisso: ogni giorno si adatta, si reinventa, si lascia sorprendere dal mercato e dall’istinto creativo. È una cucina liquida, evocativa, sempre coerente con l’anima del luogo.

Si va dal polletto sardo al mattone al black cod marinato al miso, dalla fregola ai frutti di mare al foie gras, dalle pappardelle al ragù di cinghiale al ceviche di tonno. E poi ancora: stinchetto d’agnello, spaghetti con vongole, risotto giallo, catalane di scampi, insalate di bottarga e sedano. Un menu che non cerca la perfezione formale, ma l’emozione pura.

Un cocktail bar che racconta la Sardegna

Nel cuore del bistrot, tra libri e vinili, si apre anche un cocktail bar che non è semplice accompagnamento, ma parte integrante dell’esperienza. I signature drink reinterpretano i classici internazionali con botaniche isolane, spezie mediterranee e distillati artigianali. Ogni drink evoca un paesaggio, una brezza marina, un campo di mirto. La drink list cambia con le stagioni e dialoga perfettamente con le atmosfere del luogo.

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Il bancone per le ostriche di Casa Bohème

Per chi vuole proseguire la serata, il bar resta aperto fino alle due di notte, tra vinili, luci soffuse e live set che trasformano Casa Bohème in un rifugio notturno sospeso tra sogno e realtà.

Il segreto nelle profondità

Nel piano più nascosto si cela un vero speakeasy, ricavato in una cantina scavata nella roccia. Pareti e pavimenti in granito, luci basse, silenzio elegante: qui si scoprono etichette di vini e distillati da tutto il mondo, selezionati con cura e pensati per momenti di intimità e ascolto.

Il ritmo lento di San Pantaleo

Casa Bohème non è fatta per chi ha fretta. È un invito a rallentare, ad ascoltare. La musica - curata da Matteo Guelfi, figlio di Luca - accompagna ogni fase della giornata con playlist costruite per cambiare tono e colore a seconda dell’ora.

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La sala di Casa Bohème

La cucina è attiva ogni sera dalle 18 a mezzanotte. Ma il giovedì, giorno del celebre mercatino di San Pantaleo, e la domenica, il bistrot apre anche a pranzo, offrendo un’occasione perfetta per godersi la Gallura più autentica.

Una casa vera, con nomi e volti

All’ingresso, ad accogliere gli ospiti, c’è Barbara Pedrini, moglie di Guelfi ed ex volto del mondo della moda. Oggi è l’anima ospitale di Casa Bohème, con il suo tocco garbato, sorridente, autentico. Nulla è lasciato al caso, nemmeno l’accoglienza.

Un ritorno alle origini

Casa Bohème è anche un ritorno. Una scelta consapevole, quasi nostalgica, di uscire dal ruolo dell’imprenditore per tornare a essere un artigiano del cibo, come lo definisce Guelfi. «Passeggiare tra i tavoli, raccontare i piatti, ascoltare le persone. Questo è ciò che mi rende felice oggi».x

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Gli interni di Casa Bohème

Ed è proprio in questo borgo di pietra e luce, tra artisti, mercatini e tramonti galluresi, che Guelfi ha deciso di scrivere un nuovo capitolo. Non per il mercato, ma per sé.

Casa Bohème è un manifesto, un rifugio poetico, una dichiarazione d’amore per tutto ciò che è vissuto, personale, vibrante. È l’invito - gentile ma deciso - a vivere la ristorazione non come una performance, ma come una forma d’arte.

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