Due visioni, due maestri, due interpretazioni d’eccellenza della materia prima italiana e soprattutto una storia personale condivisa: l'origine campana. Sono Giuseppe D'Alessio, head chef di Settimo Roman Cuisine & Terrace, del Sofitel Roma Villa Borghese, e il collega Roberto Lepre, executive chef dell’HABITA79 Pompeii MGallery Collection. Con una cena a quattro mani hanno proposto la ricchezza e l’abbondanza delle due regioni che hanno insegnato più di altre la gastronomia, la Campania e il Lazio. Fino al 20 settembre la liaison gastronomica verrà riproposta ogni sera a beneficio degli ospiti dell'hotel e del pubblico romano a cena, nel verde e nel profumo delle piante di limoni.

La sala del Settimo Roman Cuisine & Terrace, del Sofitel Roma Villa Borghese
La liaison gastronomica tra Campania e Lazio
In questo rooftop romano con vista sulla cupola di San Pietro e sui giardini di Villa Medici, i due talenti si sono incontrati nei "Dialoghi di Gusto". Connettendo storie diverse, hanno offerto nello stesso in menu un percorso culinario che ha fuso, in un intreccio di visioni, equilibrio, eleganza e libertà creativa. Simbolicamente è anche stato riallacciato l'antico legame tra Roma e Pompei, unite culturalmente dalla Seconda guerra sannitica all'eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
L’esperienza culinaria: mare e terra nei piatti degli chef
La freschezza e l'intensità dei sapori di terra e di mare danno l'avvio all'esperienza proposta da Lepre, con la Zeppolina di impalpabile pasta cresciuta alla lattuga di mare come scrigno di una tartare di gambero rosso con nota agrumata del gel di pompelmo grigliato. A seguire il Carpaccio di baccalà alla “Belladonna” col fiore di zucca e ricotta di bufala, avvolto in salvietta e impreziosito dal caviale Asetra e la Cernia marinata con guacamole di fagiolini, essenza di pomodoro cuore di bue e pesca al sakè. Mare e terra anche nei due primi piatti. Il primo, sempre dello chef ospite, è stata la Linguina di Gragnano 28 Pastai IGP con ricci di mare del Tirreno, spuma di Parmigiana di melanzane e lo sfusato nero amalfitano essiccato e poi polverizzato, mentre gli Gnocchi di patate viola sono stati la risposta di Giuseppe D'Alessio che ha voluto celebrare l'Agro Romano con le zucchine in tre consistenze con vellutata di fonduta di pecorino.
Saltimbocca di Giuseppe D'Alessio
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Gnocchi di patate viola di Giuseppe D'Alessio
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Cernia marinata di Roberto Lepre
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Linguina di Gragnano di Roberto Lepre
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Il secondo piatto è un must del resident chef D’Alessio che reinventa un grande classico, il Saltimbocca alla romana, ma affinato di gusto e di aspetto. È filetto di vitello al prosciutto crudo di Bassiano, pregiata DOP laziale, con composta di cipolle rosse, porcino grigliato e salsa al foie gras, omaggio all'dentità francese del brand Sofitel. Conclusione con pre-dessert di lampone, yuzu e cioccolato bianco, mousse di ricotta con streusel di mandorle e sorbetto ai fichi e ancora piccoli piaceri finali con le ciambelline al vino delle osterie romane, babà con delizia al limone e cannolo di sfogliatella con mousse di ricotta e arancia candita. Ulteriore omaggio all'alta pasticcerie d'Oltralpe D'Alessio ha proposto le mini madeleine al limone e menta. In tavola pani e grissimi caldi di forno e taralli napoletani. A pranzo saranno riproposti tre piatti del menu mentre negli altri orari, saranno serviti babà, croissant di gusto francese con crema allo sfusato amalfitano.
Chef Lepre e D'Alessio: chi sono?
Classe 1983, Roberto Lepre sceglie subito la sua strada diplomandosi all’istituto alberghiero della sua città, Castellammare di Stabia. Ma è solo il punto di partenza perchè va lontano per formarsi in prestigiose del mondo, dal The Dorchesterdi Londra alla Francia. Poi il ritorno, con Gennaro Esposito e incontri con chef come Rocco De Sanctis, Salvatore La Ragione,Fumiko Sakai,Pasquale Palamaro,affinando ulteriormente le sue competenze culinarie. Dal 2021, è executive chef presso Habita 79, che dirige il Circolo, la terrazza del The Roofe il ristorante di haute cuisine,Raw. Eleganza e la raffinatezza, centrali nella sua visione, lasciano intuite la ricerca e l'attenzione al dettaglio, coniugando gusto e bellezza.

Lo chef Roberto Lepore
Anche Giuseppe D’Alessio, salernitano, dopo l'alberghiero ha lavorato in hotel, compagnie e ristoranti internazionali del gruppo Meridien.A Londra,all' Orrery, in Francia, al Jacques Maximin di Vence, e poi in Germania. È a Roma nel 2004 alla Terrazza dell’Eden e dal 2011 guida la cucina di Settimo unendo la cultura gastronomica campana e romana con qualche contaminazione francese,sempre partendo da una rigososa scelta del fresco e del genuino. Coniuga perfettamente la creatività con il rispetto della memoria culinaria nostrana.

Lo chef Giuseppe D'Alessio
«Pur interessato alla cultura gastronomica di altri Paesi - dice - sono legatissimo alla mia. E il cibo permette di raccontarne la ricchezza e l'identità». E lo fa con sempre nuovi stimoli, coadiuvato da una efficiente brigata, con menu da abbinare ad una competente carta dei vini. Tra i suoi piatti iconici i Supplì filanti con fiori di zucca croccanti e crema di pecorino, il Tortello ripieno di genovese di asparagi e ricotta di bufala con ristretto di crostacei, la Parmigiana contemporanea di filetto di rombo. Firma anche la proposta food dell’aperitivo, dalle 16:00 alle 20:00 (35 euro).
Il Sofitel Rome Villa Borghese: storia, design e ospitalità
Il Sofitel Rome Villa Borghese, come tutto il brand,fondato nel 1964, incarna un concetto di ospitalità che fonde il fascino del classicismo italiano con la sofisticata eleganza francese. A dirigerlo è Sebastien Antoine, 34 anni, una passione innata per l’hôtellerie, arrivato dopo esperienze internazionali con l'impegno al rispetto dell’ambiente e della cultura dei luoghi.Reinterpreta il French zest, il tocco francese, con visione inclusiva e dinamica, rafforzando il legame tra l’hotel e la città, aprendolo di più ai suoi abitanti oltre che ai viaggiatori internazionali. Ospitata in un palazzo nobiliare del XIX secolo, la struttura è stata reinterpretato nel 2019 dall'architetto e interior designer Jean-Philippe Nuel con materiali naturali. Arredato tra tradizione e modernità, offre il massimo confort nelle sue 78 camere e 7 suite. Continue sono le iniziative culturali in collaborazione con le istituzioni e i musei della Capitale.