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Echi di Elea: Parmenide e Zenone raccontano il Cilento tra mito e attualità

Vincenzo D’Antonio
di Vincenzo D’Antonio
18 settembre 2025 | 18:44

Visita, mi raccomando per nulla frettolosa, al Parco Archeologico di Elea. Siamo nel Cilento, pertanto. Cosa è il Cilento ? Si risponderebbe molto volentieri a questa domanda se chi ce la pone ha disponibilità di ascolto per una durata di sei ore e quindici minuti! Troppo tempo? Con la frenesia dell’oggi, sei ore e quindici minuti sono un’eternità? E allora, ci teniamo lo scampolo. Ci teniamo i quindici minuti e buttiamo a mare (il mare del Cilento) le sei ore. Va bene.

Echi di Elea: Parmenide e Zenone raccontano il Cilento tra mito e attualità

Uno sguardo sul Cilento

Il Cilento tra mito, filosofia e identità

Quindi, si diceva, siamo nel Parco Archeologico di Elea. All’incirca nel V secolo a.C. ovvero all’incirca ventisei secoli fa (non proprio ieri mattina!) qui sorse la scuola eleatica. A fondarla, l’autorevole Parmenide, pensatore eccelso; tra i suoi discepoli, un certo Zenone, suo diletto inventare paradossi.

Echi di Elea: Parmenide e Zenone raccontano il Cilento tra mito e attualità

Parmenide e Zenone raccontano il Cilento

E volete che in un Parco Archeologico non ci sia l’Archeofonia?! Fortuna che capita a pochi mortali, durante la visita intercettammo un pacato dialogo tra maestro (Parmenide) e discepolo (Zenone). Emozione grande. Con i potenti mezzi tecnologici (un semplice smartphone) fummo in grado di registrare tutto. E quindi, alla fine, cosa è il Cilento, in un riassuntino che dalle iniziali sei ore e quindici minuti, si condensa nel quarto d’ora, lo dobbiamo agli uomini immortali, quelli che ci hanno lasciato in eredità il loro pensiero.

La scuola eleatica e l’eredità di Parmenide e Zenone 

Zenone: Maestro ma, secondo te, è normale che io, per il solo fatto di vivere qui, in questa terra, con questo mare a lambirla e con gli uliveti d’intorno, mi senta proprio felice?

Parmenide:  Certo che è normale, caro mio allievo prediletto Zenone. Anche io mi sento felice perché capisco, o forse dovrei dire intuisco, che questa terra concede a chi la abita uno stato di grazia.

Z: Ma è vero, Maestro, che quel giorno in cui la misurazione del tempo avverrà mediante gli orologi, i nostri posteri cilentani potranno dire ai forestieri “Voi avete gli orologi, e però noi abbiamo il tempo!”.

P: Eh, come corri, caro Zenone. Dunque, già hai dato nome a questo lembo chiamandolo Cilento e quindi abbiamo dato nome Alento al fiume che qui nei pressi scorre e abbiamo deciso che sia il nome del fiume a dare a sua volta nome a questo lembo...

Turismo conseguenza, non obiettivo: la lezione di Parmenide per il Cilento di oggi

Z: Maestro, scusami se oso interromperti, e so bene che la cosa ti procura fastidio, ma è la seconda volta che dici “lembo”. Tu pesi le parole, e quindi se usi “lembo” è perché c’è un motivo.

P: Innanzitutto, non interrompermi, a maggior ragione visto che sai che mi dà fastidio, e seconda cosa: e ci vuole tanto?! Lembo ad intendere lembo di paradiso in terra. Ancor più che la Grecia, caro Zenone, è qui, proprio qui il paradiso in terra. I posteri, ahinoi, quando lo capiranno, faranno di tutto per storpiarlo, questo paradiso, commettendo un errore di fondo, al quale però sapranno porre rimedio.

Echi di Elea: Parmenide e Zenone raccontano il Cilento tra mito e attualità

Cilento: un lembo di paradiso in terra

Z: Quale errore, Maestro?

P: Errore di impostazione di pensiero, caro Zenone: confondere una conseguenza con un obiettivo.

Z: Tutto chiaro; tuttavia, Parmenide, se solo volessi spiegarti meglio in modo tale che possa capire anche io...

P: I Cilentani del XXI secolo commetteranno l’errore di fondo di individuare come obiettivo il turismo, che intenderanno essere motore di sviluppo (e su cosa sia lo sviluppo si aprirebbe discorso altro), e si metteranno a rincorrere modelli che possono andare bene in altri luoghi, palesemente meno belli, meno affascinanti, non così ricchi di vestigia come sarà qui tra ventisei secoli, caro Zenone.

Z: E quindi ?

P: E quindi, devono leggere il turismo come conseguenza di quanto hanno e di quanto sapranno valorizzare. Ci ha pensato la natura, ci stiamo pensando noi a rendere questo lembo un tesoro unico al mondo; perché darsi da fare, incorrendo in errori ?

Z: Scusi se ardisco, Maestro, ma il turismo non porta soldi !? Non è volano di crescita? Non aiuta i cilentani a vivere meglio?

P: Ahi, ahi, Zenone caro, stai smarrendo il pensiero madre. Seguimi.

Artigianato, pesca e agricoltura: il vero tesoro del Cilento oltre il mare

E qui il seguimi era inteso anche in senso letterale. I due pensatori si alzarono e cominciarono a passeggiare, così anticipando di circa due secoli la scuola peripatetica di Aristotele. Passeggiarono costeggiando piante di ulivo e filari di viti, orti e sentieri; il sole si posizionò poco sopra il Tirreno, di lì a poco, sarebbe cominciato l’imbrunire. Erano nei pressi della Porta Rosa.

P: Dov’è il sole adesso ?

Z: Eh, Maestro, è sul mare e tra poco andrà a tuffarsi nelle onde lontane, quelle che sono all’orizzonte.

Echi di Elea: Parmenide e Zenone raccontano il Cilento tra mito e attualità

Pescherecci nel Cilento

P: Ecco, lo hai detto: il mare. E chi abita il mare? I pesci. La pesca, caro Zenone. La pesca !! Vivere bene, con l’agio dell’essere che addirittura prevale sull’agio dell’avere, grazie alla pesca! Uscire dalla commodity, roba insomma, che non è vero che un pesce vale l’altro indipendentemente dalla zona di mare in cui è stato pescato e addirittura indipendentemente dalla stagione in cui è stato pescato. Pescare adeguatamente bene, con dotazioni tecnologiche necessarie che non stravolgano però i cicli della natura. Da qui, a conseguirne, la lavorazione del pesce azzurro, pensa alle Alici di Menaica, e le attività di pescicoltura che integrano la filiera ittica locale.

Z: Mi dicono, che tra circa ventisei secoli, andrà di moda lo storytelling.

Il vecchio e il mare: Hemingway ambasciatore del Cilento

Un ghigno sul bel volto di Parmenide.

P: Eh, sì, sarà così, Tutti con questo storytelling. Ma noi lo abbiamo già inventato lo storytelling e i nostri storyteller, dotati di cetra in grado di suonarla bene, sono gli aedi. E che, Zenone, secondo te noi aspettavamo ventisei secoli per raccontare storie e tramandarle ? 

Z: E sapranno i cilentani del XX secolo affabulare storie di relazioni intense tra gli uomini e il mare ?

Echi di Elea: Parmenide e Zenone raccontano il Cilento tra mito e attualità

Il libro di Hemingway: Il vecchio e il mare

P: non proprio i cilentani indigeni bensì uno storyteller che veniva di là dalle colonne d’Ercole, veniva da quella terra che il prode Colombo avrebbe creduto essere le Indie. Insomma, sto parlando di un certo Ernest Hemingway, non a caso Premio Nobel per la letteratura nell’anno 1954.

Z: E cosa ha scritto costui di così affabulante per il nostro Cilento?

P: Lo scrittore andò a vivere ad Acciaroli, proprio qui vicino, potremmo arrivarci noi proseguendo questa passeggiata, giusto per farti capire quanto è vicina. Si immerse nella vita quotidiana degli abitanti del borgo, in gran parte pescatori e da ciò trasse ispirazione per quello che è probabilmente la sua opera più bella: Il vecchio e il mare. Ma non farmi divagare ! Quindi, punto uno: la pesca. E vedilo come addentellato della pesca, sebbene poi vivrà come business autonomo pur dall’attività della pesca traendo origine: la nautica da diporto.

Il Cilento e la forza del racconto: dalla scuola eleatica allo storytelling contemporaneo

Z: E punto due ?

P: Punto due: l’agricoltura; punto tre; l’artigianato. Hai idea che prezioso scrigno è questo nostro amatissimo Cilento per quanto attiene all’agroalimentare ?

Z: Eh, qualcosa so: l’olio extravergine di oliva, il vino, il fico, la soppressata, il cecio, il cacioricotta...

Echi di Elea: Parmenide e Zenone raccontano il Cilento tra mito e attualità

Prelibatezze del Cilento

P: Eh, bravo il nostro Zenone gourmet! E allora? Bastano queste eccellenze agroalimentari? secondo me, bastano e avanzano. Farle uscire dall’indifferenziato, superare l’idea che siano commodity, imbastire efficace filiera corta e...com’è quella parolina nuova?

Z: Storytelling?

P: Sì, appunto saper fare storytelling. E qui, non ci crederai, ci aiuterà un connazionale di Hemingway, connazionale e contemporaneo, un certo Ancel Keys, lo scopritore della Dieta Mediterranea.  Hemingway si stabilì ad Acciaroli e Keys in borgo poco distante da Acciaroli e da Elea, dove siamo noi adesso: a Pioppi. Potremmo arrivarci proseguendo la passeggiata.

Il Cilento, Ancel Keys e la Dieta Mediterranea

Z: Maestro, è quasi buio.

 P: Hai ragione, andiamo verso casa. Dunque, torniamo al dottor Keys,  e ascoltami, Zenone. Le altre diete, quelle a causa delle quali tante persone nel XXI secolo si infeliciteranno e litigheranno con il loro corpo, sono state “inventate”. La Dieta Mediterranea, patrimonio dell’Umanità, esisteva già. È stata solo scoperta! Oh, notazione di cronaca: Keys vivrà cento anni!

Artigianato, pesca e agricoltura: il vero tesoro del Cilento oltre il mare

Z: £ il punto tre ?

P: L’artigianato, i manufatti, caro Zenone. Quanto è utile per non dire necessario nella vita quotidiana e quanto è dilettevolmente “inutile” e quindi portatore di diletto. Pensa ai presepi, che sarà un certo Francesco da Assisi, ad inventare. E nel Cilento ci saranno artigiani che sapranno fare presepi opere d’arte. Pensa alle pipe, alle anfore, ma tanto altro ancora!

Z: Maestro, ma per esercitare i suddetti tre punti, ci vorranno soldi, vero?

P: Sì, ci vorranno soldi che serviranno alle start-up innanzitutto. Quindi ci vorrà una realtà locale in grado di fare diligentemente credito e finanza onde valorizzare le eccellenze del territorio, ed esaltarne le peculiarità.

Z: Maestro, forse ho capito il suo assunto di base.

P: Lo spero proprio, caro Zenone.

Z: Sì, tu dici che quei tre punti suddetti: pesca, agricoltura, artigianato, sorretti da quanto stiamo facendo noi qui adesso, questo nostro vivere che nei secoli diverrà archeologia, sono i pilastri della vita cilentana.

P: Sì, e quindi...

Z: E quindi... ecco il turismo inteso come conseguenza e non come obiettivo

P: Bravo, Zenone. Non si tratta di sviluppare il turismo che a momenti neanche si capisce bene cosa significhi. Si tratta di tutelare e valorizzare i suddetti quattro pilastri e, stai attento, sapere comunicare. Ascolta bene: comunicare, che è cosa diversa dal promuovere. Quando si confondono le due attività, talvolta addirittura intendendole come se fossero la stessa cosa, si comincia ad intraprendere sentiero che facilita errori. La comunicazione è una cosa, cosa altra è la promozione.

Casal Velino laboratorio culturale: il Cilento punta su storia e biodiversità

L’archefonia si interrompe qui. Esperienza appassionante. Il Cilento ha magia sua che lo rende prima un non luogo, nel senso che vi albergano emozioni, e poi un luogo. E quando è luogo, è tra i luoghi più belli del Creato. I turisti sono i benvenuti, ovviamente.

Echi di Elea: Parmenide e Zenone raccontano il Cilento tra mito e attualità

Il borgo di Casal Velino

Ha vista lunga Silvia Pisapia, sindaco di Casal Velino, località cilentana ricca di biodiversità marina e tradizioni marinare, allorquando afferma: «il nostro territorio ha tante anime; non è solo meta balneare, ma anche luogo di storia, artigianato e cultura marinara». Grazie a ciò, a questa vision, davvero Casal Velino può diventare un laboratorio culturale diffuso, accessibile e partecipato, dove le tradizioni locali incontrano pratiche contemporanee di sostenibilità, educazione e innovazione. E con Casal Velino che si fa vettore trainante, è il Cilento tutto che trova sua alta identità.

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