Sorprende che sia Potenza, la bella città capoluogo della Basilicata, ad essere graziosamente denominata “città verticale” e non con altrettanta positiva enfasi la bellissima Perugia, capoluogo dell’Umbria. Quell’Umbria che, sia ribadito, è il cuore verde dell’area mediterranea. Dopodiché, la città verticale trova sua orizzontalità, se così possiamo definirla, nelle valli d’intorno le cui componenti urbanizzate sono borghi popolosi che preservano loro autonomia ben guardandosi dal voler divenire cintura di una “grande Perugia”. È il caso di Corciano, a circa 400 metri di altitudine, che con Perugia confina e con il lago Trasimeno occhieggia. Bello il centro storico, con la spiccata origine medievale, funzionale, non brutta, la periferia.

Vista sul paese di Corciano (Pg)
Dal Quattro Torri al Vizio
Albergo Quattro Torri atto ad intercettare sia turismo leisure che turismo business e, quale piacevolissima e ghiotta sorpresa, il ristorante annesso. È limitativo, diciamolo subito, sia denominarlo ristorante, sia descriverlo come “annesso”, quasi una valenza accessoria e nulla più. Stiamo parlando de Il Vizio.

L'interno del ristorante Il Vizio
Andiamoci piano, che fretta c’è!? In genere, prima di diventare viziosi, prima di prendere qualche vizio, vi è approccio graduale: sorta di step intermedio tra il candore della purezza e la policromia delle tentazioni giunte a buon fine! Insomma, se alla parola “vizio” dessimo accezione vezzeggiata, con naturalezza parleremmo di Vizietto. Ecco, e Vizietto sia!
L’accoglienza al bar: tra cocktail e “cibo di appoggio”
Locale di atmosfera, latore di piaceri in divenire: area bar, quante confortevoli poltroncine a contornare tavoli che hanno sia funzionalità che pregevolezza estetica. Il banco del bar. E si capisce subito che a dare corpo e anima al banco e al suo retro, vivacemente attivi con posture e gestualità che palesano “mestiere” e, al contempo, gioia di esercitarlo appassionatamente questo “mestiere”, giovani talentuosi bartender. Ci si accomoda. Bere miscelato, ma sì che va bene. Un momento. E il cosiddetto cibo di appoggio. Ecco subito, con la busta aperta dinanzi a noi, patatine e noccioline a volontà! Ma non è vero! Non è vero, si scherza! C’è ben altro! Neanche il tempo di goderci, avidi neofiti (!), il vizietto di un paio di cocktail in calibrata successione: Gu-co Fantastico e Yuzu-tini, che qualcosina da sgranocchiare arriva!
In cucina con lo chef Marco Gargaglia
Un attimo però, ad esclusivo beneficio dei pochi che non conoscono gli ingredienti dei due succitati cocktail, benevolmente facciamo luce. Gin giapponese, bergamotto fantastico, orange curacao e cordial al limone sono gli ingredienti del Gu-co Fantastico. Mentre gli ingredienti del cocktail Yuzu-tini sono Gin giapponese e sakè allo yuzu. Si diceva del cibo di appoggio. Ed eccola la virtuosa giunzione: dalla cucina del Vizio arrivano squisitezze. Tra tutte, memorabile la fritturina di calamaretti dell’Adriatico. Ed eccoci alla decisione da prendere: siamo ben certi di aver voluttuosamente ceduto al vizietto e siamo sulla soglia del vizio. Che si fa? Dietrofront? Bene, va proprio bene: serata piacevole, gustosa, esperienze nuove, ci piace! Nessun dietrofront: la soglia (non la sogliola, o quantomeno non adesso) la si valica e si entra nel Vizio a ché sontuosa sia la cena, memorabile sia l’esperienza.

Lo chef Marco Gargaglia
Locale moderno, ben arredato, ben illuminato, cucina a vista. Quell’uno più uno che fa tre. Sì, insomma, le contaminazioni virtuose! La cucina giapponese che incuriosisce la cucina italiana che, a sua volta, dalla cucina giapponese è incuriosita. L’abilitatore a ché tanta positiva curiosità divenga proposta di rara eccellenza per quanto squisita e sorprendente è il prode chef Marco Gargaglia, perugino poco più che quarantenne, in impeccabile simbiosi con la famiglia Masilla, gli imprenditori visionari che nello chef hanno creduto. Alla memoria ricorrendo, ancora prima che agli appunti, di ottima cena raccontiamo. Si comincia con un articolato benvenuto, di grande bontà: Oliva liquida croccante; Battuta di chianina, maio d’ostrica, tosazu e caviale di keta; Bao al tartufo estivo; Chips di riso soffiato alle alghe nori, gamberi rossi di Mazara, edamame, maio di rapa rossa e mandorle.
Dalla tradizione al nuovo paradigma del menu
Quanti bei sapori nuovi, inesplorati. Il palato e i suoi amici olfatto e vista appassionatamente ringraziano. Nell’appropriato calice, corretta la temperatura di servizio, molto bravo il sommelier, l’Etna Rosato di Tenuta Fessina. Si prosegue con: Sashimi con gamberi rossi e viola del Tirreno, akami e chutoro di tonno rosso bluefin; Balfegò, capesante di Hokkaido, ricciola e orata. Sorta di accompagnamento atto a dare ulteriore enfasi a sapori già… saporiti (!): shiso, daikon e radice di wasabi fresca grattugiata. Squisiti i Nigiri di calamaro usuzukuri, caviale tradition prunier e lime. A palese dimostrazione delle tecniche di cucina, ardimentoso già il solo tentare di impadronirsene per poi constatare che… si può, posta dotazione di passione e competenza, una portata semplicemente squisita: Ostriche gillardeau alla brace, burro di normandia, ponzu e cipollina.
Quando il vizio prende… non ci si ferma e avanti con Lobster crab, con l’Etna Rosato che ci porta in cima e con sorprendente Uramaki con fiore di zucca in tempura, granchio delle nevi, avocado, astice flambato. Pesce e solo pesce, seppure con tanta varietà di tecniche di cottura!? Non sia mai detto ed ecco che giunge in tavola Tonkotsu Ramen con maialino cinturello, nitamago, salsa karamiso con fagioli piccanti, cipollotto fresco. E che si fa, si chiude senza il dolce? Ma, si sa, two is better than one, ed eccoci al bino finale: Tarte Tatin alle mele, gelato alla vaniglia, Olio “emozione” Decimi, limone; Namelaka al cioccolato manjari, lamponi, caramello salato, noci macadamia, streusel al cacao.

L'Etna rosato degustato a Il Vizio
Esperienza davvero deliziosa e memorabile. Siamo al cospetto di uno scenario prossimo venturo per chi eroga servizi di ristorazione: un nuovo paradigma di menu. Il menu non solo inteso come offering di cosa ti propongo da mangiare. Il menu, nel suo step a monte, inteso come pluralità di proposta su come desideri trascorrere la serata, posto che, di essa, la cena può costituire il fulcro, e va benissimo, ma può anche chiamarsi assente, vista le deliziose proposte a complemento. Insomma, non solo una serata piacevolissima, ma anche starter per spunto di riflessione!