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RoDante, Il Cuoco Errante: «La creatività nasce dalla storia»

Gabriele Ancona
di Gabriele Ancona
vicedirettore
09 gennaio 2019 | 12:06

Ha 67 anni, ma conserva lo spirito di un ragazzino. Ha l’argento vivo addosso, come si diceva un tempo. All’anagrafe è Roberto Dante Vincenzi, ma da anni il suo nome e biglietto da visita è “RoDante, Il Cuoco Errante” .

Marchigiano di Fano, oggi milanese, RoDante è un cuoco a domicilio. Servizio su misura impostato su regole ferree dettate da un’esperienza chilometrica, è il caso di sottolinearlo, ai fornelli. «Non ho un diploma di alberghiero alle spalle - racconta - ma la grande passione per la cucina mi ha portato a fare esperienza nei ristoranti di Fano. Ci ho dato dentro e ho cominciato a farmi conoscere e a essere ricercato per le mie idee».

Roberto Dante Vincenzi (RoDante, Il Cuoco Errante: «La creatività nasce dalla storia»)
Roberto Dante Vincenzi

Idee innovative, sempre in anticipo sui tempi. Negli anni ’70 proponeva salmone marinato, tartare e carpacci. Un visionario di talento che è stato notato e chiamato a realizzare piatti nuovi, piatti oltre. «Ogni 2-3 mesi cambiavo ristorante, sempre alla ricerca di novità e ispirazioni - ricorda - ma attenzione: la mia creatività non va a contaminare le ricette della tradizione. Sono dogmi. Al limite si studia e si ricerca per andare all’origine storica di un piatto o di un ingrediente. Come si faceva il ragù alla Bolognese prima dell’avvento del pomodoro? Si usava condire la carne in bianco con le erbe. Stesso discorso per il brodetto di pesce: in bianco. La creatività si fa studiando e applicando la storia».

Di ricerca in ricerca - sono degli anni ’80 le sue Farfalle con suprema di pollo e gamberetti - RoDante si muove per le cucine di mezza Italia e nei periodi meno sotto pressione incomincia a frequentare qualche fornello domestico, chiamato per un matrimonio o un compleanno. Il passaparola lo fa decollare.

(RoDante, Il Cuoco Errante: «La creatività nasce dalla storia»)

«A inizio 2001 - sottolinea – se si digitava su Google la voce “cuoco a domicilio” apparivo io. Oggi sono circa 8mila quelli che si spacciano per tali. Ma non è sufficiente andare a casa d’altri per essere uno chef su misura. Non ci si improvvisa, ci vuole metodo, una regola. Innanzitutto la freschezza degli ingredienti: bisogna fare la spesa. E poi menu semplici, dove il gusto deve prevalere sull’estetica».

La sua carta tipica prevede un antipasto lavorato dal cuoco, come un flan, un primo di pasta o un risotto, un secondo, «con il giusto contorno», di carne o di pesce assecondando la stagione e un leggero dolce al cucchiaio. A chi gli si rivolge propone una linea di cucina che sviluppa tra 6 e 12 menu già impostati. In trasferta porta con sé un trolley carico di accessori e piccole attrezzature. A pentole, tegami e piatti ci deve pensare il committente. RoDante è il Cuoco Errante, non un servizio catering.

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