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Affitti brevi, salta la “stretta” Celani: «Bene, ma serve soluzione»

29 gennaio 2020 | 16:33

Presentato e subito ritirato: l’emendamento al Dl Milleproroghe, che prevedeva una stretta sugli affitti brevi è sparito dalla discussione in atto alla Camera. Una retromarcia che Marco Celani, ad di Italianway e portavoce di Startup Turismo e dell’Associazione Italia Startup, ha salutato in modo positivo: la misura «presupponeva che il legislatore nazionale abdicasse al suo ruolo di indirizzo strategico e di vision orientata a far crescere le colonne su cui si regge il Pil Italiano – dice Celani – a vantaggio di sindaci sceriffi, magari sensibili a corporazioni locali, che legifererebbero in maniera difforme uno dall’altro rendendo impossibile a qualsiasi azienda italiana crescere a livello nazionale. Ma ora serve una cabina di regia a livello nazionale. Non si può stressare così il settore».

Ritirato l'emendamento sugli affitti brevi (Affitti brevi, salta la stretta Celani: «Bene, ma serve soluzione»)

Ritirato l'emendamento sugli affitti brevi

«Spesso ci si lamenta che in Italia - continua Celani - non esistano grandi aziende nazionali in grado di contrastare i colossi stranieri che traggono profitto dal turismo giocando in casa nostra: ma come può un’azienda italiana anche di medie dimensioni fare il salto e diventare grande di fronte a principi secondo cui ogni Comune è libero di mettere barriere normative verso gli operatori, magari per tutelare interessi di amici e parenti come avviene soprattutto nei centri più piccoli che sarebbe invece cosa buona aprire al turismo diffuso di qualità anche per diversificare rispetto alle solite Top Destination?».

Marco Celani (Affitti brevi, salta la stretta Celani: «Bene, ma serve soluzione»)
Marco Celani

Secondo Celani, se si vogliono supportare le imprese innovative italiane che ogni giorno lottano per creare ricchezza, occupazione e migliorare le condizioni di vita di tanti per esempio attraverso lo sviluppo di infrastrutture necessarie per l’offerta turistica, servirebbe una cabina di regia nazionale. «Il nostro auspicio – dice – è che la politica ascolti e tenga conto delle indicazioni preziose di chi lavora in questo settore nel pieno rispetto delle normative vigenti e della fiscalità prevista, producendo reddito per i proprietari che investono sulle loro seconde case inutilizzate, portando in Italia un turismo di qualità che cerca proprio questo tipo di esperienza di soggiorno e non sarebbe attratto in nessun caso dalla ricettività tradizionale».

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