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Arte a tavola

Martino Crespi, il re dell'allestimento della tavola

14 luglio 2022 | 08:30

Martino Crespi ha costruito un’identità particolare attorno al concetto di evento, che si struttura su una serie di punti fermi: lusso e understatement, la scelta delle location, gli allestimenti, una mise en place curata in ogni minimo dettaglio e la valorizzazione del mondo gourmet. A ciò si aggiunge il desiderio e la capacità di non ripetersi mai e di considerare ogni nuovo progetto una nuova sfida. L’hanno chiamato “regista di incanti” per la sua capacità di creare eventi irripetibili, caratterizzati da una cifra stilistica unica, ispirata a un luxury lifestyle di gran classe.

Martino Crespi - Foto Gabriele Basilico Martino Crespi, star del tablescaping

Martino Crespi - Foto Gabriele Basilico

Centinaia di eventi

Nelle centinaia di eventi ideati da quasi dieci anni a questa parte si coglie una varietà infinita di soluzioni, il cui comune denominatore è l’assoluta cura per il dettaglio. Negli eventi di Crespi il cibo diventa parte integrante del tema della festa, è sinonimo di allegria, di cultura e di scoperta, complici gli chef di cui l’imprenditore milanese ama attorniarsi.

Un allestimento scenografico Martino Crespi, star del tablescaping

Un allestimento scenografico - Foto Gabriele Basilico

Uno chef per ogni circostanza

«Non scelgo lo chef per stupire con la sua presenza, anche perché adombrerei il vero protagonista dell’evento, che è un prodotto, un brand, una persona – spiega - Invito gli chef perché riconosco la loro grande capacità di saper declinare insieme a me i temi più diversi. Per ogni circostanza scelgo lo chef più adatto, quello che ha la giusta sensibilità per entrare in sintonia con un certo tema».

Crespi in fase di allestimento - Foto Gabriele Basilico Martino Crespi, star del tablescaping

Crespi in fase di allestimento - Foto Gabriele Basilico

No all'esuberanza smisurata

Ma il cibo si racconta anche grazie alla cornice che viene apparecchiata tutt’intorno. La tavola che attende di ospitare ricette stellate di grande fascino, anche quando i piatti sono ancora vuoti, evoca già tutto un mondo di sapori, di gusti e di emozioni. E il suo tocco è evidente. «Detesto le tavole fatte per stupire a tutti i costi – puntualizza - A tavola non si stupisce con l’esuberanza smisurata che cerca di riempire gli occhi con mille suggestioni e colori, bensì con la classe e la semplicità. La tavola può trasmettere una serie di concetti, di valori e di informazioni e deve essere perfettamente in linea con l’ambiente, con il cibo, ma soprattutto con lo spirito e il concept dell’evento».

Linearità, design e giochi cromatici - Foto Gabriele Basilico Martino Crespi, star del tablescaping

Linearità, design e giochi cromatici - Foto Gabriele Basilico

Mise en place e tablescaping

L’arte della mise en place oggi è sempre più in primo piano anche sui social. Nei profili dei più accreditati influencer non manca mai una ricca sezione dedicata al “tablescaping”, neologismo inglese che gioca sul connubio tra table e landscaping, a evocare una sorta di micro-paesaggio domestico, che prende forma all’interno del perimetro della tovaglia. Su Instagram l’hashtag #tablesetting conta più di 4 milioni di post, #tablescape 1.700.000, #mise en place 400.000. Martino Crespi anche in questo contesto occupa un posto d’onore.

Il tablescaping o mise en place spopola su Instagram Martino Crespi, star del tablescaping

Il tablescaping o mise en place spopola su Instagram - Foto Gabriele Basilico

Corde tirate per allineare i bicchieri

«La tavola può trasmettere una serie di concetti, di valori e di informazioni - puntualizza - Bisogna avere in mente tanti esempi nella pittura, nel cinema, nell’opera, nel teatro: il tablescaping è frutto di uno studio attentissimo, ogni singola posata, ogni nuance di un bicchiere contribuisce all’orchestrazione del tutto. E io non trascuro alcun dettaglio, basti dire che per allineare i bicchieri uso le corde tirate, proprio come facevano nei grandi alberghi negli anni Quaranta».

Ogni allestimento deve sposare il contesto dell'evento - Foto Gabriele Basilico Martino Crespi, star del tablescaping

Ogni allestimento deve sposare il contesto dell'evento - Foto Gabriele Basilico

Le regole della tradizione valgono sempre

Secondo Martino Crespi, un corretto tablescaping contempla sempre il rispetto delle regole della tradizione, che valgono sia nel caso di un grande evento sia per una tavola apparecchiata in casa. «Una tavola deve essere perfetta, può diventare un’opera d’arte – annota - Non c’è ospite che non si fermi a fotografare le mie tavole, ancor prima di sedersi».

 

Lavoro di ricerca e gioco di equilibri

Questo accade perché si coglie subito una grande attenzione per i particolari da parte di Crespi, che fa quotidianamente un grosso lavoro di ricerca, documentandosi, cercando servizi alle case d’aste, captando le nuove tendenze. In genere non ci sono preclusioni, a patto che prevalgano il buon gusto e la creatività. Ma i temi sono tanti, dai centrotavola, che devono incuriosire ma non catalizzare l’attenzione, ai fiori, che devono essere discreti e non mascherare i profumi delle portate. All’insegna della discrezione anche i segnaposto, che devono integrarsi all’armonia della tavola, così come le luci, che non devono mai essere preponderanti e rubare la scena. È un complesso gioco di equilibri e geometrie, dove ogni particolare ha il suo peso».

 

www.martinocrespievents.it

 

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