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Quel menu vale come un contratto: e il ristoratore ci firma sopra

Il menu è molto più di una semplice lista di piatti: è uno strumento di comunicazione, identità e vendita per ogni ristorante. Deve essere costruito con competenze enogastronomiche, marketing e conoscenze legali, poiché rappresenta un vero contratto con il cliente. Trasparenza, prezzi e corrette informazioni sono obblighi normativi imprescindibili

Alessandro Klun
di Alessandro Klun
17 luglio 2025 | 12:53
Quel menu vale come un contratto: e il ristoratore ci firma sopra

Si fa presto a dire menu. Meno facile darne una definizione univoca.  Nel linguaggio comune è l’elenco delle pietanze che compongono un pasto. Per un ristorante o altro locale in cui si somministrano alimenti e bevande è lo strumento, cartaceo o digitale, attraverso il quale si esprime la sua proposta, la sua identità filosofia del locale e/o dello chef.

Quel menu vale come un contratto: e il ristoratore ci firma sopra

Il menu è un contratto tra ristoratore e ospite

La costruzione di un menu convincente, affascinante, credibile, rappresenta uno strumento di vendita fondamentale per il successo di un’attività che richiede conoscenze di marketing, enogastronomiche ma anche legali. Il menu è un vero e proprio contratto che si conclude tra il ristoratore e il proprio ospite nel momento in cui quest’ultimo, presa visione del menu, effettua un'ordinazione accettata dal gestore: da questo momento il cliente si obbliga a pagare il prezzo di quanto ordinato e ricevuto.

Il menu, un contratto a tutti gli effetti

Proprio perché si tratta di un contratto, nel menu,  oltre al nome degli ingredienti utilizzati e delle portate, devono essere obbligatoriamente riportati i prezzi di ciascuno e i servizi offerti, inclusi coperto ed eventuali altre maggiorazioni. Tutto questo per ragioni di chiarezza, visibilità e trasparenza nei rapporti con i propri ospiti che devono essere sempre informati consapevoli prima di concludere il rapporto contrattuale con chi somministra loro alimenti e bevande.

Senza considerare che in base ad un regio decreto del 1940 (art. 180 del regio decreto n. 635 del 1940), ancora oggi in vigore, chi fa somministrazione deve esporre in menu o nel locale, in luogo visibile, il listino prezzi, pena il pagamento di una multa pari ad euro 308,00.

La Legge... a Tavola

Fuorimenu, cosa dice la legge

Queste regole valgono anche per i piatti del giorno e per i c.d. “fuori menu”: in questo caso l’addetto al servizio ha l’obbligo di indicare a voce anche i prezzi dei piatti non scritti sul menu, in modo da poter garantire al cliente di scegliere consapevolmente cosa ordinare e non incorrere in brutte sorprese alla cassa.

Quel menu vale come un contratto: e il ristoratore ci firma sopra

L’addetto al servizio ha l’obbligo di indicare a voce anche i prezzi dei piatti non scritti sul menu

In buona sostanza il menu non è solo una lista di piatti, ma anche uno strumento di vendita essenziale che può influenzare significativamente le vendite e l'esperienza del cliente. Per essere efficace, deve essere progettato in modo veritiero e conforme sotto il profilo giuridico. 

Tutti i temi legali legati al mondo della ristorazione sono approfonditi nel libro di Alessandro Klun "A Cena con Diritto"

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