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Punto di vista

Forni da scoprire: il nuovo turismo parte dal panificio

Francesco Arena
di Francesco Arena
Panificio e Focacceria Francesco Arena - Messina
23 luglio 2025 | 15:00

Negli ultimi anni ho visto cambiare profondamente il modo in cui le persone si avvicinano al panificio. Oggi non cercano soltanto un prodotto, ma un’esperienza. Il pane, che da sempre accompagna la vita quotidiana, è diventato anche motivo di viaggio, racconto, cultura. Il fenomeno del bakery tourism, ne ha parlato persino il Guardian, lo dimostra chiaramente: c’è chi organizza tappe e itinerari per scoprire i forni artigianali, le specialità locali, le storie di chi impasta e sforna ogni giorno.

 Forni da scoprire: il nuovo turismo parte dal panificio

Pane artigianale di Francesco Arena

Bakery tourism, spirito di ricerca e ruolo dei social

Io stesso, quando viaggio, vado alla ricerca dei panifici tipici. Cerco sia quelli più noti, sia quelli nascosti, dove si respirano profumi autentici e si assaporano tradizioni vere. E questo stesso spirito di curiosità lo vedo nei clienti che arrivano nel mio panificio a Messina. Sempre più spesso incontro persone che arrivano da fuori città o anche dall’estero. Non siamo una meta turistica di punta, ma siamo una città di passaggio: chi si ferma cerca su Google, legge recensioni, guarda i social e poi decide di venire a trovarci.

I social in questo ci aiutano molto. Raccontiamo ogni giorno cosa facciamo, come lo facciamo, quali materie prime utilizziamo. Questo incuriosisce, crea legami. Molti turisti mi dicono che sono venuti dopo aver visto un reel, letto un articolo, ascoltato un consiglio. Per loro non si tratta solo di comprare un pezzo di focaccia o una pagnotta: vogliono vivere un momento, conoscere la nostra storia, condividere una passione. Alcuni raccontano poi la loro esperienza, la postano, la commentano. È così che, insieme al prodotto, crescono le relazioni, le amicizie.

Pane come cultura

Il panificio diventa così un luogo di accoglienza e di cultura. A chi entra, racconto cosa c’è dietro ogni pane, la scelta di un grano piuttosto che un altro, le fermentazioni, le cotture. In Sicilia, e a Messina in particolare, la panificazione è fortemente influenzata dalle dominazioni che nei secoli hanno lasciato un segno: greci, normanni, arabi. Anche se non abbiamo un “pane identitario” forte come in altre zone - penso alla muffoletta del centro Sicilia o alla Mafaldina palermitana - custodiamo una memoria gastronomica che parla di noi.

 Forni da scoprire: il nuovo turismo parte dal panificio

Il pane può avere moltissime sfaccettature

Un tempo, a Messina, il pane bianco era considerato il più pregiato, destinato alla nobiltà, mentre il pane nero era riservato al popolo. Raccontare tutto questo, mentre si serve un cliente, è un modo per far assaporare il prodotto sotto una luce diversa.

Certo, anche l’aspetto estetico conta. Entrare in un locale curato, pulito, ben organizzato fa la differenza. Ma la vera magia è tutta sensoriale. Il profumo del pane appena sfornato è qualcosa di evocativo, potente. È un richiamo che arriva diretto alla mente, risveglia emozioni, accende la memoria. Purtroppo, in molti panifici moderni questo profumo non si sente più, e invece per me è una parte fondamentale dell’esperienza.

Degustazioni e divulgazione

Ho aperto più volte il laboratorio a visitatori e clienti curiosi, organizzando piccole degustazioni, momenti di racconto. È bello spiegare che il pane, se fatto bene e con materie prime giuste, non solo è buono ma fa anche bene. Pensiamo al pane di Tumminia: ricco, nutriente, ottimo se consumato nelle giuste quantità. Questi incontri creano cultura, consapevolezza, passione.

Da questa stessa visione è nata l’idea della box #picniconArena: un modo per far uscire i nostri prodotti dal panificio, per portarli dove si vuole: in barca, in spiaggia, durante una passeggiata… Le persone desiderano gustare ciò che amano nei luoghi che preferiscono. È un progetto in divenire, perché credo sia fondamentale strutturare un’offerta che permetta di vivere la panificazione in modo diverso, libero, personalizzato.

Il futuro del panificio artigianale

Tutto questo mi fa pensare che il futuro del panificio artigianale passi proprio da qui: dalla capacità di raccontarsi, di aprirsi, di diventare un punto d’incontro tra gusto e cultura. Il nostro è un mestiere antico ma oggi, più che mai, può parlare al mondo. Non credo sia una tendenza passeggera: è una nuova forma di turismo gastronomico destinata a rafforzarsi, a fare sistema, a portare valore.

 Forni da scoprire: il nuovo turismo parte dal panificio

Il maestro fornaio Francesco Arena

Ma per intercettare davvero il flusso turistico servono strumenti, visibilità e soprattutto reti. Spesso ci troviamo a lavorare da soli, ognuno chiuso nel proprio spazio. È un limite. Io stesso, quando cerco di proporre collaborazioni o sinergie, mi trovo davanti a muri di gomma. Eppure, sono convinto che solo insieme possiamo crescere davvero. Fare rete significa condividere idee, progetti, opportunità. Unire le forze per valorizzare la panificazione artigianale come parte fondamentale della cultura italiana. E raccontarla, ogni giorno, a chi ha voglia di ascoltare, assaggiare, viaggiare. Anche solo con un morso di pane.

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