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La mancanza di personale nel turismo, una storia che sembra non finire mai

Valerio Beltrami
di Valerio Beltrami
presidente Amira
22 settembre 2025 | 15:45

Sembra quasi un rituale. Da anni nel settore turistico si ripete la stessa storia: manca personale. Sempre meno giovani vogliono investire il loro tempo in questo mestiere e la questione si ripropone ciclicamente, tanto che potremmo intitolarla La storia infinita”. Nell’ultimo mese quotidiani e siti hanno rilanciato il dibattito, parlando perfino di “mancia obbligatoriacome possibile soluzione per attrarre nuove figure. Qualcuno l’ha descritta come la bacchetta magica, ma la realtà è ben diversa: non è, e non sarà, così semplice. Come Amira (Associazione maitres italiani ristoranti e alberghi), questo problema lo denunciamo da tempo. Lo abbiamo fatto attraverso giornali, interviste televisive, incontri con politici. Purtroppo, però, le parole troppo spesso sono state portate via dal vento.

La mancanza di personale nel turismo, una storia che sembra non finire mai

La mancanza di personale nel turismo, una storia che non si chiude mai

La formazione, primo nodo da affrontare

Tutto parte dalla formazione. I programmi ministeriali sono ormai obsoleti: poche ore di pratica, pochi fondi per le esercitazioni, stage che spesso invece di appassionare allontanano gli allievi. Per non parlare del fatto che l’istituto alberghiero viene ancora visto da molti come una scuoladi ripiego”: chi non sa cosa fare, sceglie quella strada. Un pregiudizio che pesa, e non poco.

Contratti, stipendi e tasse: il nodo economico

Non meno rilevante è il tema dei contratti e degli stipendi, tra i più bassi d’Europa. Un datore di lavoro, oggi, si trova a pagare più tasse e contributi che salario. Di conseguenza, molte aziende rinunciano a personale qualificato e si affidano a manodopera improvvisata a basso costo, con un inevitabile calo nella qualità del servizio.

Ore infinite e poco tempo per sé

C’è poi il tema dei turni e delle ore di lavoro. Nei contesti stagionali, chi si è mai chiesto quante ore servono per coprire prima colazione, pranzo e cena? Quante aziende garantiscono otto ore continuative e due giorni di riposo a settimana? La verità è che sempre più persone cercano il benessere della vita, inteso non solo come denaro, ma come equilibrio: avere tempo libero, passare giornate con la famiglia, vivere i weekend. Chi lavora nel turismo, spesso, tutto questo non lo ha. E i giovani lo sanno bene, motivo per cui preferiscono guardare altrove.

Serve un tavolo comune

Come associazione siamo disponibili a sederci a un tavolo con Governo, imprenditori, istituzioni formative e sindacati. È necessario discutere seriamente e affrontare questi problemi. Perché il rischio è concreto: non tra decenni, ma tra poco. Potremmo ritrovarci in ristoranti e alberghi senza più personale ad accoglierci, sostituiti da robot o da nastri trasportatori che portano i piatti dalla cucina alla sala.

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