È stato per anni un vero e proprio punto di riferimento per generazioni di aquilani, ma anche per i suoi colleghi, visto che per anni li ha rappresentati in veste di presidente provinciale della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti. Saranno quindi in tanti oggi, lunedì 31 gennaio a dare l’ultimo saluto a Vincenzo Maccarone. Lo storico barista, che insieme al fratello gestiva il noto ristorante dell’Aquila Gran Sasso è mancato ieri, domenica, a 82 anni. I suoi funerali, si celebreranno alle 15.30 nella chiesa delle Anime Sante.
Da sinistra Vincenzo Maccarone e Mario Maccarone al Gran Sasso nella foto pubblicato dal nipote sul profilo Facebook
Addio a Vincenzo Maccarone, storico barista e rappresentante di categoria
Gli esercenti dell’Aquila in lutto per la scomparsa di Vincenzo Maccarone. Insieme al fratello Mario, il commerciante, che si è spento domenica 30 gennaio a 82 anni, ha gestito per decenni lo storico bar Gran Sasso, sito nel cuore della città e da sempre un punto di riferimento per gli aquilani.
Le sue doti essenziali: disponibilità e cordialità
Tra le doti che contraddistinguevano l’operato di Maccarane ci sono sempre state la disponibilità e la cordialità. Gli aquilani sapevano che dalle 6 potevano venire nel suo locale a bersi un caffè e a stare in compagnia
Il suo ruolo nella Fipe
Oltre a stare dietro al bancone Vincenzo per anni è stato il presidente provinciale della Fipe, la Ferazione italiana pubblici esercenti. Inoltre, da qualche tempo era pure entrato nel gruppo dirigente nazionale e aveva assunta la carica di presidente onorario della Confcommercio di zona, che l’ha ricordato con queste parole: «Ha rappresentato i valori più alti del commercio, nell’attaccamento alla città e nell’impegno quotidiano a servizio dei clienti».
Tanti i messaggi di cordoglio sui social
Tanti i messaggi sui social in ricordo di Vincenzo, fra questi anche quello del nipote Alessandro Maccarone, che ha voluto aggiungere anche una foto sul suo profilo che ritrae lo zio insieme al fratello. «Mi piace ricordarti così zio Vincenzo, dietro il bancone del bar che riempito la mia infanzia e che tanto amavamo».