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Lavoratori in nero? Bene gli aiuti ma intanto lavorino nei campi

03 aprile 2020 | 19:12

L’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero è intervenuta a Pizzapulita sul tema dei sussidi in nero previsti dal Governo nel decreto Cura Italia. Alla domanda se si trovi d’accordo ha risposto: «Sì, perché noi li abbiamo tollerati, sempre. Abbiamo, in un certo senso, fatto finta di fare la battaglia contro il nero e l'evasione fiscale. Il nero per moltissime persone non è una scelta, lo sappiamo, e in questo momento non aiutare chi non ha nessun mezzo vuol dire anche, egoisticamente, che pagheremo un prezzo. Quindi bisogna farlo. Ma poi il problema è aiutare le persone a trovare lavoro, e per trovare lavoro ci vogliono le imprese che producono, producono reddito, e possono pagare salari e stipendi».

Contributi anche ai lavoratori in nero

Contributi anche ai lavoratori in nero

Il suo successore, Nunzia Catalfo, intanto ha annunciato l’estensione dello stop ai licenziamenti che tutela anche i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio. Per finanziare invece il reddito di emergenza destinato a tre milioni di italiani sono stati stanziati tre miliardi di euro. Nel gruppo di 3 milioni di persone sono rientrati anche i lavoratori in nero appunto.

Alla domanda se le misure di sostegno riguarderanno anche i lavoratori irregolari, Catalfo ha risposto che «il lavoro in nero non dovrebbe esistere» ma «purtroppo il lavoro sommerso è una piaga che c’è. È chiaro che a tutte quelle persone che per vari motivi si trovano in una situazione di emergenza dobbiamo pensare. Dunque per tutte le persone senza reddito è previsto un reddito di emergenza».

Il Governo a questo punto ha una ghiotta occasione: lecito pensare di versare contributi agli irregolari per evitare sommosse o rivolte che in questo periodo complicherebbero molti aspetti a patto che sia uno slancio per far emergere tutto e regolarizzare in seguito le posizioni. A partire dai troppi lavoratori in nero impiegati nelle raccolte nei campi dove manca forza lavoro anche a causa della querelle voucher. Proprio su questo aspetto sarebbe utile che l’esecutivo preveda che il sussidio ai lavoratori in nero costringa gli stessi ad essere disponibili a fare lavori socialmente utili subito (tipo raccolta nei campi o pulire le strade. In caso di rifiuto, niente sussidio e - al limite - un buono pasto per la famiglia.

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