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Viaggi e hotel ancora fermi Il governo ci deve aiutare

Ezio Indiani
di Ezio Indiani
Delegato nazionale Italia EHMA
12 maggio 2020 | 12:30

Un aspetto cruciale della ripresa delle attività legate all’ospitalità, del quale non si parla a sufficienza, è capire quando riprenderanno a funzionare a pieno regime le linee aeree senza dover mettere in quarantena i viaggiatori in arrivo in Italia. Buona parte degli alberghi aprirà tra giugno e luglio, alcuni direttamente a settembre, ma anche per queste aperture ritardate è indispensabile che si risolva il problema di come far viaggiare le persone. Se non si risolvono i problemi dei voli la stagione 2020 sarà di fatto finita prima ancora di iniziare, con tutte le catastrofiche conseguenze economiche che questo comporterà. L’interesse di tutti noi è sicuramente quello di mettere la salute delle persone al primo posto, ma il perdurare di queste condizioni di vita e blocco delle attività potrebbe creare dei danni irreparabili alle persone e alle aziende.

Non sono un medico e pertanto non posso esprimere giudizi sulle procedure per evitare i contagi, ma penso che serva più moderazione nell’imporre tanti divieti e vincoli stretti tali da rendere l’operatività di fatto impossibile. Il comparto Hospitality, oltre a generare il 13% del Pil, impiega anche 3,4 milioni di persone che rappresentano il 14,7% degli occupati in Italia. Siamo inoltre il volano del business di boutique, negozi di tutti i tipi, ristoranti e bar esterni agli alberghi, taxi, servizi auto con e senza autisti, compagnie aeree, treni, pullman, ecc. Il governo dovrebbe mettere il mondo alberghiero e dell’ospitalità al primo posto come comparto da aiutare per superare questa tremenda prova.

Viaggi e hotel ancora fermi Il governo ci deve aiutare

Il governo, le regioni e l’ISS devono creare un gruppo di lavoro di tecnici del nostro settore per affrontare questa situazione in modo più pragmatico e dare uno spiraglio di futuro alle nostre aziende. Il crollo del nostro comparto significherebbe un crollo per tutta l’Italia. Il settore degli eventi è stato raso al suolo. Non sono più stati organizzati eventi dal 24 febbraio in poi, e pensiamo che con le disposizioni in essere non sarà possibile organizzarne nel prossimo futuro. Quindi, nonostante la positività che mi ha sempre contraddistinto, per questo comparto non vedo nulla di buono all’orizzonte. Un danno economico inimmaginabile sino a pochi mesi fa. Si cancellano i convegni, le fiere, i congressi di tutte le specie, le riunioni aziendali, i matrimoni, le feste pre natalizie, ecc. Gli organizzatori di eventi, le agenzie e i grossisti del turismo sono tutti disperati e molti dovranno chiudere le loro attività e licenziare i collaboratori.

Questa situazione è quella che si definisce “cigno nero”, ovvero una crisi imprevedibile, di estrema rilevanza perché di fatto a livello globale modifica la normalità sino ad oggi vissuta creando dei danni economici enormi a livello planetario. La capacità di dialogare con i nostri clienti con una mentalità più flessibile, offrire più alternative e non richiedere impegni a lungo termine potranno essere alla base del nostro rilancio dopo che la pandemia sarà solo un brutto ricordo. Nel frattempo cerchiamo di non perdere la testa e continuiamo, dove possibile, ad investire sul nostro personale perché resta sempre il nostro valore aziendale più importate e non può essere disperso. Speriamo intanto che alle aziende arrivi un’immediata iniezione di liquidità, una parte della quale anche a fondo perduto. La rapidità degli interventi definirà il numero di aziende che supereranno la crisi senza dover chiudere per sempre.

Dopo questa crisi nulla sarà più come prima. Prepariamoci ad un mondo dell’ospitalità nuovo e diverso ma non dimentichiamoci che la sostanza non cambierà, l’ospite vorrà sempre un ambiente accogliente ed un servizio piacevole, un buon piatto di pasta, un letto confortevole e personale che lo faccia sentire unico. Il personale sarà ancora una volta la componente che differenzierà un buon albergo da un albergo straordinario.

Un sentito ringraziamento a tutte le categorie professionali che stanno dedicando anima e corpo a fronteggiare questo tremendo virus, a volte anche a costo della loro stessa vita. Grazie.

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