Ma perché uno dovrebbe andare in vacanza a Varese, o nella circostante provincia? Il mare non c’è, e neppure le piste da sci o il tepore dei Tropici, e quindi? La risposta l’ha data Paolo Guidi, di Villa Porro Pirelli.
Lui è il front office manager della
nobile dimora cinquecentesca, oggi adibita ad albergo 4 stelle superiore, qui ad Induno Olona alle porte di Varese. «Ci troviamo in un vero e proprio crocevia - mi fa notare Guidi - vicinissimi alla Svizzera, al centro della provincia dei sette laghi (nove, se contiamo anche il lago Maggiore e il lago di Lugano, confinanti col territorio provinciale), vicinissimi al Sacro Monte, che è patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2003, in una zona boscosa ideale per il trekking leggero all’ombra dei sentieri… serve altro? Dovrei anche parlare dei cicloturisti, in realtà, perché siamo su colline con saliscendi bellissimi, e non sarà un caso se i campionati mondiali di ciclismo su strada si sono svolti a Varese già due volte (1951 e 2008, quando vinse l’italiano Alessandro Ballan), e se a settembre 2018 queste zone hanno ospitato la Gran Fondo World Championships, sempre di ciclismo. Non le sembrerà strano, quindi, che sia la stagione estiva quella più frequentata».
Va bene per il turismo, allora. Ma di cos’altro vive Villa Porro Pirelli? E mi riferisco sia alla grandezza della struttura, considerata la capienza massima di 160 posti-letto e di quasi 500 sedute in quattro sale congressi, con in più piscina e parco monumentale, sia al peso di cinquecento anni sulle spalle?In effetti, una dimora estesa e complessa come questa è portata a diversificare la sua offerta. Ma deve anzitutto rendere omaggio ad una storia secolare: i conti Porro cominciarono a costruirla nel cinquecento, tirarono su un altro corpo di fabbrica e una chiesetta nel settecento, e poi di mano in mano il complesso edilizio passò di proprietà fino alla famiglia Pirelli, proprio i noti industriali, che dopo averlo adibito a casa di riposo per dipendenti lo donarono al comune di Induno Olona, nel 1991. Dal 2013 il Salute Hotel Group ha preso in gestione la Villa, in cui ho il ruolo di Front Office Manager. Sono tante le iniziative che stiamo prendendo, ma tra tutte la convegnistica sta davvero funzionando: pensi che oggi è sabato, e gli eventi in programma sono cinque. Ma non disdegniamo nemmeno compleanni, prime comunioni e matrimoni, per cui la magnifica balconata panoramica e il parco con alberi centenari, statue e fontane costituiscono uno scenario fascinoso. Il brunch domenicale è solo l’ultima delle idee che ci è venuta, ma il nostro obiettivo è crescere anche negli eventi aziendali, dato che siamo circondati da tante medie e piccole imprese, a parte Lindt e Poretti, che sono medio-grandi.
Poi interviene lo chef Marco Caria sardo purosangue, atterrato di recente a Villa Porro Pirelli. Ma con tutti gli spazi che avete a disposizione, avete riservato uno spazio anche a chi desideri un’esperienza gourmet?Più che di gourmet io parlerei di famiglie. Con il brunch domenicale cerchiamo di recuperare i sapori di una volta, quelli della nonna, e ci rivolgiamo un po’ a tutti, non solo a chi è alla ricerca di grande raffinatezza. La cucina che ho cercato di impostare qui è schiettamente italiana, con qualche venatura internazionale, in modo che sia valorizzato il mio background di chef che ha girato il mondo per tanti anni sulle grandi navi da crociera. Credo davvero che non ci sia nulla da inventare, in cucina, si tratta solo di assorbire le varie culture e riuscire a proporle al momento opportuno. Ed è il modo migliore di farsi pubblicità, perché il passaparola è lo strumento di marketing più potente: quando la gente mangia davvero bene poi ne parla in giro, riesce ad essere convincente molto più di Tripadvisor e di The Fork.
Marco Caria
Anch’io penso di parlare per qualche tempo delle creazioni dello chef Marco Caria, come la Stratagliata di Fassona, rosticciata di verdure, cipolle fritte e senape di Digione al miele, ma anche del tenerissimo Stinco di agnello con schiacciata di patate e gorgonzola e caviale di birra Poretti 7 luppoli. Accompagnate dai vini suggeriti dal ma?tre Stefano Conti che, benché impegnato nel promuovere qualche piccolo produttore locale (Cascina Filìp di Travedona e Cascina Piano di Angera, ad esempio), per la nostra cena “ufficiale” ha preferito andare sul sicuro, proponendo un Franciacorta Bonomi ed un Primitivo di Manduria Solarte.

E a questo punto sarebbe improprio omettere i dolci preparati dallo chef sardo, che evidentemente ha la rara qualità di usare il braccino corto con lo zucchero, ad evitare che i dessert vengano rovinati da una dolcezza stucchevole: e così il babà al calvados con crema al limone, e poi pure il tortino di cocco e cioccolato bianco con cuore al caffè, si sono dimostrati magnificamente equilibrati.

Dopo aver sentito le tre campane di Guidi, Caria e Conti ho finalmente un po’ più chiaro perché uno dovrebbe venire a passare la vacanze a Varese (e precisamente nell’hinterland, a Induno Olona), ovvero organizzare un congresso, un matrimonio o una prima comunione su queste colline: per conservarsi allegro e in salute, proprio come appaiono gli edifici di Villa Porro Pirelli dopo cinquecento anni di ospitalità.
Per informazioni:
www.villaporropirelli.com