Tutto è iniziato a fine 2016 con un solo tavolo, a Piossasco, pochi passi da Torino verso Pinerolo nel ristorante di Simone Oberto e Naomi Sonoda. Torinese lui, appassionato di Giappone dove ha trascorso molti anni lavorando nel food, lei di Miyasaki, una località dell’isola di Aoshima nel sud del Paese, cantante lirica, appassionata di cucina.

Oggi i tavoli sono diventati quattro da due persone ed uno centrale per proseguire la tradizione, l’ambiente è un gioiello di design grazie all’estro creativo dello studio Fragomeni, sobria eleganza dove tutto si armonizza, dai pannelli di carta di riso, alle lampade, ai piatti, pezzi unici di Alberto Bagetto, un artigiano di Ciriè, alla mise en place dove le hashi sono appoggiate su un tappo di sughero, ma ci sono anche le posate!

Simone Oberto e Naomi Sonoda
Per gestire questo delizioso angolo di Giappone, nasce l’Associazione Inro & Netsuke, dal titolo di due libri-catalogo di un collezionista loro amico, Mario Coturi, che illustrano dei capolavori artistici in miniatura che accompagnavano i samurai. Una parentesi per vivere un’esperienza di cucina di casa, le proposte sono sostanzialmente di due tipi e molto diverse dalla versione proposta dai ristoranti tanto in voga nel nostro Paese: un menu di tre portate che compongono il pasto ideale a 35 € ed uno di cinque a 50 €. Acqua, vino o birra giapponese e sakè compresi.

Baccelli di soia da sbucciare, edamame, per aperitivo con la birra giapponese; un delizioso kinpira di carote in attesa del sushi, un brodo di tonnetto con salsa di soia e spinaci. Assolutamente da non perdere i loro Shumai, ravioli aperti ripieni di capocollo di maiale, porro, verza e zenzero. A seguire i cetrioli in salsa ponzu e zenzero; la polpetta di pollo Tsukune e per finire il Mochi Ice, un bocconcino di riso glutinoso caro alla tradizione giapponese ripieno di un rinfrescante gelato al sesamo nero.