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Gli alimenti ricchi di vitamina B non guariscono dal tunnel carpale

20 settembre 2016 | 15:55

La sindrome del tunnel carpale non si può risolvere solo con alimenti ricchi di vitamina B. La causa è anatomica, e se talvolta è temporanea, in altri casi può persistere per lunghi periodi fino ad esigere un intervento chirurgico. Alberto Lazzerini, responsabile della unità operativa di Chirurgia della mano di Humanitas, spiega le cause e i rimedi della malattia; riportiamo il suo commento tratto per intero da Humanitasalute.




Anche se la vitamina B ha un effetto protettivo sul tessuto nervoso, e quindi sulla vera sindrome del tunnel carpale, assumere alimenti ricchi di vitamina B non aiuta a ridurre il rischio di sindrome del tunnel carpale, una malattia della mano che provoca dolore e indolenzimento alle dita. Infatti, la sindrome del tunnel carpale ha cause anatomiche che non si possono risolvere con l’assunzione di alimenti ricchi di vitamina B che si trova in tacchino, patate dolci, riso integrale, semi di girasole, ceci, salmone, maiale e pollo oltre a orzo e banane.

La gravidanza, come tutte le condizioni che determinano ritenzione di liquidi e cioè l’uso di anticoncezionali, la menopausa, le malattie della tiroide, alcune terapie ormonali, il diabete, e altre, può far emergere i sintomi da compressione del nervo mediano al polso (sindrome del tunnel carpale). In alcuni casi si tratta di una situazione temporanea che si risolve spontaneamente una volta ristabilite le normali condizioni metaboliche, altre volte si tratta di una vera sindrome del tunnel carpale e la condizione metabolica costituisce solo l’occasione per manifestare la malattia con disturbi che persistono.

In questi casi, l’elettromiografia aiuta a perfezionare la diagnosi di sindrome del tunnel carpale. Inoltre, l’utilizzo di un tutore durante la notte pur aiutando ad alleviare i sintomi, non risolve il problema se alla base c’è una tale condizione di conflitto tra il nervo e il canale. In questo caso l’atto risolutivo è chirurgico.

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