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Vuoti di memoria, i sintomi che allertano sul rischio demenza

06 novembre 2019 | 17:09

Rovistare per ore nelle tasche della propria borsetta per poi scoprire che le chiavi della macchina erano sul tavolo, non ricordare di aver chiuso il gas, o avere una parola sulla punta della lingua e non trovarla. Capita a tutti, ma quando questi sintomi diventano preoccupanti? Ne ha parlato Alberto Albanese, responsabile di Neurologia in Humanitas in un articolo di Humanitasalute, che vi riproponiamo.

I vuoti di memoria possono nascondere sintomi di demenza (Vuoti di memoria, i sintomi che allertano sul rischio demenza)

I vuoti di memoria possono nascondere sintomi di demenza


In una vita stressante come quella moderna, in cui ci è richiesto sempre di essere iper-performanti e dove siamo costantemente bombardati dalla comunicazione e dalle troppe informazioni, la nostra capacità di ricordare può perdere colpi. «La memoria è compartimentalizzata e siamo chiamati ogni volta a rifocalizzare l’attenzione su cose diverse e non sempre riusciamo a essere così rapidi nel focalizzarci e nel ricordare tutto. Questo, entro certi limiti, è normale - ha rassicurato Albanese - In linea di massima, ci sono forme di demenza precoce, che presentano per esempio disturbi come difficoltà di orientamento in luoghi conosciuti, difficoltà nel riconoscimento di persone o nel ricordare cose molto consuetudinarie: questo può preoccupare, ma si tratta di forme rare e spesso genetiche».

I banali problemi di memoria quindi non sono preoccupanti di per sé, tanto più che questa facoltà può essere esercitata, sia attraverso esercizi (come le parole crociate o imparare e ripetere poesie, per esempio), sia imparando a focalizzare l’attenzione, concentrandosi bene su ciò che si fa e provare a spostare l’attenzione. «Contano anche lo stile di vita, la qualità dell’alimentazione e l’attività fisica - ha aggiunto lo specialista - È stato infatti dimostrato che lo stile di vita migliora le aspettative delle nostre funzioni cognitive».

Molti “smemorati” temono che ci sia un’effettiva correlazione tra avere problemi di memoria da giovani e sviluppare patologie come demenza o decadimento cognitivo nella terza età. Invece dimenticarsi dove si mettono le proprie cose, anche quelle che si usano più frequentemente, non implica necessariamente lo sviluppo di demenza in età anziana. In ogni caso, via libera alla prevenzione. La demenza vascolare, la cui causa è aterosclerotica, passa infatti attraverso la prevenzione dell’infarto cardiaco e quindi la salute del cuore.


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