Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
sabato 04 maggio 2024 | aggiornato alle 00:29| 104966 articoli in archivio

Ambrosia, parietaria, muffe e acari: le insidie autunnali per gli allergici

I sintomi sono comuni a quelli della primavera: starnuti, naso che cola, prurito e congestione nasale, lacrimazione e fotosensibilità, bruciore, arrossamento e prurito agli occhi. Bisogna intervenire con una terapia mirata.

16 novembre 2020 | 11:39

Orami è noto, le allergie non colpiscono solo in primavera. Con l’autunno, infatti, insieme alle temperature che calano e alle foglie che cadono, si diffondono alcuni allergeni.

In autunno proliferano l’ambrosia, la parietaria e in minor misura le graminacee - Ambrosia, parietaria, muffe e acari: le inside autunnali per gli allergici

In autunno proliferano l’ambrosia, la parietaria e in minor misura le graminacee

Alessandra Piona, responsabile di Medicina Generale di Humanitas San Pio X, in un articolo apparso su Humanitas Salute che pubblichiamo, spiega quali sono questi allergeni, i loro sintomi e gli esami da fare per una corretta diagnosi.


Acari, muffe, ambrosia, parietaria…
Questo è il periodo in cui proliferano l’ambrosia, la parietaria e in minor misura le graminacee, ma anche le allergie alle muffe e agli acari. Questi ultimi, presenti tutto l’anno, è però con l’abbassamento delle temperature dopo il periodo di caldo estivo che si diffondono maggiormente, mentre le muffe aprono le loro spore con il caldo e le diffondono nell’aria fino all’autunno.

Si tratta di allergie che possono presentarsi prevalentemente con disturbi respiratori simili a un forte raffreddore persistente, ma da non sottovalutare. Una diagnosi corretta, specie se il “raffreddore” si ripresenta ogni anno in questo periodo, è importante per valutare a quali allergeni si è allergici e porvi rimedio, evitando che i sintomi si ripresentino.

Quali sono i sintomi?
I sintomi delle allergie autunnali sono comuni a quelli dell’allergia primaverile, o in generale delle altre stagioni: starnuti ripetuti, naso che cola, prurito e congestione nasale, lacrimazione e fotosensibilità, bruciore, arrossamento e prurito agli occhi.

Nei casi più gravi l’allergia può sfociare in asma allergico, ma possono essere presenti anche allergie a più allergeni, come nel caso dell’allergia all’ambrosia che spesso è associata anche ad allergie ad altri pollini o agli acari. In alcuni casi, possono insorgere le cosiddette reazioni crociate con alcuni alimenti, spesso a seguito dell’ingestione di frutta o verdura, che si manifestano come reazioni allergiche, con prurito alla gola, talvolta, gonfiore a labbra, lingua o palpebre.

Quali gli esami per la diagnosi?
Con i sintomi di allergia è consigliato rivolgersi allo specialista per effettuare gli esami per la diagnosi e successivamente intervenire con una terapia mirata. Gli esami per la diagnosi, eventualmente anche di allergia crociata agli alimenti, sono eseguiti in ambulatorio con due esami specifici, il prick test e il dosaggio delle IgE specifiche.

Si tratta di esami che non richiedono alcuna preparazione specifica da parte del paziente, sono indolore e rapidi nell’esecuzione. In particolare, il prick test prevede la perforazione della cute con un aghetto che permette la penetrazione di una piccola quantità di allergene sotto la cute: se dopo 20 minuti compare un ponfo rosso e caldo intorno al punto dell’iniezione, allora il paziente è sensibile all’allergene iniettato. In alcuni casi, il risultato del prick test è supportato dalla ricerca delle IgE specifiche nel sangue, esame che si effettua con un prelievo di sangue venoso.

© Riproduzione riservata