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estate in vista

È tempo di diete, un italiano su 4 pronto a migliorare l'aspetto fisico. Ma attenzione al fai da te

Elisa Santamaria
di Elisa Santamaria
03 maggio 2023 | 07:30

Terminate le abbuffate delle festività di Pasqua - e i ponti del 25 aprile e del 1 maggio - circa 16 milioni di italiani si metteranno a dieta per migliorare il proprio aspetto fisico ed arrivare pronti al periodo estivo, generando così un giro d'affari da oltre 14 miliardi di euro. Ad affermarlo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che fornisce i numeri sul fenomeno e lancia l'allarme sulle diete self-made.

25 milioni di italiani sovrappeso 

Secondo l'Italian Barometer Obesity Report, in Italia le persone in eccesso di peso sono più di 25 milioni, e circa 6 milioni di individui, pari al 12% della popolazione, sono a tutti gli effetti obesi, con una incidenza maggiore al Sud (14%) rispetto al 10,5% del Nord-Ovest e del Centro - spiega Sima - La fine delle festività di Pasqua, assieme al rialzo delle temperature medie e all'avvio della bella stagione, spinge ogni anno una consistente fetta di popolazione a modificare le proprie abitudini alimentari con l'obiettivo di perdere peso e migliorare il proprio aspetto fisico.

Inizia la stagione delle diete: un italiano su 4 pronto a migliorare l'aspetto fisico

Prodotti dietetici, un business da 14 milioni di euro

In base alle stime della Società Italiana di Medicina Ambientale, saranno come detto circa 16 milioni (il 27,2% dei residenti) gli italiani che, al termine dei ponti del 25 aprile e 1 maggio, decideranno di iniziare una dieta, generando un business che supera i 14 miliardi di euro. Tanto vale infatti in Italia il mercato del cibo dietetico, ossia quei prodotti presentati al pubblico come a basso contenuto calorico, con pochi zuccheri o privi di zuccheri aggiunti, senza grassi, ecc. Solo per gli integratori alimentari, la spesa nel nostro paese ha raggiunto i 4 miliardi di euro - aggiunge Sima - Al tempo stesso si impenna la vendita dei farmaci per la perdita del peso che, a livello globale e secondo i numeri ufficiali, registrano un aumento del +25% solo nel primo trimestre del 2023. Il  75% di coloro che inizieranno una dieta alimentare ricorrerà tuttavia al "fai da te", reperendo informazioni sul web e modificando le proprie abitudini a tavola senza rivolgersi ad un professionista del settore. E qui nasce un rischio enorme per la salute dei singoli, generando ingenti  costi sociali determinati dall'alimentazione sbagliata, che incide fino al 10% sulla spesa sanitaria pubblica, con un impatto sulle casse statali di circa 13 miliardi di euro.

Diete malsane, in Europa sono oltre 950mila i decessi registrati

Infatti, come avevamo rivelato il 7 marzo scorso, seguire diete malsane costerebbe la vita a quasi un milione di persone all’anno in Europa: sarebbero infatti oltre 950mila i decessi registrati ogni anno nel vecchio Continente attribuibili a regimi alimentari sbagliati, come evidenziato dai dati presentati durante la Winter School 2023 di Motore Sanità, a Pollenzo (Cn), evento patrocinato dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) spiega: «Grazie alla dieta mediterranea l’Italia si colloca come il Paese con il record di longevità in Europa con oltre 17mila ultracentenari. Il primato italiano è però minacciato da un progressivo abbandono della dieta mediterranea da parte di almeno il 40% della popolazione, con conseguenze presto visibili non solo sulla salute e sull’aspettativa di vita dei cittadini, ma anche sulla salubrità dell’ambiente, la qualità delle produzioni alimentari tipiche nazionali e le relative ricadute economiche e sociali».

Un momento della Winter School 2023 di Motore Sanità, a Pollenzo (CN)

«La dieta mediterranea, riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come uno dei modelli più sani – aggiunge il professor Miani - investe la salute dei cittadini, legata alla qualità dei prodotti alimentari e la salute del pianeta, legata a modelli produttivi a basso impatto ambientale; infatti, è riconosciuta dalla Fao come uno dei modelli più sostenibili e dall’Unesco come patrimonio dell’umanità».

Della stessa opinione il professor Giorgio Calabrese, specializzato in Scienza dell'Alimentazione, docente universitario, consulente Scientifico del Ministero della Salute e ricercatore, è uno dei maggiori esperti mondiali in materia di diete e nutrizione. «Noi abbiamo inventato la dieta mediterranea, la migliore in assoluto, e ci siamo legati ai modelli degli americani che seguono diete iperproteiche e sono il popolo più obeso al mondo».

Le diete miracolose non esistono

Ogni anno arrivano da oltreoceano mode alimentari che, come anticipato, portano molti italiani ad accantonare la dieta mediterranea in cambio di miracolosi programmi per dimagrire o in grado di regalare giovinezza eterna. Tra gli ultimi esempi giunti alle cronache, quello del cantante portoricano Ricky Martin, che a 51 anni vanta ancora un fisico giovanile e addominali scolpiti, grazie una alimentazione controllata e a una costante attività sportiva, come ha raccontato, in un’intervista a Vogue. Tra i suoi segreti di salute e bellezza ci sarebbe uno shot – un bicchiere da bere in un colpo solo - di limone, miele e aglio che il cantante assumerebbe al risveglio intorno alle 5.30/6 del mattino, e beve uno.

La star portoricana Ricky Martin, 51 anni

Un drink salutare che aiuterebbe a rinforzare il sistema immunitario. Ma la lista dei personaggi famosi che osservano regimi alimentari originali e si proclamano adepti di un trend alimentare, è sempre molto lunga. «Si seguono le mode ma queste diete non solo fanno danni, ma finisce che si riprendono i chili persi con interessi da usurai -sottolinea il professor Calabrese -. Ad esempio, seguendo le diete prive di carboidrati, quando non ne possiamo più torniamo alle vecchie abitudini, e poi riprendiamo i chili persi e anche di più. Sono diete squilibrate e fanno male alla salute e sono inutili. Hanno effetti momentanei e sono dannose».

Il professor Giorgio Calabrese

L'ultima moda: i beveroni

A proposito di bevande straordinarie, negli Stati Uniti si starebbe diffondendo l’«healthy aging shake»: un frullato «per l'invecchiamento sano» che promette di far ringiovanire di almeno vent'anni. È fatto con frutti di bosco, polvere di collagene, burro di mandorle o noci, verdure a foglia scura, olio MTC (cioè con trigliceridi a catena media) e latte di mandorle o di noci macadamia. Una ricetta che, anche in questo caso, arriva da una star, si tratta di Mark Adam Hyman, medico, conduttore televisivo e scrittore autore di numerosi bestseller, tra i quali Young Forever: il suo ultimo libro dal titolo promettente che, letteralmente, vuol dire «Giovani per sempre».

Hyman ha condiviso la sua ricetta prima sul suo profilo Instagram e poi l'ha commentata di recente con alcuni magazine on line, spiegando come una colazione a base di questo frullato, ogni giorno dopo un allenamento di mezz'ora, è il suo primo grande segreto per mantenersi giovane. L’ennesima formula per mantenersi giovane in forma va dunque a sommarsi a quelle che si sono susseguite negli anni in un periodo in cui grande diffusione stanno avendo i beveroni arricchiti di proteine.

Il trend: beveroni iperproteici

«I beverono iperproteici sono inutili», continua il professor Calabrese che sottolinea come l’organismo abbia bisogno di valori nutrizionali bilanciati: «Bambini e anziani devono assumere il 15% di proteine al giorno, mentre per gli adulti il valore scende al 12% adulti», dunque diete eccessivamente ricche di proteine rientrano a pieno titolo tra quei comportamenti alimentari pericolosi per la salute.

«La dieta mediterranea è una religione alimentare equilibrata – ribadisce il professore -: non a caso tutte le diete spariscono dopo 3, 4 anni». C’è solo un modo per seguire una dieta dimagrante restando in salute: «Bisogna andare da un dietologo – conclude Calabrese - la dieta deve essere fatta su misura, la dieta più equilibrata  è la dieta mediterranea che va poi adatta in base alle analisi, allo stile di vita, allo stato di salute di ognuno».

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