Masticare è uno di quei movimenti che facciamo senza pensarci, più volte al giorno, seduti al ristorante come a casa. Capita però che, all’improvviso, un gesto così naturale diventi fastidioso o addirittura doloroso. Un disturbo che può avere molte facce e che spesso mette in difficoltà davanti al piatto, perché il dolore non si limita a rovinare il pasto: può essere il segnale di qualcosa che merita attenzione.

Masticazione dolorosa: cosa può significare e quando preoccuparsi
Quando la mandibola protesta: i disturbi più comuni
Spesso la causa più comune è legata ai disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare, quella piccola cerniera che collega la mandibola al cranio e che lavora incessantemente ogni volta che parliamo o mangiamo. Quando qualcosa non funziona alla perfezione, si avverte una fitta che può irradiarsi dall’area vicino all’orecchio verso le tempie, scendere sulle guance e arrivare persino al collo. Talvolta compaiono scatti e piccoli rumori articolari, come se la mandibola si muovesse fuori sincronia. In altri casi il dolore emerge solo davanti a cibi molto caldi o molto freddi, un segnale che indirizza verso problemi del cavo orale, dalle carie alla gengivite fino alla parodontite. Non bisogna poi dimenticare l’infiammazione del nervo trigemino, capace di provocare dolori acuti anche quando la masticazione è minima.
Un sintomo, molte cause: tutte le condizioni da considerare
Proseguendo nell’analisi, il dolore durante la masticazione può essere collegato a un ventaglio molto ampio di condizioni, alcune frequenti e altre molto rare, ma tutte meritevoli di essere considerate. Tra le patologie associate rientrano anche artrite e artrosi, bruxismo, otiti, sinusiti, parotiti e scialoadeniti. Come riportato dagli esperti di Humanitas Salute, ci sono poi situazioni più complesse come la sclerosi multipla, la polimialgia reumatica, la calcolosi salivare, il tetano, i tumori alle ghiandole salivari o gli esiti di traumi. Anche l’infarto miocardico e l’attacco cardiaco, in alcuni casi, possono dare dolore irradiato alla mandibola. Infine, fra i fattori sistemici, viene indicata persino l’ipercolesterolemia. L’elenco è lungo e non esaustivo, ma è utile per capire quanto diversi possano essere i punti di partenza di un sintomo all’apparenza banale.
Cosa fare davvero: specialisti, rimedi e quando chiedere aiuto
Di fronte a un ventaglio così ampio di cause, orientarsi da soli non è semplice. Le figure di riferimento sono il dentista, lo gnatologo, il chirurgo maxillo-facciale e l’otorinolaringoiatra. Solo dopo una valutazione completa si può arrivare a una diagnosi precisa e quindi a una strategia di trattamento adeguata. Nel frattempo, alcuni rimedi possono dare sollievo: gli antinfiammatori aiutano nelle fasi più acute, mentre gli impacchi caldi o freddi tendono a ridurre il fastidio muscolare. Chi soffre di bruxismo trova spesso beneficio nell’uso notturno del bite, che evita di serrare i denti eccessivamente durante il sonno. Nei periodi più difficili, modificare la dieta scegliendo cibi morbidi e limitando chewing-gum e alimenti troppo duri può fare la differenza, perché riduce lo sforzo articolare e muscolare.
Arrivando poi alla domanda cruciale - quando bisogna preoccuparsi? - molto dipende dal contesto. Se il dolore compare dopo un trauma, il passaggio in Pronto Soccorso è obbligato per escludere fratture o lesioni. Negli altri casi, se il fastidio persiste o incide in modo evidente sulla vita quotidiana, conviene parlarne con il medico di famiglia, che potrà indirizzare verso lo specialista più adatto e gli esami necessari. Ignorare il sintomo non è la strategia migliore, soprattutto quando coinvolge una funzione così essenziale e ripetuta come la masticazione.