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Vitamina D in estate: sospendere l'integratore? Non sempre, ecco quando e perché

di Redazione Italia a Tavola
22 luglio 2025 | 08:30

Con l'arrivo dell'estate, in molti si chiedono se sia il caso di interrompere l'assunzione di vitamina D. Del resto, il nostro organismo la produce da sé grazie all'esposizione al sole, e in teoria i mesi estivi dovrebbero bastare per garantirne una quantità adeguata. Ma la realtà è più complessa. Come spiega il biologo nutrizionista Luca Avoledo, esperto in naturopatia, sospendere o meno la vitamina D durante la bella stagione non è una decisione automatica. Dipende da diversi fattori, che vanno valutati caso per caso.

Vitamina D in estate: sospendere l'integratore? Non sempre, ecco quando e perché

Integratori di vitamina D: d’estate si possono sospendere?

Oggi la vitamina D è tra le sostanze più discusse e prescritte, non solo da endocrinologi ma anche da medici di base, geriatri, immunologi e persino oncologi. Si assume per prevenire o trattare l'osteoporosi, sostenere il sistema immunitario, ridurre il rischio di cadute negli anziani, contrastare la sarcopenia e supportare alcuni protocolli terapeutici in ambito autoimmunitario e cardiometabolico. Il suo ruolo è fondamentale nella regolazione del metabolismo di calcio e fosforo, nella salute delle ossa e nella modulazione delle difese immunitarie. Eppure, per molti resta il dubbio se continuare o no l'integrazione nei mesi caldi.

Vitamina D, si può sospendere l'integratore d'estate? Ecco cosa sapere

Per capire se si può fare a meno dell'integratore in estate, serve una valutazione attenta. La sintesi cutanea di vitamina D, che avviene grazie ai raggi Uvb, rappresenta infatti la principale fonte per l'organismo: circa l'80-90%. Solo una minima parte arriva dalla dieta, e neppure troppo facilmente, visto che gli alimenti ricchi di vitamina D non sono molti - pesce grasso, tuorlo d'uovo, fegato - e non sempre fanno parte dell'alimentazione quotidiana. Il punto è che la capacità di produrla con l'esposizione al sole dipende da una serie di variabili non scontate. Innanzitutto, la quantità e la qualità dell'esposizione. La pelle deve essere esposta al sole diretto, senza filtri solari, per almeno 15-30 minuti al giorno, in orari in cui i raggi UVB sono efficaci (non al mattino presto o al tramonto), e tutto questo varia anche in base alla latitudine e al tipo di pelle.

Se d'estate si passa il tempo all'aria aperta, si va al mare o in montagna, e si prende il sole in modo regolare, è possibile che la sintesi naturale basti. Ma tra chi lavora in ufficio, usa creme protettive, indossa abiti coprenti o esce in orari poco utili, questa produzione si riduce drasticamente. Anche i livelli pregressi di vitamina D nel sangue contano. Chi ha valori bassi durante l'anno - inferiori a 30 ng/mL, o addirittura sotto i 20 - difficilmente riuscirà a compensare la carenza con il solo sole estivo. Al contrario, se i valori sono già buoni (sopra i 40-50 ng/mL) e la persona è sana, allora una riduzione del dosaggio o una pausa temporanea possono essere valutate con maggiore serenità.

Vitamina D in estate: sospendere l'integratore? Non sempre, ecco quando e perché

Per capire se si può fare a meno dell'integratore in estate, serve una valutazione attenta

Ci sono poi condizioni specifiche in cui l'interruzione estiva non è raccomandata. È il caso, ad esempio, di chi soffre di osteoporosi, ha avuto fratture da fragilità, presenta un iperparatiroidismo secondario o convive con patologie infiammatorie croniche. In questi casi, la vitamina D rientra spesso in una terapia articolata, che non può essere modificata senza il parere del medico. Un altro fattore da non sottovalutare è il peso corporeo. In chi è in sovrappeso o obeso, il tessuto adiposo trattiene la vitamina D, rendendola meno disponibile. Questo significa che anche con un'esposizione solare sufficiente, la quantità realmente efficace può risultare insufficiente, rendendo utile il proseguimento dell'integrazione. E poi c'è la questione dell'età. Le persone anziane, pur esponendosi al sole, hanno una ridotta capacità di sintetizzare vitamina D a livello cutaneo. Il che vuol dire che, anche d'estate, non sempre riescono a farne scorta in modo adeguato.

In sintesi, la decisione di sospendere o meno la vitamina D nei mesi estivi non può essere generalizzata. Per alcune persone, può avere senso ridurre o interrompere temporaneamente l'assunzione. Per molte altre, invece, anche il sole estivo non è sufficiente a garantire livelli ottimali. Il consiglio di Avoledo è pratico e semplice: prima dell'estate, o alla fine della primavera, valuta di controllare i tuoi livelli ematici di vitamina D. È un modo utile per capire se puoi affrontare i mesi caldi senza integrazione, oppure se è il caso di proseguire con un dosaggio di mantenimento. Ma soprattutto, parlane con il tuo medico: ogni corpo ha le sue esigenze, e anche d'estate la salute non va lasciata al caso.

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