Mangiare una manciata di mandorle ogni giorno può fare bene all’intestino e al cuore. È quanto emerge da due nuove ampie ricerche, presentate a Milano il 29 settembre, che confermano come questo frutto secco favorisca la crescita dei batteri intestinali benefici e la produzione di acidi grassi a catena corta, in particolare il butirrato, sostanza preziosa per la salute digestiva e cardiovascolare.

Due nuovi studi confermano: mandorle protagoniste per intestino e cuore
Il potenziale effetto prebiotico delle mandorle
Il primo studio, promosso da Almond Board of California, ha raccolto e analizzato le evidenze disponibili sul potenziale effetto prebiotico delle mandorle. I prebiotici sono sostanze capaci di nutrire i batteri buoni presenti nell’intestino crasso, aiutandoli a crescere e a mantenere un microbiota equilibrato e diversificato. Una condizione che sostiene la digestione, rafforza il sistema immunitario e, secondo ricerche emergenti, può persino giovare alla funzione cerebrale. La revisione ha mostrato come le mandorle possano avere un ruolo significativo come alimento funzionale con effetto prebiotico, migliorando l’equilibrio della flora intestinale, aumentando i livelli di Bifidobacterium, Lactobacillus e Roseburia e stimolando la produzione di composti benefici come gli acidi grassi a catena corta.

Mandorle, prebiotico naturale che sostiene i batteri benefici dell’intestino
«Questa ricerca suggerisce che le mandorle agiscono come prebiotici, contribuendo a sostenere la salute dell'intestino » ha dichiarato il professor Jack Gilbert dell'Università della California San Diego, coautore del documento. «Le mandorle contengono fibre alimentari, polifenoli e carboidrati non digeribili come gli oligosaccaridi, che forniscono i loro effetti prebiotici. Questi nutrienti vengono metabolizzati dai batteri intestinali benefici, favorendone la crescita e producendo composti benefici come gli acidi grassi a catena corta». Lo studio ha preso in considerazione esperimenti in vitro, studi clinici e revisioni sistematiche, arrivando alla conclusione che esistono prove solide a sostegno del ruolo prebiotico delle mandorle. Restano tuttavia necessari ulteriori approfondimenti, soprattutto con metodi standardizzati. «Ulteriori ricerche aiuteranno a determinare la quantità di mandorle necessaria e la durata del loro utilizzo per ottenere benefici per la salute dell'intestino» ha detto Gilbert.
L’asse intestino-cuore e la salute cardiovascolare
Il secondo lavoro di ricerca, anch’esso sostenuto da Almond Board of California, ha invece spostato l’attenzione sul legame tra intestino e cuore. I ricercatori hanno analizzato numerosi studi, sintetizzando i risultati in un discussion paper che mette in relazione il consumo di mandorle con la salute cardiovascolare e il microbioma intestinale. Le conclusioni sono in linea con quelle del primo studio: le mandorle stimolano la crescita di batteri benefici e la produzione di butirrato, ma al tempo stesso contribuiscono a ridurre il colesterolo Ldl e la pressione sanguigna.
Secondo gli autori, questi due aspetti non sono slegati, anzi. L’impatto positivo sull’intestino può influire sulla salute cardiaca, attraverso quello che viene definito asse intestino-cuore. «L'asse intestino-cuore è un'area di interesse emergente ed entusiasmante nella ricerca cardiovascolare e la nostra revisione della letteratura suggerisce che le mandorle possono influire positivamente su questo aspetto» ha dichiarato il dottor Ravinder Nagpal, coautore dell'articolo. «Mangiare mandorle sembra regolare il microbioma intestinale, promuovere la crescita di batteri benefici e aumentare la produzione di butirrato. Nel complesso, ciò contribuisce ad alleviare l'infiammazione e a sostenere la funzione metabolica. Ciò potrebbe contribuire a spiegare i numerosi effetti cardioprotettivi delle mandorle».

Le mandorle rafforzano l’asse intestino-cuore
Gli studiosi riconoscono che servono ulteriori dati per chiarire come l’intestino e il cuore interagiscano e quale sia l’impatto diretto del consumo di mandorle. Ad oggi mancano, infatti, studi mirati che valutino nello specifico come le sostanze prodotte dal microbiota dopo il consumo di mandorle influenzino la salute cardiometabolica. Entrambi i lavori, però, si muovono nella stessa direzione di un recente consensus paper, che ha ribadito il ruolo delle mandorle nello stimolare la crescita di batteri benefici e la produzione di sostanze utili al metabolismo.
Fibre, polifenoli e nutrienti: cosa rende speciali le mandorle
A spiegare meglio perché le mandorle mostrino un simile potenziale prebiotico sono le loro stesse caratteristiche nutrizionali: una porzione da 30 grammi fornisce 4 grammi di fibra, 6 grammi di proteine, 13 grammi di grassi insaturi e solo un grammo di grassi saturi, oltre a 15 nutrienti essenziali come magnesio, potassio e vitamina E. Le fibre, i polifenoli e gli oligosaccaridi agiscono da carburante per i batteri intestinali, favorendone lo sviluppo. Ecco perché, oltre a rappresentare uno spuntino pratico, le mandorle possono arricchire piatti dolci e salati, dai cereali allo yogurt fino a curry, insalate o paste saltate.
«Questi due importanti studi scientifici confermano quanto da tempo consigliato dalle società scientifiche internazionali: il consumo regolare di frutta secca e, quindi, anche delle mandorle può avere effetti positivi sullo stato di salute generale, proprio a partire dall’intestino. In questi nuovi studi le mandorle vengono a ragione definite come dei veri e propri prebiotici poiché ricche di fibre, macronutrienti, antiossidanti come la vitamina E e polifenoli, sostanze preziosissime per il microbiota in quanto favoriscono lo sviluppo di batteri cosiddetti buoni e utili al nostro benessere, aiutando a rafforzare in primis le difese immunitarie e la salute del cuore» ha commentato infine il professor Michelangelo Giampietro, specialista e professor in Medicina dello sport e in Scienza dell’alimentazione.