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Vinitaly International Academy Ambasciatori del vino italiano nel mondo

29 ottobre 2015 | 11:11

Il vino italiano non ha bisogno di essere migliorato, ma se si dicesse che non ha bisogno di presentazioni… sarebbe falso. Ecco perché, come racconta Stevie Kim (nella foto), managing director di Vinitaly International, ha deciso di formare una scuola, la Vinitaly International Academy, con ambasciatori che “insegnano” il vino italiano nel mondo. Un progetto che sta riscuotendo successo e comincia a dare già i primi frutti.

A destra: Stevie Kim

Del resto uno dei momenti fondamentali della promozione del vino nel mondo da parte di Vinitaly è proprio quello della comunicazione perché, spiega Stevie Kim, «oggi il vino italiano di qualità è molto diffuso. Un tempo si parlava di vini “buoni” solo per pochi esemplari, oggi sono tante le etichette di valore. Quindi la cosa necessaria è comunicare questa qualità, questa “bontà” del vino italiano, che diamo per certa. All’interno della bottiglia c’è qualcosa, e questo deve essere comunicato al pubblico in modo estremamente semplice».

Una delle difficoltà da tempo segnalata dalla managing director è il gran numero di vitigni e di territori del nostro paese. Come si può comunicare questa varietà in modo semplice? «Perché l’azienda spicchi tra le altre, quello che conta non sono le dimensioni o i numeri. Quello che interessa è che ognuna deve essere sorretta da una storia personale, una storia da raccontare che sia caratteristica, originale. Senza questa individualità, il prodotto di quella particolare azienda si perde nel marasma generale della comunicazione. Ci sono talmente tanti prodotti, che è necessario per ogni vino avere una storia originale».



Avere una storia originale può essere un requisito in più per partecipare a eventi che Vinitaly promuove in giro per il mondo. «Quando ho iniziato a lavorare per Vinitaly - dice Kim - si parlava di 175mila produttori di vino, ognuno con un gran numero di etichette. La questione sta tutta nel riuscire a raccontare la propria storia, ad esempio, a un cinese o a un americano». Un compito che, in un certo senso, risulta difficile anche per un italiano, per questo è importante enfatizzare questo aspetto».

Vinitaly International ha creato per questo un gruppo di ambasciatori che girano il mondo per formare gli stranieri sul vino italiano. Un meccanismo che sembra funzionare bene: «Ho dato questo titolo elegante - conclude Stevie Kim - che contiene un po’ tutto: Vinitaly International Academy. Quello che stiamo cercando di fare è una sorta di “lavaggio del cervello”, stiamo istruendo pochi ma capaci soggetti, che a loro volta riescono a trasmettere il messaggio, la passione del vino italiano. Su questo progetto io sono cautamente ottimista!».

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