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Aglianico, vitigno a bacca rossa dalle antiche origini

Piera Genta
di Piera Genta
17 gennaio 2016 | 10:13

A bacca rossa, dalle origini antiche, intimamente legato all’area del Vulture della Basilicata e alla colonizzazione greca del territorio. Ricco di sinonimi, se ne ricorda almeno una trentina, il suo nome, secondo molti, deriva da Ellenico che si trasforma in Aglianico intorno al XVI secolo. Un’altra teoria vuole che il nome derivi dalla città di Elea, l’antica polis greca che sorgeva sulla costa tirrenica campana. Citato nella corrispondenza del cardinale Sforza, nei trattati di Prospero Rendella nel 1600, nella monografia sui vini prodotti in Basilicata di Ottavio Ottavi nel 1870, ma assume importanza solo all’inizio del secolo scorso.



Nel Registro nazionale delle uve da vino ci sono due distinte varietà: l’Aglianico, coltivato soprattutto a Taurasi in Campania, e l’Aglianico del Vulture diffuso in Basilicata. Più di recente, approfondite indagini molecolari, ampelometriche e biochimiche, effettuate per mezzo del dna e svolte dall’istituto agrario di S.Michele all’Adige, hanno permesso di stabilire che l’Aglianico e l’Aglianico del Vulture possono essere biotipi della stessa varietà avendo la stessa identità genetica.

Il vitigno è diffuso in Molise ed in alcune province abruzzesi, in Puglia nella doc Castel del Monte, nella zona viticola più settentrionale della Calabria, alle pendici meridionali del monte Pollino, dove l’Aglianico viene accompagnato dal Greco Nero ed ancora è autorizzato in alcune zone della Sicilia e della Sardegna. Negli ultimi anni il vitigno viene coltivato in California e Australia, dato che si sviluppa in climi prevalentemente soleggiati.

Vitigno di grande potenzialità, molto ricco di polifenoli, il vino che si ottiene è di colore rosso rubino, caratterizzato da intensi profumi fruttati e floreali che virano verso sfumature speziate e più complesse con l’invecchiamento. In bocca è asciutto, pieno, corposo e strutturato e si abbina ottimamente ai piatti importanti, arrosti, brasati e formaggi stagionati. Essendo un vitigno scontroso, i suoi tannini hanno bisogno di un lungo invecchiamento che ci dona un prodotto di grande finezza, struttura ed eleganza da essere definito Barolo del sud.

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