Dopo il successo ottenuto a Milano lo scorso anno, Durello&Friends, l’evento dedicato alle bollicine autoctone della ristretta area collinare tra Verona e Vicenza, è arrivato a Roma per iniziativa del Consorzio di tutela vini Lessini Durello in collaborazione con l’Ais (Associazione italiana sommelier). Tra gli eventi previsti, “Discover Durello” a cura della "Wine and food coach” che per tre settimane coinvolgerà 40 noti locali romani, tra enoteche, pub e ristoranti, per far conoscere meglio al pubblico le caratteristiche di queste bollicine “alternative”.

L’evento di apertura si è svolto all’Hotel A.Roma con una degustazione alla presenza di tutti i produttori e in abbinamento ai sapori della tradizione berico-scaligera a cura di Lessinia Food, Ai banchi d’assaggio, insieme al Durello, spumante territoriale per eccellenza, erano presenti i “Friends”, gli spumanti che partecipano a “Challenge Euposia-Bollicine dal Mondo” che riunisce in un unico appuntamento espressioni enologiche accomunate dal Metodo Classico tra cui quelle di Messico, India, Giappone, Andorra, Regno Unito, Brasile e Argentina, oltre ad alcune maison dello Champagne. Nell’occasione è stato presentato lo studio commissionato dal Consorzio di tutela a Wine Monitor della Nomisma per conoscere le nuove tendenze di consumo degli spumanti.
«Con questa grande manifestazione a cui hanno aderito tutti i 22 produttori - ha detto il presidente del Consorzio, Alberto Marchisio - vogliamo far conoscere questa eccellenza delle nostre colline. Non è una viticoltura facile, con pendenze notevoli, e dobbiamo ringraziare alcune aziende storiche che, credendo in questi vini, hanno intrapreso un percorso che nel 1987 ha portato alla Doc. Ma con “Durello&Friends” insieme alle nostre etichette vogliamo focalizzare anche il territorio: paesaggi bellissimi da vivere in diversi modi».

Alberto Marchisio
È la Durella l’uva autoctona che dà vita a questo spumante di grande struttura e freschezza, una delle denominazioni più dinamiche e originali nel panorama delle denominazioni venete che conquista quote di mercato sempre più significative. Gli spumanti di territorio non sono più oggi il semplice completamento di gamma da parte delle cantine ma il risultato consapevole di scelte produttive mirate a soddisfare consumatori sempre più alla ricerca di bollicine di qualità che parlino una lingua propria.
In base a dati recenti, secondo il Consorzio, gli spumanti “alternativi”, classificati come “altri”, tra i quali rientra il Durello, registrano una crescita nei consumi del +5% a fronte di un +3% degli spumanti “tradizionali”. La tendenza è confermata dall’indagine Nomisma, illustrata alla tavola rotonda coordinata dalla responsabile della comunicazione Lucia Vesentini a cui hanno partecipato oltre ad Alberto Marchisio presidente del Consorzio, il suo direttore Aldo Lorenzoni, la delegata Ais Roma Angelica Mosetti,
Ian D’Agata, direttore scientifico della Vinitaly International Academy e Denis Pantini della Wine Monitor della Nomisma.
«Oggi è indispensabile prima di tutto capire a chi ci rivolgiamo - ha precisato Alberto Marchisio - perché solo in questo modo saremo in grado di tarare il nostro messaggio e di far comprendere il valore delle nostre produzioni. Il Lessini Durello non è un semplice spumante: è un vino moderno, vista soprattutto la crescente richiesta dell'ultimo periodo, ma è anche il simbolo di una viticoltura eroica, fatta di uomini e di donne che da generazioni operano sui Monti Lessini».
Lo studio Nomisma ha rivelato abitudini di consumo e percezioni spesso approssimative sulle caratteristiche distintive delle bollicine, ma anche la disponibilità del consumatore a provare nuove tipologie di spumante e a pagarlo qualcosa in più se si tratta di una Doc, se nasce da un vitigno autoctono e se viene prodotto in un determinato territorio.
«La diversità è sempre un valore - ha detto Ian D’Agata - e il Durello soddisfa queste tre esigenze». La zona di produzione del Lessini Durello comprende 366 ettarisulle coline veronesi e 107 su quelle vicentine. Sono 428 i viticoltori che producono l’uva Durella e 23 le aziende che fanno il vino. Ad oggi quelle socie del Consorzio sono 22, e tutte hanno aderito all’evento romano. Tra quelle storiche c’è la Fongaro, il cui fondatore Guerrino fin dal 1975 scelse di privilegiare la coltivazione della Durella.
Nicola Dal Maso
Oggi alla guida, alla terza generazione, c’è
Matteo Fongaro, attivissimo nella promozione, in Italia e all’estero, del Metodo Classico delle sue sei tipologie, in maggioranza Durella in purezza. Ma c’è anche
Nicola Dal Maso, alla quinta generazione dell’azienda che fa vini da 150 anni, sempre valorizzando le cultivar autoctone. Enologo, formatosi a San Michele Appiano e in Francia, ha da qualche anno avviato un progetto per spumantizzare, con riferimento alla filosofia aziendale e ai nuovi gusti dei consumatori.
Ed ha acquistato quattro ettari con viti di Durella datate 40 anni. Attualmente vinifica con il Metodo Charmat perché per il Classico deve attendere altri due anni. «Un metodo - precisa - rivendicato dai francesi ma che - secondo testi del Seicento fu inventato in Emilia Romagna».
Ai banchi di assaggio c’è anche un produttore di appena 17 anni: Fabio Tirapelle che dal padre Nicola ha appreso know how e soprattutto la passione e l’amore per la terra. Anche una signora del vino e sommelier,
Elena Cavazza, si occupa attivamente dell’azienda di famiglia di Montebello Vicentino come addetta al marketing, alla comunicazione e all’ospitalità. Ampia la gamma di vini prodotti, dai classici come Gambellara al Tai Rosso fino alle selezioni e ai passiti. Dai 5 ettari di uva Durella vengono circa 15mila bottiglie in due tipologie.
Elena Cavazza
«Vogliano rappresentare il nostro territorio di origine vulcanica e basaltico - dice Elena Cavazza - ed enfatizzare i profumi e gli aromi dell’uva che deve essere perfetta a settembre per poi intervenire pochissimo in fase di vinificazione». Stessa cura applicata da
Fabrizio Bastianelli dell’azienda di Gambellara che alla sua etichetta ha dato il nome di una dea della bellezza: Aglaia. Ma tutti i produttori continuano a credere ed a investire in questa denominazione che pur molto apprezzata non può vantare grandi numeri.
«Quella del Durello - dice il direttore del Consorzio
Aldo Lorenzoni - può essere la storia giusta al momento giusto perché il consumatore, se le bollicine funzionano, è sempre più curioso di provare le novità, con un giusto rapporto qualità-valore». L’uva Durella è ambientata da secoli nel territorio. Forse era la “duracinus” dalla buccia spessa di cui scriveva Plinio, ma certamente era la “durasena” citata in alcuni documenti del XIII secolo.
Un editto della Repubblica Veneta inoltre imponeva il suo uso nelle navi come corroborante. La denominazione Lessini Durello nasce per tutelare gli spumanti autoctoni mentre gli altri vini del territorio che non vengono spumantizzati, con la Durella ma anche con altri vitigni locali e internazionali, fino ai passiti, rientrano nella denominazione Monti Lessini. Il Durello può essere vinificato col metodo Charmat se si cerca una maggiore morbidezza e un quadro aromatico più fresco mentre il Metodo Classico conferisce una struttura più importante e complesse note aromatiche.
La giornata di presentazione di Durello&Friends al’Hotel A.Roma si è conclusa con la consegna dei Premi Durello 2016 ad Anna Scafuri (Giornalista del Tg1), a Ian D’Agata come “Ambasciatore del Durello” e all’Enoteca Graziani per la Ristorazione. Il Premio Speciale “Carattere Durello” è stato consegnato a Padre Ottavio Fasano, frate cappuccino impegnato a Capo Verde dove è riuscito con determinazione ad allestire una piccola filiera vitivinicola, con agricoltura eroica, alle pendici di un vulcano.
Queste le aziende presenti a Roma per Durello&Friends 2016 e che partecipano a Discover Durello in 40 locali della capitale fino al 30 novembre: azienda agricola Bellaguardia, Ca' Rugate, Cantina di Monteforte d’Alpone, Cantina di Soave, Casa Cecchin, Casarotto, Cavaggioni Lino, Cavazza, Collis Veneto Wine Group, Corte Moschina, Dal Maso, Fattori, Antonio Franchetto, Fongaro, Marcato, Menmade, Montecrocetta, Sacramundi, Sandro De Bruno, Tamaduoli, Tirapelle Nicola, Cantina Tonello, Cantine Vitevis.