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Un tour delle cantine al 50° Vinitaly alla ricerca dei profumi della Penisola

Cinzia Dal Brolo
di Cinzia Dal Brolo
26 aprile 2016 | 15:49

Quest'anno ho deciso che avrei dedicato a Vinitaly una sola giornata, con lo scopo di visitare alcune aziende che avevo precedentemente selezionato. Così è stato, anche se non sono mancate delle piacevoli sorprese. Dopo un passaggio iniziale al Padiglione 1 Emilia Romagna, dove ho assaggiato due ottimi vini della cantina Manaresi, Pignoletto Colli Bolognesi Classico Docg, e un Merlot Colli Bolognesi Doc, mi sono trasferita al padiglione 2 Sicilia, regione che adoro.



Qui si sono susseguiti incontri, dibattiti e degustazioni che hanno registrato grande partecipazione sia da parte degli addetti ai lavori e della stampa, sia di appassionati. Ho partecipato al convegno “La Sicilia a tavola: una rete di imprese al servizio dell'agroalimentare di qualità”, seguendo con interesse gli interventi di Antonello Cracolici, assessore regionale dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e delle pesca mediterranea, di Giovanni Greco, presidente Cva, e di Mario Filippello, segretario regionale Cna Sicilia. Focus degli interventi: un nuovo progetto regionale, finalizzato a valorizzare i prodotti del territorio, attraverso una rete di imprese che condividono lo stesso obiettivo.

In prima linea i vini siciliani ed i loro produttori, e grandi novità: dall’e-book sull’innovazione e la sostenibilità realizzato dall’Irvo alle degustazioni di vini siciliani e prodotti tipici sino al tema sul riconoscimento Igp per l’olio extravergine d'oliva dell’Isola. L'esperienza del Vinitaly è stata molto fruttuosa:la Doc Sicilia, a due anni dal suo riconoscimento, è cresciuta del 50%. Mentre l’imbottigliamento ha registrato un incremento, rispetto al 2014, dell’8 per cento, arrivando nel 2015 a 217 milioni di bottiglie tra Dop e Igp.



Ripreso il giro tra i produttori, ho fatto una sosta allo stand Donnafugata, storica azienda siciliana, i cui vini e le loro etichette sono un omaggio all'arte e alla letteratura. Di grande struttura e molto versatili, i vini delle Cantine Donnafugata, esprimono eleganza e morbidezza, aroma e gusto. Originale, nella filosofia e nella struttura, lo stand Tasca d'Almerita ha presentato l'isola e le aree vitivinicole attraverso i disegni dell'illustratore Gianluca Biscalchin. Materiali semplici, leggere strutture in legno chiaro, erbe aromatiche dell'isola, fanno da corollario alle affollate degustazioni. Sui vini c'è poco da aggiungere, altissimo livello qualitativo, grande professionalità dello staff.

Da Sud a Nord, qui a Vinitaly, il passo è breve; entrata nel Padiglione 4, dedicato al Veneto, mi sono sentita a casa, incontrando colleghi, amici e produttori. Tra le mani avevo l'invito di Col Vetoraz, prestigiosa azienda di Valdobbiadene (Tv), che per l'occasione ha presentato alcuni assaggi preparati da Enzo De Prà, del ristorante Dolada, Plois in Pieve d'Alpago (Bl), 1 stella Michelin: Sarde in saor alla veneziana con cipolla dolce nostrana, pinoli e uvetta passolina siciliana; tagliere con salame dell'Alpago e pane aromatizzato al cren, abbinati a Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg. Un vino spumante aromatico, proveniente dai miglior vigneti dell'omonima area, che, essendo poco estesa, produce quantità limitate.



Senza intaccare, minimamente, la qualità; nel 2015, infatti, questo spumante si è aggiudicato la medaglia d'oro al Concorso internazionale Vinitaly. Riconoscimento meritato per un territorio unico e prezioso, ma anche per la Cantina Col Vetoraz, che produce anche altre tipologie di spumante. Giro di boa e mi sono addentrata nel Padiglione Toscana, uno dei più gettonati; qui ho scoperto i meravigliosi vini del Podere La Regola, di Riparbella (Pi), sulla costa toscana, da sempre terra di grandi cru. Per l'occasione, ho degustato un ottimo Strido (100% Merlot) e un Montescudaio Rosso Doc in abbinamento con un tagliere di salumi e formaggi toscani.

Il tempo stringe, ormai è tardo pomeriggio; a parte una breve sosta per un panino, la giornata si è consumata tra degustazioni, incontri, convegni. Ogni anno è una faticaccia, ma c'è la soddisfazione di incontrare e conoscere persone che fanno il loro mestiere con passione e volontà, consapevoli del la ricchezza del territorio italiano e del grande business che ruota attorno al vino.

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