Gli interessati sono stati tutti avvisati, nessuna trappola. Invitato ad alcuni incontri-assaggi-pranzi a Milano e Brescia ho voluto approfondire con esperti e produttori di vini l'annata in corso e le aspettative future.
Domanda a bruciapelo al delegato
Ais di Brescia
Alessandro Caccia e al sommelier
Nicola Bonera: «Quanto vi è di concreto nel fenomeno Franciacorta?». Risposta di entrambi: «L'80% è vera qualità, la sostanza insomma c'è; il 20% delle cantine non sono all'altezza».

Fin qui due persone che quotidianamente lavorano a contatto con tutta la filiera vitivinicola. Altrettanto sincera la risposta di
Paolo Pizziol, anima assieme alla famiglia Bianchi - gran capitano Roberta - della cantina
Villa, oltre 200mila bottiglie, in prevalenza bollicine, sull'annata 2017: «La nostra produzione - causa eventi atmosferici - è stata ridotta dell'80%. Inutile nasconderlo, ci siamo salvati con un 20% di gran qualità e grazie alle riserve che abbiamo in cantina delle annate precedenti». A Monticelli Brusati sono stati sinceri, anche se il capostipite Alessandro Bianchi, durante gli auguri natalizi, avrebbe voluto dare un calcetto negli stinchi al genero.
A Milano invece abbiamo fatto il punto con i rappresentanti di
Castel Sallegg, cantina di Caldaro, sull'omonimo lago a Bolzano. Origini nobili e antiche dalla quale escono 160mila bottiglie. Il Pratum è il bianco di punta assieme al moscato rosa. Interessanti ed a prezzo abborabile, sui 20 euro. «Per noi l'annata è stata discreta - ha detto l'enologo dell'azienda, al 54 di Pier della Francesca - gli eventi atmosferici ci hanno colpito per il 30%. Non ci lamentiamo. Dal mercato estero arrivano le migliori soddisfazioni. I vigneti di proprietà - oltre 30 ettari - della famiglia Kuenburg portano i segni di un passato movimentato con una solida tradizione che consente di continuare la leggendaria attività vitivinicola».
Dalle montagne dell'Alto Adige alla Valverde, in provincia di Brescia, a Botticino, una vera e propria enclave dove si produce un forte e robusto vino rosso definito da Veronelli il "Barolo della Lombardia". Cinque aziende in tutto, spicca fra di esse la famiglia Noventa. Marito, moglie e due figlie - la super esperta Alessandra - con i generi che dedicano anima e corpo a questo nettare che nasce nelle cave di marmo in un microclima unico. Un vino tanto buono quanto raro, che riconcilia con il buon bere. Strepitoso il Pià della tesa, lo sanno soprattutto i giapponesi che ne fanno man bassa. E in periodo di festività con tante "ciofeghe" in giro vale la pena degustarlo. Si viaggia sui 14-15 gradi e fra i 25-30 euro a bottiglia, ma come scrive Paulo Coelho, «Vivi oggi ciò che gli altri sognano di vivere nel futuro». E buone feste!