La Fondazione Masi ricorda con affetto e commozione la scomparsa dell'imprenditore vicentino scomparso il 27 aprile. Premiato nel lontano '83 per il valore della tradizione veneta nell'economia nazionale.
Quella del 1983 era la terza edizione del
Premio Masi. A ricordarlo è stato, a nome dell'azienda,
Sandro Boscaini, vicepresidente della Fondazione Masi.
Piero Marzotto (foto: Globalist)
«Lo incontrai per comunicargli che la giuria lo aveva scelto assieme al Ministro Bruno Visentini: la sua spontanea reazione fu "Non me dovete premiare, ma Casa Marzotto". "Casa" infatti è il concetto sinonimo più ricco e composito di famiglia e allude a una dimensione in qualche modo speciale rispetto alle vicende di ordinaria fortuna imprenditoriali».
Un’idea perfetta per quel casato di industriali veneti, nato nell’800, e proseguito in una storia densa di figure di spessore lungo le generazioni dei capo-azienda, fino ad arrivare a Piero, che, come ricorda la Fondazione Masi, al momento della premiazione dichiarò: «Ricordo mio padre Gaetano e il declinare giorno dopo giorno la sua corporate social responsability, tramandandola anche a me; e lo stimolo che mi derivò dal suo pensiero "arriva un tempo in cui la prudenza si identifica con l’audacia, perché la timidezza e la lentezza di agire sono imprudenza"». Principi, questi, a detta di
Piero Marzotto, che aprirono il grande libro di Casa Marzotto.
A quanto ci tiene a ricordare la Fondazione stessa, da quell'anno Piero Marzotto fu sempre vicina alle attività Masi e non mancò di sottolineare come l'Amarone del Premio fosse il "suo" vino veneto per gli ospiti di riguardo.
Per informazioni:
www.fondazionemasi.comwww.marzottogroup.it