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Farnese Vini e il brand Italia Asia e Africa sono gli obiettivi

02 agosto 2018 | 16:47

Dalle prospettive in Africa agli ottimi risultati dall'Asia: Farnese Vini continua la sua mission di export del brand Italia. «Sogno di coprire il 100% dei mercati del mondo», ha detto Valentino Sciotti, ad di Farnese.

«Ma è impossibile - ha proseguito - perché in certi è persino illegale importare alcolici...». Un paradosso quindi, questo che l'ad di Farnese, ha utilizzato per commentare le ottime performances all'estero del gruppo da lui presieduto, che già esporta il 96,6% della propria produzione, in 82 Paesi diversi.

(Farnese Vini e il brand Italia Asia e Africa sono gli obiettivi)

I dati forniti da Mediobanca hanno registrato un exploit del vino italiano in Asia nel 2017 (+21,1% le vendite sul 2016), dove si realizza però solo il 4,2% dell’export. Cresce anche il Sud America (+20,1%), pur rappresentando appena l’1,4% del fatturato estero delle aziende vinicole italiane. Il Nord America è aumentato del 5,7% per una quota pari al 31,9%; Africa, Medio Oriente e Paesi europei non Ue hanno rappresentato il 9,1% del totale (crescita del 5,8%).

E sono proprio le prospettive in Africa ad attirare le attenzioni di Farnese Group: «Quello sarà il continente del futuro - spiega Sciotti - per la nostra produzione. Certo, occorre ragionare nel medio-lungo periodo, perché oggi ancora le difficoltà sono forti: ma siamo convinti che il Vecchissimo Continente possa diventare assai ricettivo per i vini italiani». Già i francesi ci fanno ottimi affari, «e noi non dobbiamo aver paura, o vergogna, di ispirarci a loro. Paesi come Nigeria, Angola, e in generale tutti quelli in cui esiste un forte turismo, sono sbocchi interessantissimi in prospettiva. Certo, siamo in ritardo: ma perché dobbiamo per questo lasciare tali mercati a chi li ha valorizzati per primi, ossia sudafricani e francesi? Sono stati più svelti e bravi di noi? Non è detto che debba essere così anche in futuro».

Valentino Sciotti (Farnese Vini e il brand Italia Asia e Africa sono gli obiettivi)
Valentino Sciotti

Fari puntati sull'Africa, dunque. Ma intanto numeri d'oro, per Farnese, giungono dall'Asia. «Questo è un continente pronto, nel breve-medio periodo». Sbagliato pensare solo a mercati come quello cinese e quello indiano, «dove peraltro gli australiani stanno facendo business, grazie anche ai dazi doganali Usa. Io vedo un quadro molto positivo, che va oltre alla Cina: noi in Vietnam, tanto per fare un esempio concreto, abbiamo chiuso il 2017 con 800mila euro di fatturato e un prezzo medio pari a quello che abbiamo totalizzato in Svizzera!».

I motivi sono presto detti, e rendono chiare anche le dinamiche prossime di mercati ancora giovani: «I consumatori di tali Paesi, dove non esiste una cultura enologica consolidata, vedono nel vino un consumo di prestigio, e nella bottiglia anche uno status symbol. Cercano, quindi, prodotti di fascia alta, non entry level». Per troppi anni i player italiani hanno approcciato questi mercati puntando sul basso prezzo, come fosse la chiave di volta del successo: «Ed è stato un grossolano errore: perché il brand Italia richiama eccellenza, lusso, dalla moda al design. Il vino deve proporsi con la stessa logica, e sfruttando al meglio tale vantaggio competitivo.

(Farnese Vini e il brand Italia Asia e Africa sono gli obiettivi)

Dunque: vini eccellenti, non necessariamente già blasonati (tanto il blasone è sconosciuto, da quelle parti) e con packaging accattivante, raffinato. «Chi beve vino nei Paesi asiatici cerca la distinzione, e dunque vuole un prodotto eccellente, ma anche esteticamente bello». Proprio come le bottiglie Farnese.

Per informazioni: www.farnesevini.it

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