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“La Lupinella”, l’amore per la terra si ritrova nei vini di qualità

di Maria Pizzillo
14 ottobre 2019 | 16:45

È un arrivo a Milano in grande stile quello dell’azienda La Lupinella perché i vini parlano del territorio di origine che finora non è mai stato identificato come area particolarmente vocata per la viticoltura di qualità. Tant’è che Vittoriano Bitossi, imprenditore del settore della ceramica, aveva acquistato questi 13 ettari di vigna - ubicati a Montespertoli e Vinci - non per dedicarsi alla produzione di vino, ma solo per una sorta di riconoscenza ad un territorio che fornisce l’argilla alla famiglia Bitossi per la produzione delle loro ceramiche.

Le tre etichette portate in degustazione (La Lupinella, l’amore per la terra si ritrova in vini di qualità)

Le tre etichette portate in degustazione

Saranno i figli, Marco e Cinzia, negli anni ‘90 a decidere di accentuare la vocazione de La Lupinella ad essere il simbolo della natura come sistema autosufficiente, in grado diciamo, di prendersi cura di se stessa, attingendo dalle proprie risorse per mantenere la propria identità. Seguirà la decisione di imbottigliare il vino ottenuto da uve Sangiovese e Trebbiano - in vigna sono presenti anche Canaiolo e Colorino - coltivati con i metodi dell’agricoltura sostenibile, biologica e integrale mettendo l’ambiente e il suo equilibrio al centro e l’intervento umano che, tassativamente, non deve in nessun modo alterarne i ritmi.

Per portare avanti questo progetto, Manuela Marzi, moglie di Marco, che ha il compito di gestire l’azienda avvalendosi del supporto della terza generazione dei Bitossi vignaioli - figli e nipoti - coinvolge l’enologo Luca D’Attoma e i risultati li abbiamo visti alla degustazione organizzata a Milano.

Qui infatti, abbiamo degustato i tre vini prodotti da La Lupunella - nome perfetto per rappresentare il progetto realizzato dalla famiglia Bitossi come si vede anche dalle etichette disegnate dall’artista americano Don Carney - “La Lupinella bianca, Trebbiano Toscana Igt 2018”, “La Lupinella rosa. Rosato Toscana Igt 2018”, “La Lupinella rossa, Chianti Docg 2017”, fermentati in orci, che rappresentano un recupero innovativo della tradizione vinicola toscana.

“La Lupinella bianca” è una grande interpretazione del Trebbiano che, se si ha qualche dubbio su questo vitigno, beh, possiamo dire che in questo caso è superato dai profumi floreali e dalla vivace freschezza, bilanciata dagli aromi fruttati e dalla struttura consistente di un grande vino che ti lascia con un finale piacevolmente ammandorlato.

La Lupinella rosa, Sangiovese in purezza, si presenta con un colore rosa tenue di tipo provenzale, con delicati profumi di fiori e una piacevole nota agrumata. Il primo impatto, in bocca, è la freschezza sostenuta da una buona acidità ben bilanciata. Sapido, suadente, una lunga persistenza gustativa da farne quello che può essere definito un vino contemporaneo.

Il Chianti, cioè La Lupinella rossa, è un esempio di vino frutto del connubio tra tradizione toscana e pratiche enologiche avanzate e innovative. E, quindi, ottima espressione di Chianti, che al bouquet di note floreali con sfumature speziate, fa seguire, in bocca, una freschezza ben bilanciata da una trama tannica molto fine che dona al vino una bellissima beva. Per la sua produzione si segue il sistema di tre diversi affinamenti in cimento, in tonneau, in botte grande.

Dice la signora Marzi: «A La Lupinella non ci si limita ad escludere i prodotti chimici. Il lavoro in vigna, attento e quotidiano, è eseguito solo manualmente, ed è indispensabile per conoscere ogni singolo metro di terra e sostenere al meglio il vigneto e affrontare i problemi nel momento in cui si presentano. La biodiversità si contrappone alla tecnica monocolturale che depaupera il terreno. Un’elevata vitalità microbica combinata ad un’adeguata copertura erbacea è la chiave per avere un suolo sano e vitale. La scelta dei vitigni autoctoni, selezionati attraverso un’attenta zonazione, connota la naturale espressione varietale, evitando che sia indispensabile un pesante intervento umano per preservarne l’integrità e conferisce al vino una spiccata identità territoriale».

La massima cura destinata al terreno e al vigneto è la stessa dedicata in cantina.

Per informazioni: www.lalupinella.com

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