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Mornasca Autoctono dell’Oltrepò Pavese

Piera Genta
di Piera Genta
18 agosto 2019 | 12:14

Di origine sconosciuta, essendo molto produttivo questo vitigno veniva utilizzato nella prima metà del secolo scorso per soddisfare la domanda di grandi quantitativi di vino del Milanese.

Presente nei vigneti di Mornico Losana (Pv) già prima della fillossera, la Mornasca veniva vinificata in uvaggio con altre varietà a bacca rossa e, in misura minore, consumata come uva da tavola. Nel secondo dopoguerra cadde nell’oblio, al punto che non figurava tra le varietà iscritte al registro nazionale nonostante che fino agli anni ’60 ceppi di Mornasca fossero presenti in tutti i vigneti della zona.

(Mornasca Autoctono dell’Oltrepò Pavese)
Mornasca (foto: Cascina Gnocco)

La riscoperta avvenne nel 2005 grazie al “Progetto Autoctoni” di Domenico Cuneo, titolare di Cascina Gnocco, un’iniziativa nata dal desiderio di raccontare il territorio con solo uve originarie della zona. Uno studio condotto dall’Università di Milano nel 2010 portò all’iscrizione nell’elenco dei vitigni autorizzati per la Provincia di Pavia. L’areale è quello dell’Oltrepò Pavese, una zona piuttosto umida, alla quale la pianta si è adattata maturando una buona resistenza alle malattie fungine.

Il vino che si ricava si presenta di un bel colore rosso rubino vivace con sfumature porpora. Spiccano i frutti rossi, tra cui ciliegia e prugna, accompagnati da note speziate e di vegetale secco talvolta con un leggero sentore di liquirizia. Se affinato in legno, nel bouquet si inseriscono note vanigliate. Oltre che in purezza, la Mornasca può essere utilizzata in uvaggio per conferire tannicità e complessità ai vini a base Barbera. Particolare lo spumante metodo Classico rosé. Il vitigno è ammesso nella Igp della Provincia di Pavia.

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