Momento storico per la quinta edizione dell'Académie du Champagne 2020, l'evento del Bureau du Champagne Italia dedicato all’alta formazione che si è svolto in streaming con 180 persone collegate da ogni parte d’Italia. L’Académie du Champagne 2020 si è articolata su tre seminari con la degustazione di sei differenti cuvée.

Il kit di degustazione composto da 6 bottiglie da 375 ml
Il piano per ridurre del 75% le emissioni entro il 2050L'inizio con un approfondimento sul progetto di
sviluppo sostenibile della filiera dello
Champagne. L'intervento di
Pierre Naviaux, chef de projet Développement Durable del Comité Champagne, in diretta da
Epernay, ha fatto il punto sulle azioni messe in campo dalla Champagne, la
prima regione viticola al
mondo a
misurare la sua
impronta carbonica (circa 20 anni fa) e ad aver dato vita a un piano per ridurre del 75% le sue emissioni entro il 2050.
La strategia di
sviluppo sostenibile avviata in Champagne tiene conto della frammentazione molto ampia con 34mila ettari su 280mila appezzamenti anche molto piccoli e comprende delle azioni collettive per il miglioramento continuo.
Obiettivo: 100% viticoltura ecologicaIl
progetto collettivo ha come obiettivo di arrivare al 100% viticoltura ecologica che si basa su tre principi fondamentali del loro disciplinare:
più agronomia e meno agrochimica quindi il
ripristino degli
equilibri naturali della
biodiversità con un programma di ricerca ottenere dei vitigni resistenti alle malattie ma con la tipicità della Champagne strategie alternative e viticoltura di precisione. In prospettiva l’utilizzo dei
robot in
vigneto.
Terroir,
biodiversità e
paesaggio altri temi toccati per raggiungere un
ecosistema in
equilibrio. Sono stati oggetto di esame la gestione e il monitoraggio dell’inerbimento, le infrastrutture agroecologiche, lo stato della flora e della fauna. E ancora i
trasporti con la limitazione del trasporto su gomma e per via aerea sviluppando il traffico fluviale e marittimo; l’economia circolare con la gestione delle vinacce che da
rifiuti diventano carburante,
mangini per
animali,
compost.
E anche una
bottiglia più
leggera, nel 2010 la filiera dello Champagne ha alleggerito del 7% il peso della bottiglia (da 900 a 835 grammi). L’effetto su imballaggi e trasporti ha permesso una riduzione delle emissioni pari a 8mila tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti a una flotta di 4mila veicoli.
Come definire lo stile della MaisonSecondo intervento con
Sylvie Collas, responsable du service Vin del Comité Champagne alla scoperta
dell’assemblaggio: la diversità della
materia prima, le
tecniche di elaborazione e il ruolo
dell’enologo per definire lo
stile della
Maison. Tre vitigni con caratteristiche diverse, cru con 319 comuni con 8 sottozone che esprimono una grande varietà di suolo, esposizione, altitudine; le annate, l’utilizzo dei vins de réserve. La diversità nell’elaborazione con o senza
malolattica, l’influenza del
contenitore legno o
acciaio e per finire lo stile della Maison portato dall’esperienza dello
chef de cave e della sua équipe.
La degustazioneIn degustazione
tre campioni nel formato di mezza bottiglia che tutti hanno effettuato la
malolattica.
Deutz Brut classic 12% prodotto dai tre tipici vitigni della zona presenti in egual misura di diversi terreni. La fermentazione avviene in acciaio; l’assemblaggio vede un’alta proporzione di vini di riserva. Due anni sui lieviti, 2016 annata dominante. Molto preciso con leggere note floreali e frutta matura evidente. Pizzico di tostatura. Ricco e complesso in generale. Una buona freschezza.
Joseph Perrier Cuvée Royal brut 12% chef de cave donna Nathalie Laplaige. Assemblaggio di tre vitigni provenienti da territori emblematici. Utilizzo del 20% dei vins de réserve. Tre anni sui lieviti. Occorre lasciarlo qualche minuto nel bicchiere. Fresco e floreale con piacevoli note agrumate. Bella struttura dal corpo rotondo.
Duval-Leroy Fleur de Champagne Brtu Premier Cru 12% chef de cave Sandrine Logette-Jardin, è stata una delle prime chef de cave donna in Champagne. 70% Chardonnay della Côte des blancs e 30% Pinot Noir Montagne di Reims. Quattro anni sui lieviti. Frutti bianchi maturi, molto elegante, ricco e persistente. Ritorna la vaniglia, una piacevole evoluzione.
Ultimo intervento con
Bernardo Conticelli, Ambasciatore dello Champagne per l’Italia nel 2015 che ha affrontato come si declina l’assemblaggio nel bicchiere con qualche indicazione sugli abbinamenti.
Perrier-Jouet Grand Brut 12% 20% Chardonnay, 40% Pinot noir e 40% Meunier provenienti da 50 cru differenti. Vinificazione in acciaio malolattica svolta, 10% vins de réserve. Venti mesi sui lieviti. Si presenta con note floreali, delicato, fresco con un buon equilibrio nelle componenti agrumate. Ideale per aperitivo.
Pommery Brut Apanage 12,5% 40% Chardonnay, 30% Munier, 30% Pinot noir da 17 cru soprattutto Montaigne di Reims. Malolattica svolta 30% vins de réserve, 45 mesi sui lieviti. Complesso con un impronta aromatica più presente. Minerale e sapido e note di tostatura dovuta all’invecchiamento più lungo.
Barnaut Grande réserve Grand Cru brut 12,5% azienda familiare, Récoltant Manipulant. 66% Pinot Noir 34% Chardonnay, tre Grand Cru, parte sud della Montagne di Reims. 30% vins de réserve tenuti in acciaio e in bottiglia, 36 mesi sur lattes. Molto complesso, con note ossidative. Naso complesso sulle note di maturità, spezia e frutta secca. Bella acidità.