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Dall’uva trentina Rossara vini morbidi e fruttati

Piera Genta
di Piera Genta
01 marzo 2020 | 16:42

Rossara è una varietà a bacca nera coltivata da sempre nella piana Rotaliana in Trentino, una valle che per secoli è stata zona di confine (il termine longobardo significa valle del dazio). Veniva citata in documenti dell’Ottocento e dava un vino semplice, beverino destinato al consumo del viticoltore. Negli ultimi trent’anni, come altri autoctoni, la sua coltivazione è stata lentamente abbandonata per lasciar posto al Teroldego, per essere poi riscoperta solo di recente.

Uva Rossara - Dall’uva trentina Rossara vini morbidi e fruttati

Uva Rossara

È un vitigno molto rigoglioso e resistente ed i suoi acini sono ricchi di sostanze aromatiche. Il colore rosso chiaro della buccia a maturazione accomuna la Rossara trentina ad alcuni vitigni con la stessa origine semantica del nome (Rossana, Rossanino, Rossola, Rossetta, Rossolina, ecc.) ma geneticamente molto distanti. Numerosi i sinonimi, gli esperti sostengono che appartenga alla famiglia genetica delle Schiave.

Si ottiene un vino dal colore rubino tenue, la sua componente aromatica ricorda il fruttato di mela appena raccolta a cui si aggiungono sentori di selvatico. Il gusto è delicatamente morbido, giustamente acidulo e leggermente tannico. Si accompagna alla perfezione con la mortandella (salume tipico della Val di Non) e con la lucanica (altro salume trentino).

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