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I vini di Milano dai 60 ettari di Poderi di San Pietro

Guido Gabaldi
di Guido Gabaldi
09 marzo 2021 | 17:01

Se è vero che i vini s’identificano anzitutto a partire dal territorio, cosa può caratterizzare un vino di Milano? La sorpresa, anzitutto, perché collegare la città dei grattacieli all’italiana al dio Bacco magari non scandalizza i commensali, ma ci va vicino. Consapevole di dover sorprendere, Poderi di San Pietro presenta le sue bottiglie più caratteristiche nel corso di una breve e intensa degustazione a distanza: l’azienda vitivinicola non è esattamente a Milano ma sulla collina di San Colombano, specie di panettone non più alto di 140 metri posto nel bel mezzo della Pianura Padana, a far da spartiacque tra le province di Milano, Lodi e Pavia. Il centro della metropoli, comunque, dista solo mezz’ora d’auto.

Le uve di Poderi di San Pietro, coltivate vicino al centro di Milano

Le uve di Poderi di San Pietro, coltivate vicino al centro di Milano

60 ettari di vigneti sulla collina di San Colombano
I 60 ettari di vigneti collinari dell’azienda sono destinati a produrre Croatina, Barbera, Uva rara, Merlot, Cabernet e Pinot Nero, come bacca rossa; Chardonnay, Trebbiano, Cortese e Malvasia per il bianco. Poderi di San Pietro è di proprietà della famiglia Toninelli e parte nel 1998 con l’intento di modernizzare la storia produttiva di San Colombano, ed anche l’approccio: in un territorio caratterizzato dal vino da bere giovane, tutto Barbera e Croatina, poca esportazione e consumo locale, i Toninelli portano una ventata di novità e ambizione.

I 60 ettari di vigneto della famiglia Toninelli
I 60 ettari di vigneto della famiglia Toninelli

Tecnologia e internazionalizzazione
«Abbiamo voluto - racconta l’enologo dell’azienda Roberto Gerbini - internazionalizzare le coltivazioni introducendo piante non autoctone ma adatte a confrontarsi col mercato ad ampio raggio: e così siamo arrivati a produrre 200mila bottiglie all’anno, e i nostri contatti vendono in Cina, Giappone, Svizzera, Germania e Stati Uniti, principalmente. Dal punto di vista tecnologico l’impegno è stato altrettanto grande, visto che ora le nostre cantine sono dotate di moderne vasche in acciaio termo-condizionate, di un generatore d’azoto per proteggere il vino dall’azione dell’ossigeno e di una modernissima linea di imbottigliamento. La filosofia aziendale è espressa al meglio da 4 punti cardinali, i vini in degustazione: Morosa, Amphora Moris, Rosso di Valbissera e Trianon. I nomi spesso fanno riferimento alle zone collinari di provenienza delle uve, ed è il nostro modo di ancorarci nella storia e nella geografia, dato che da queste parti il vino si produce da secoli».

La degustazione dei 4 vini di punta
«Il primo, Morosa, è un bianco composto di Chardonnay, Cortese e Trebbiano, un uvaggio che rispecchia perfettamente l’impostazione data alla produzione, essendo composto di un’internazionale e due autoctone. Al naso si sente subito la frutta disidratata tipica di Cortese e Trebbiano, abbinata alla vaniglia, data dall’affinamento in legno, che rende il corredo aromatico non banale. L’assaggio fa scoprire la nocciola tostata ed un grande equilibrio. L’abbinamento più immediato è il tradizionale risotto giallo: nonostante l’intensità dello zafferano, la personalità del “Morosa” non teme il confronto».

Il Rosso di Valbissera
Il Rosso di Valbissera

«Il secondo è l’Amphora Moris, che per l’appunto affina in anfora di grès porcellanato, materiale totalmente inerte ma poroso come il legno, inteso a permettere una maturazione totalmente neutrale. È un blend di Chardonnay e Verdea, quest’ultima un’uva storica della collina, dalla buccia spessa, ricca di colloidi. Fermenta in acciaio e poi passa in anfora per almeno 14 mesi. La leggera sovramaturazione della materia prima già si vede dal colore giallo dorato; al naso subito si sprigiona il floreale e poi il
pepe nel finale; degustato, è di robusta struttura, alcolico e sapido».

«Passando ora ai rossi, il Rosso di Valbissera è un assemblaggio di Croatina, Barbera e Uva rara (che non supera il 10%), vinificate separatamente: un’attenzione particolare è dedicata ai tannini, per ottenere il massimo equilibrio. Il colore è un rubino molto profondo, il naso rivela subito l’apertura floreale dell’Uva rara, e in secondo piano ciliegia sotto spirito e tabacco dolce; in bocca è avvolgente e caldo, tendente al dolce per i suoi polialcoli. Il Valbissera è per noi molto importante anche dal punto di vista storico: è quello che ci è servito per farci conoscere».

I rossi di Poderi di San Pietro, in abbinamento a risotto allo zafferano o a salumi tipici del posto
I rossi di Poderi di San Pietro, in abbinamento a risotto allo zafferano o a salumi tipici del posto

L’ultimo protagonista da presentare è il Trianon, da Cabernet Sauvignon e Merlot, una riserva che nasce da una rigorosa selezione in vigneto. L’affinamento avviene separatamente in barriques di rovere francese per almeno 24 mesi. Il coloro è rosso cupo, all’olfatto l’apertura è alcolica, seguita da liquirizia, anice stellato, pietra focaia, che è poi la nota classica del Cabernet. Al palato è setoso, la vaniglia conferita dal legno si armonizza con un cenno di cioccolato, il bilanciamento tra componenti diverse è ottimale. Facile abbinarlo con la selvaggina, o anche con il filetto alla brace».

Abbiamo assaporato una piccola parte del catalogo di Poderi di San Pietro: volendo si potrebbe continuare con gli spumanti, come la Serafina Extra Dry, il Pinot Rosè, la Cuvée San Pietro Brut, ma ci sembra che una nuova identità milanese sia stata già ben tracciata dalle 4 bottigile di cui sopra. Nuova solo per chi voglia riposare sugli allori delle vocazioni vitivinicole già consacrate, dal tempo e dal mercato: ma al di là del Monferrato, delle Langhe, del Chianti e dell’Aquitania, il territorio da scoprire è immenso, come lo spirito di iniziativa della famiglia Toninelli ha saputo dimostrare dal 1998 ad oggi. Gliene siamo grati, se ora è più facile per tutti abbinare un rosso setoso o un bianco speziato a un risotto allo zafferano, a un salume tipico della tradizione italiana, e infine alla dinamicità di Milano.

Per informazioni: www.poderidisanpietro.it

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