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Sì di Bruxelles al Pignoletto: nasce la Dop Emilia-Romagna

Davide Bortone
di Davide Bortone
18 dicembre 2023 | 19:34

Si apre il sipario sulla nuova Dop Emilia-Romagna. La commissione europea ha dato il via libera alla denominazione che si propone di valorizzare il Pignoletto, uva simbolo della regione. La denominazione unisce gran parte delle province di Bologna e Modena e parte di quella di Ravenna. Quattordici milioni di bottiglie circa per la seconda Dop regionale, dopo il Lambrusco. Il disciplinare prevede un minimo dell'85% di Pignoletto, in uvaggio con altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione in Emilia-Romagna, o con i vitigni a bacca nera Pinot Nero e Pinot Grigio (vinificati in bianco). Resa massima dell’uva non superiore al 70% e imbottigliamento limitato alla zona di produzione, «al fine di salvaguardare la qualità dei vini della Dop Emilia-Romagna, garantirne l'origine e assicurare tempestività, efficacia ed economicità dei controlli».

Sì di Bruxelles al Pignoletto: nasce la Dop Emilia-Romagna

La raccolta del Pignoletto in Emilia Romagna

Le caratteristiche della Dop Emilia-Romagna

La Dop Emilia-Romagna, che per la tipologia Pignoletto potrà giovarsi delle denominazioni nazionali Doc e Docg, viene prodotta nelle categorie "Vino", "Vino spumante", "Vino spumante di qualità" (Vsq) e "Vino frizzante". Può essere prodotta anche nelle tipologie passito e vendemmia tardiva. Ciascuna tipologia viene descritta con i rispettivi parametri nel disciplinare di produzione nel documento unico. Tranne che per le tipologie passito e vendemmia tardiva, è previsto un titolo alcolometrico volumico totale minimo del 10,5%. Fissati anche i parametri dell'acidità totale minima (4 g/l), dell'estratto non riduttore minimo (14 g/l).

I vini nascono in un clima continentale caldo ma ventilato, su terreni di origine alluvionale e ad alto contenuto di ciottoli e limo. Anche l’escursione termica tra il giorno e la notte in estate aiuta le uve a raggiungere una maturazione ottimale, preservando le loro proprietà aromatiche e acide, garantendo freschezza ai vini. In particolare, gli spumanti sono moderatamente aromatici, fruttati e presentano un’acidità percettibile. I vini fermi si distinguono per le note floreali e per l'apprezzabile mineralità.

La Commissione europea, nella motivazione del riconoscimento della Dop, sottolinea quanto «la competenza dei viticoltori locali giochi un ruolo importante per il marchio». Il riferimento è al savoir-faire dei vignaioli «nella scelta del portinnesto e del sistema di allevamento, nella gestione della chioma, nella regolazione dell'approvvigionamento idrico e nelle tecniche innovative di produzione dello spumante».

 

Plauso ai produttori dalla Regione: «Tipologia di grande successo»

«Da Bruxelles - commentano Stefano Bonaccini e Alessio Mammi, presidente e assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna - arriva un riconoscimento importante per la vitivinicoltura regionale, frutto del grande lavoro fatto nei principali territori vitivinicoli e su etichette che stanno raccogliendo premi e buona reputazione. Questo risultato contribuisce a rafforzare il patrimonio delle nostre denominazioni di origine e indicazioni geografiche attraverso la produzione di Pignoletto, tipologia di grande successo. L’Emilia-Romagna ha una posizione consolidata nel mondo del vino, con un'importante crescita sul mercato interno e su quello estero. In questi ultimi anni abbiamo visto un'evoluzione economica e produttiva con etichette e cantine che hanno conseguito premi e riconoscimenti, segno di un innalzamento della qualità».

«Con l’intero settore vitivinicolo - continuano i rappresentanti regionali - siamo impegnati su diversi fronti con molti progetti in grado di catalizzare le risorse disponibili verso una maggiore sostenibilità e per affrontare sfide che facciano crescere i territori, dal cambiamento climatico all’economicità delle attività. Complimenti dunque al Consorzio e alle imprese che ne fanno parte. Grazie soprattutto a loro, il nostro territorio ha ottenuto il riconoscimento definitivo a livello europeo di una produzione alla quale siamo particolarmente legati, per il successo ottenuto in questi anni e per la capacità di rappresentare in modo preciso l’area geografica di produzione, posta tra Emilia e Romagna».

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