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Marco Caprai presenta in anteprima l’annata 2019 dei Sagrantini

Annamaria Tossani
di Annamaria Tossani
13 marzo 2023 | 11:36

Nella stupenda cornice del ristorante Chic Nonna di Vito Mollica in Saletta Beatrice a Firenze, Marco Caprai illustre produttore di vini con l’Azienda di famiglia Arnaldo Caprai, ha presentato in anteprima l’annata 2019 dei propri Sagrantini con tutte le loro sfaccettature espressive. Abbiamo assaggiato insieme Collepiano, Valdimaggio, 25 Anni Montefalco Sagrantino DOCG, Passito Montefalco Sagrantino DOCG 2018 e Spinning Beauty Montefalco Sagrantino 2012 affinato per 10 anni in barrique. In abbinamento i piatti di Vito, la cui cucina pluripremiata non si smentisce mai. Durante la presentazione Marco Caprai ha illustrato l'annata 2019 dei suoi Montefalco come una annata fra le migliori degli ultimi anni per la maturità polifenolica e una grande intensità olfattiva: caratteristiche perfette - per poterla rendere unica.

Marco Caprai presenta in anteprima l’annata 2019 dei Sagrantini

Il vino in degustazione

La presentazione

Una anteprima fai da te che suscita stupore fra gli addetti ai lavori. E che Marco Caprai motiva cosi: «Oggi circa 80 aziende producono o imbottigliano Sagrantino. Montefalco comincia a essere un distretto, e il Sagrantino è il centroavanti che fa da perno a tutto il nostro sistema, anche in chiave turistica e di piccole economia» ha aggiunto, ma il Consorzio ha programmato l'Anteprima ad aprile. «E' troppo tardi, - ha affermato Caprai - non posso aspettare tutti e neanche altre produzioni irrilevanti. Quest'anno i costi energetici si sono moltiplicati per cinque, e in un anno ho speso mezzo milione di euro in più per i rincari di vetro, cartoni, chiusure, energia, mezzo milione tolto dalle tasche tra capo e collo per spese correnti, senza quindi alcun miglioramento strutturale in azienda. ??Bisogna avere il vino giusto per stare sul mercato e avere una visione imprenditoriale significa sì partecipare al bando fotovoltaico, aggiudicato a settembre, ma soprattutto avere una visione per il futuro, Per questo - ha concluso - guardo con attenzione alle comunità energetiche immaginando un distretto green che continui a produrre vino e ad attrarre enoturisti, con pannelli solari posti in aree industriali di prossimità».

Come nasce l’Azienda Arnaldo Caprai?

Era il 1971 quando mio padre, Arnaldo Caprai, imprenditore tessile di successo, acquistò la tenuta Val di Maggio con 3 ettari di vigneto. Oggi gli ettari sono oltre 170. Una meta importante non solo per l’impresa agricola umbra oggi da me guidata - prosegue Marco Caprai - ma anche per tutto il territorio e il comparto vinicolo italiano, perché se il Modello di sviluppo territoriale di Montefalco è una case history studiata anche oltreoceano si deve alla lungimiranza di quest’azienda nel proporre un nuovo modo di fare impresa, al punto da far nascere intorno a sé, nel corso dei decenni, un tessuto economico florido tutto incentrato sul turismo enologico.

Marco Caprai presenta in anteprima l’annata 2019 dei Sagrantini

Le bottiglie protagoniste dell'evento

«Oltre cinquanta anni fa – racconta Marco Caprai – era il momento in cui finiva la mezzadria e si assisteva allo spopolamento delle campagne: era l’epoca in cui si stava per assistere alla grande crisi dell’agricoltura. In questo senso mio padre aveva capito che questa crisi poteva essere risolta trasformando l’agricoltura sempre più in un’impresa. Recuperare il Sagrantino legandolo al territorio e alla capacità di fare impresa credo sia stata un’intuizione straordinaria: abbiamo avuto la visione di un percorso che oggi possiamo dire ci ha portato anche oltre i risultati che speravamo».

Quale era la strategia dell’Azienda?

Da sempre la strategia dell’azienda Caprai per il rilancio della viticoltura nel territorio di Montefalco si incentra sul Sagrantino, e si fonda su tre parole chiave: tradizione, innovazione, territorio. La tradizione è intesa come conoscenza sempre più accurata della storia e delle tecniche vitivinicole locali, analizzate con una prospettiva ampia e solidamente documentata; l’innovazione è risultato della ricerca, di base e applicata, in campo agronomico ed enologico; il territorio è visto come elemento primario e fondante della qualità vitivinicola.

Marco Caprai presenta in anteprima l’annata 2019 dei Sagrantini

Una panoramica dell'azienda Arnaldo Caprai

«Il Sagrantino – prosegue Caprai – 50 anni fa era poco più che una produzione famigliare, di modestissime quantità. Era però ancora vivo nelle persone il ricordo di Montefalco come territorio vitivinicolo di qualità superiore, tanto che durante l’epoca fascista Montefalco era considerata il centro enologico più importante della regione. Il dopoguerra e il problema della fine della mezzadria nonché dello spopolamento delle campagne avevano poi fatto precipitare l’attività enologica in una crisi grave. La percezione del Sagrantino anni fa era già difficile averla a Perugia, figuriamoci addirittura fuori dai confini regionali…». Se la coltivazione del Sagrantino aveva una tradizione secolare nella zona di Montefalco, all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso questo vitigno autoctono, che non ha omologhi in Italia e nel mondo, era praticamente scomparso: ne erano rimasti meno di dieci ettari. La sua rinascita e affermazione ai vertici della produzione agroalimentare italiana hanno avuto un potente catalizzatore nella mia figura quando mio padre mi ha affidato le redini dell’azienda nel 1987. Ho cominciato con un deciso orientamento alla produzione del Sagrantino in versione secca anziché passita, fattore decisivo per il successo di questo vino a livello mondiale.

E poi mi sono concentrato sulla attività  di ricerca, avviata nel 1989, anno in cui la Arnaldo Caprai inizia la collaborazione, in essere a tutt’oggi, con Leonardo Valenti, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano: l’intuizione di fondo che muove la ricerca è che il vitigno Sagrantino e la sua celebrità storica celino potenzialità in parte perdute per l’impoverimento del patrimonio viticolo, in parte ancora largamente inespresse.

Nel 1973 vede la luce il primo vino della cantina, il Montefalco Rosso, prodotto con il 70% di uve Sangiovese, il 15% di Sagrantino e il 15% di Merlot, che sarà messo in commercio nel 1975. Nello stesso anno (1973) la Arnaldo Caprai avvia l’impianto del vigneto di Sagrantino più vasto del territorio e 4 anni dopo arriva il riconoscimento della Doc da parte del Ministero dell’Agricoltura per il Sagrantino di Montefalco, il Rosso di Montefalco e il Sagrantino Passito.

Il 1979 è anche l’anno in cui nasce il Collepiano, il primo vino 100% Sagrantino prodotto da Arnaldo Caprai, un’etichetta oggi iconica. Dieci anni dopo Arnaldo Caprai impianta il primo vigneto ad alta densità di Sagrantino e inizia l’esportazione di questo vino negli Stati Uniti. Nel 1992 arriva il riconoscimento della Docg per il Montefalco Sagrantino e la Doc per il Montefalco Bianco e il Montefalco Rosso Riserva.

Marco Caprai presenta in anteprima l’annata 2019 dei Sagrantini

Un momento della serata

Nel 1996 viene rilasciato il Sagrantino 25 Anni, per celebrare i 25 anni di vita dell’azienda, un vino che è l’espressione dei risultati dei primi dieci anni di sperimentazione agronomica ed enologica. Un’altra etichetta iconica talmente amata da inserire il Sagrantino nella ribalta internazionale.

Nel 2001 Marco Caprai vince l’Oscar del vino come miglior produttore, ed è solo uno dei tanti premi ricevuti nel corso di una carriera lunga oltre 30 anni: nel 2007 arrivano il Premio all’innovazione amica di Legambiente e il premio Cantina dell’Anno per il Gambero Rosso Slow Food, mentre Revue du Vin de France inserisce il Sagrantino tra i 100 vini in grado di concorrere con quelli francesi. Sempre in quell’anno nasce quella che oggi è la punta di diamante del Sagrantino: lo Spinning Beauty, primo Sagrantino in assoluto ad essere messo in commercio dopo 10 anni di affinamento. Nel 2012 la Arnaldo Caprai è la European winery of the year per la prestigiosa rivista americana Wine Enthusiast, mentre in cantina nasce la Cuvée Secrète Umbria Bianco Igt, un vino che vuole dimostrare tutte le potenzialità dell’annata, del territorio e delle uve bianche prodotte in Umbria.

È del 2013, invece, la nascita di un altro importante progetto: #CAPRAI4LOVE, una campagna di raccolta fondi per il recupero di opere d’arte territoriali.L’iniziativa è proseguita nel corso degli anni, fino al restauro di parte degli affreschi dell’abside della Chiesa Museo di San Francesco dipinti da Benozzo Gozzoli ed in particolare della parte raffigurante i “Grandi Francescani”: Francesco Petrarca, Dante Alighieri e Giotto di Bondone.

Marco Caprai presenta in anteprima l’annata 2019 dei Sagrantini

La presentazione dell'azienda Arnaldo Caprai

Come si inserisce In Azienda la figura di Michel Rolland da Lei fortemente voluto nel suo team?

«Dal 2015 è iniziata la collaborazione con l’enologo francese Michel Rolland che è considerato unanimemente, a livello internazionale, il re dell’assemblage. Al mio fianco Rolland si sta mettendo alla prova con i monovarietali, Sagrantino in primis, ma anche Merlot, Pinot Nero, Sauvignon, Chardonnay.” “Il Sagrantino - spiega Rolland - è un vitigno che ha personalità marcata, ma è possibile educarlo e indirizzarlo. Nel mondo del vino si ha successo quando si è in grado di proporre qualcosa di originale e il Sagrantino ha la capacità di essere unico". Il metodo utilizzato da Michel Rolland è quello della cosiddetta “Vinificazione integrale” delle uve rosse, che si svolge direttamente in barrique. Tornando all’annata 2019 presentata, è stata decretata come un’annata eccellente, per alcuni la migliore di sempre, per i grandi rossi d’Italia. Non è da meno l’Umbria, dove la 2019 sarà ricordata per essere stata un’annata contrassegnata da una vendemmia molto lunga, con delle maturazioni altrettanto lunghe.

 

Serata memorabile in un luogo incantevole appena restaurato ed aperto al pubblico Palazzo Portinari.

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