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Valdarno di Sopra Doc, "come si cambia": disciplinare rivoluzionato

Approvate dal Comitato Vini del Masaf le richieste di modifica varate dai produttori della piccola Doc toscana. Zona di produzione più estesa, nuove varietà ammesse. Piramide della qualità con al vertice la menzione vigna. Quattro gli asset su cui ha agito il Consorzio per dare nuova fisionomia alla denominazione. I dettagli nell'intervista al direttore Ettore Ciancico: «I vini migliori nascono dai terreni migliori e dalle vigne migliori»

Davide Bortone
di Davide Bortone
04 gennaio 2024 | 06:13
Valdarno di Sopra Doc,

Il Comitato Vini del Masaf ha approvato le modifiche al disciplinare della Valdarno di Sopra Doc. Tutt'altro che scontate le richieste dei produttori, che hanno introdotto il Sauvignon Blanc nell'uvaggio del bianco, eliminato una tipologia di spumante in tempi in cui le "bollicine" vanno per la maggiore e introdotto due vini dolci in un momento di crisi per la tipologia, oltre a dare maggiore spazio al Cabernet Franc nell'uvaggio del rosso. Solo a prima vista una svolta "francofona", bilanciata da altre scelte - tra cui l'introduzione di alcuni vitigni autoctoni, come il Foglia Tonda - volte a confermare e sviluppare il mercato di una Doc che, ad oggi, conta una produzione media di circa 150 mila bottiglie.

Valdarno di Sopra Doc,

Ettore Ciancico, direttore del Consorzio Valdarno di Sopra Doc

«Si tratta di un primo passo importante - commenta a Italia a Tavola il direttore del Consorzio della piccola denominazione toscana, Ettore Ciancico - a cui seguirà a breve una ulteriore modifica che riguarderà i vini con menzione "vigna", con l'inserimento dell'obbligo di utilizzo di uve biologiche per questa specifica tipologia. Prima di diventare effettive, le modifiche a cui ha dato il via libera il Comitato Vini dovranno seguire l'iter burocratico che prevede, tra l'altro, la pubblicazione in Gazzetta ufficiale».

Nel concreto, il Ministero ha approvato le richieste dei produttori che si snodano in quattro direzioni: allargamento dell'areale di produzione; eliminazione delle sottozone; inserimento di alcuni vitigni autoctoni e aggiornamento delle basi ampelografiche di alcune tipologie; infine, introduzione della menzione "vigna".

Allargamento della zona di produzione della Valdarno di Sopra Doc

La zona di produzione della Doc, ad oggi riservata alla provincia di Arezzo, includeràanche la parte fiorentina del Valdarno di Sopra, fino al Comune di Reggello. Parallelamente, saranno abolite le sottozone "Pietraviva" e "Pratomagno", «rivelatesi un impiccio per i produttori, più che un reale vantaggio», spiega il direttore Ettore Ciancico.«Così facendo - aggiunge - riporteremo ad unicità un territorio storicamente, naturalmente e ampelograficamente unito, come peraltro riportato nel Bando di Cosimo III de Medici del 1716, fondamento della nostra Doc che è stata approvata nel 2011».

È stata quindi rafforzata la scelta di essere «una denominazione di territorio e di monovitigno», con l’inclusione di diverse uve (autoctone e non) prima non contemplate nel disciplinare o, comunque, non centrali nella produzione. Si tratta di Orpicchio, Trebbiano, Malvasia nera, Canaiolo nero, Ciliegiolo, Foglia tonda, Pinot nero e Pugnitello. In questo contesto, sono state introdotte due nuove tipologie: «Oltre al vendemmia tardiva bianca e nera - spiega Ciancico - ci saranno un "Vin Santo" e un "Vin Santo Occhio di Pernice". Abbiamo quindi eliminato la tipologia spumante bianco, lasciando solo il rosato».

Valdarno di Sopra Doc: il Sauvignon blanc nell'uvaggio

Il terzo filone di modifiche alla Valdarno di Sopra Doc approvato dal Comitato Vini del Masaf riguarda la migliore identificazione delle basi ampelografiche del "Valdarno di Sopra bianco" e del "Valdarno di Sopra rosso", «dando in questo modo maggiori potenzialità ai produttori». Una volta terminato l'iter burocratico, in zona si potrà aggiungere fino a un massimo del 10% di Sauvignon Blanc all'uvaggio bianco, che ad oggi prevede Chardonnay (40-80%), Malvasia (fino al 30%) e Trebbiano toscano (fino al 20%).

Per quanto riguarda il "Valdarno di Sopra rosso", la direzione è quella del taglio bordolese. Oggi si può produrre con Merlot dal 40 all'80%, con un saldo (fino al 35%) di Cabernet Sauvignon o Syrah.«Con la modifica rimane invariata la quota di Merlot - spiega il direttore del Consorzio - ma si potrà effettuare un saldo massimo del 50% con Cabernet Sauv, e/o Syarh, e/o Cabernet Franc».

Il Valdarno di Sopra Doc con menzione vigna

Di grande importanza l'ultima modifica al disciplinare che consentirà ai vini della Valdarno di Sopra Doc di potersi fregiare della menzione vigna. «A questo teniamo molto - sottolinea Ettore Ciancico - in quanto l'obiettivo è quello di farli diventare la punta di diamante della nostra denominazione, al vertice della piramide qualitativa. Per farlo, abbiamo stabilito che le uve atte a produrre vini con menzione di vigna debbano avere le stesse caratteristiche analitiche di partenza dei vini destinati a diventare "Riserva". Un punto fermo per la futura evoluzione di questa tipologia».

«Una scelta - conclude il direttore del Consorzio - in linea con la profonda convinzione dei produttori del Valdarno di Sopra che il futuro debba essere basato sulla qualità che si ritrova nei vigneti migliori, per quella loro composizione di terreno, posizione, base ampelografica, modalità di allevamento. Le vigne più pregiate saranno anche quelle più controllate. E sono state già presentate a Regione Toscana e Ministero le ulteriori modifiche, che riteniamo saranno valutate e ci auguriamo approvate in tempi davvero molto brevi, tra cui quella dell’obbligo per i vini con menzione “vigna” dell’utilizzo di uve biologiche. Perché i vini migliori nascono dai terreni migliori con le vigne migliori». Intanto è attesa per lunedì 19 febbraio la prima uscita ufficiale della Doc, a chiusura delle Anteprime di Toscana 2024.

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