Nell'edizione del decennale, la Campari Bartender Competition incorona un bartender “di casa”: ad aggiudicarsi la finale, lunedì 20 maggio, è stato Alessandro D'Alessio, giovane bartender del Rita's Tiki Room di Milano. Con un cocktail che richiama la milanesità anche nel nome: Linea Rossa è infatti un omaggio alla prima linea della metropolitana meneghina, inaugurata nel 1964, che nel suo percorso unisce il centro cittadino (compresa Piazza del Duomo, che dal 1915 ospita fra l'altro il Camparino in Galleria) con la storica sede di Campari a Sesto San Giovanni.

Alessandro D'Alessio ha trionfato alla Campari Bartender Competition
Ed è proprio qui che, sotto le insegne della Campari Academy, D'Alessio ha superato gli altri due finalisti, Andrea Pace del Drink Kong di Roma, secondo classificato ed Edoardo Cipriani del The Soda Jerk di Verona, terzo, al termine di un percorso che ha coinvolto oltre mille bartender, selezionati attraverso quattro tappe. Fino a quella di domenica 19, al Camparino in Galleria, dove i 10 semifinalisti si sono sfidati scegliendo uno dei temi delle nove edizioni passate della competizione, attualizzandolo anche alla luce della regola che, quest'anno, imponeva che tutti i cocktail contenessero almeno 3 cl di Campari.
Campari Bartender Competition , sfida fra cocktail e food pairing
L'ultima prova, per i tre bartender approdati alla finale, è stata resa ancora più impegnativa dalla novità introdotta proprio in occasione della decima edizione: «I concorrenti hanno dovuto realizzare un twist del Negroni che si abbinasse in food pairing a un piatto che è stato estratto a sorte per ognuno di loro il giorno precedente la gara. Hanno avuto quindi poche ore per assaggiarlo, coglierne tutte le sfumature e mettere a punto una ricetta originale e azzeccata», spiega Nicola Scarnera, Campari academy manager e membro della giuria per gli aspetti della comunicazione, che ha affiancato la giuria degustativa.
Quest'ultima era composta da Giulia Cuccurullo, head bartender dell'Artesian di Londra, Leonardo Leuci del Jerry Thomas Project, Giorgio Bargiani del Connaught Bar di Londra, Salvatore Calabrese “The Maestro”, fra i più celebrati bartender a livello internazionale, Alessandra Rubini, chef ambassador di Alma e Bruno Malavasi, responsabile ricerca e sviluppo del Gruppo Campari. Oltre a Samuele Ambrosi, titolare di Cloackroom e Cloak Studios di Treviso, per la giuria tecnica.
I concorrenti hanno dovuto realizzare un twist del Negroni
Il segreto di Alessandro D'Alessio? «Senza nulla togliere alla bravura degli altri due concorrenti, ha meritato la vittoria innanzi tutto per il suo ottimo drink, che ha raccolto grandi consensi nella giuria di degustazione», continua Scarnera. Ma non basta: «Ha inoltre saputo comunicarlo molto bene, giocando con abilità carte emozionali, anche con l'utilizzo della musica, per trasportarci all'interno della sua idea di miscelazione».
Campari Bartender Competition , il ritorno della miscelazione tiki
A questo proposito, è significativo che, a imporsi in quella che è oggi una delle più prestigiose competizioni di settore in Italia, sia stato un rappresentante di uno stile di miscelazione, il tiki di ispirazione caraibica, protagonista negli ultimi tempi di grande ritorno di popolarità. Sottolineato anche dalla nuova lista ufficiale dell'International Bartenders Association (Iba), fresca di pubblicazione, nella quale buona parte degli 11 nuovi ingressi è rappresentato giustappunto da drink tiki a base di rum.

Alessandro D’Alessio, giovane bartender del Rita’s Tiki Room di Milano
«Campari è da sempre un brand attento all'innovazione e alle evoluzioni del mercato, di conseguenza la Bartender Competition è un po' lo specchio delle tendenze del settore», conferma Leuci da un osservatorio privilegiato qual è il tavolo della giuria.
Campari Bartender Competition, nella mixology vince chi sa (anche) tenere la scena
Insomma, in dieci anni la competizione organizzata da Campari è cresciuta costantemente, sul piano della qualità e dell'innovazione, di pari passo con la crescita della stessa mixology. E il titolo di Campari Bartender of the Year 2024 (che porta con sé l'opportunità di lavorare in ambito Campari) è andato al professionista che non ha semplicemente proposto il cocktail più buono, ma ha dimostrato di saper interpretare al meglio il ruolo di protagonista nello scenario della miscelazione attuale. Anche a livello comunicativo, mettendo nella sua performance la giusta dose di teatralità. Perché, come ha ribadito il grande Salvatore Calabrese proprio all'inizio della finale, «il bar è un grande teatro e più noi bartender sappiamo atteggiarci, più la gente viene a conoscerci».