A pochi passi da Provaglio d’Iseo (Bs), immersa in un mosaico di vigneti che si estendono su sette comuni e trentatré appezzamenti, sorge Terre d’Aenòr, una giovane realtà vinicola che ha già conquistato l’attenzione degli amanti del vino e degli addetti ai lavori. A guidarla è Eleonora Bianchi, classe 1995, laureata in giurisprudenza con una brillante carriera forense davanti a sé, che ha scelto però di seguire una passione più profonda: quella per il vino, la natura e l’imprenditorialità.

La classe 1995 Eleonora Bianchi
Eleganza, sostenibilità, arte e innovazione si intrecciano in ogni bottiglia prodotta dall’azienda, che non è solo una cantina, ma un manifesto di stile e filosofia di vita. In questa intervista Eleonora racconta come è nato il suo sogno enologico, il coraggio di lasciare la carriera forense e la visione che rende unica la sua realtà in Franciacorta. Tra biologico, legame con il territorio, arte e benessere, ci svela l’anima profonda del progetto e le sfide future.
Dalle aule di giurisprudenza alla Franciacorta
Come nasce il sogno di Terre d’Aenòr?
Terre d’Aenòr nasce ufficialmente nel 2018, l’anno della nostra prima vendemmia. Abbracciare questo nuovo progetto imprenditoriale che porta il mio nome (Aenòr è infatti la radice germanica del mio nome Eleonora) ha rappresentato per me un importante cambio di rotta rispetto a quello che era il mio percorso, dal momento che sono laureata in Giurisprudenza (una facoltà che mi ha appassionato moltissimo) e sin da ragazzina il mio sogno era quello di diventare avvocato. Poi, sul finire del mio percorso di studi, si sono create le condizioni favorevoli che potevano portare alla nascita di quello che è sempre stato un sogno di famiglia (rimasto sempre nel cassetto però, perché i miei genitori si occupavano di altro) e così, dopo aver riflettuto a lungo, ho preso la decisione di abbracciare questa avventura imprenditoriale, che faceva leva anche sulla grande passione che ho sempre avuto per il mio territorio e per il mondo enologico in generale.

I vigneti di Terre d’Aenòr
Che cosa l’ha spinta ad abbandonare la carriera forense per intraprendere questa nuova avventura nel vino?
È stata una decisione molto ponderata, che mi ha portato a riflettere profondamente dentro di me, perché da un lato la carriera forense rappresentava la mia aspirazione professionale e a Giurisprudenza avevo dedicato molto impegno e anche tanti sacrifici per raggiungere i risultati che mi ero prefissa; dall’altro lato avevo la possibilità di sviluppare un mio progetto imprenditoriale, una sfida davvero stimolante perché non si trattava di ereditare un’azienda già avviata, ma di costruirla da zero, in un panorama molto competitivo come quello vinicolo. Per di più nel cuore della Franciacorta, la terra dove sono nata e cresciuta, a stretto contatto con la natura. Tutto questo mi ha progressivamente conquistata, sostituendosi nella mia mente alle aule di tribunale.
Un’identità contemporanea nel cuore della Franciacorta
Cosa rende Terre d’Aenòr diversa dalle altre realtà della Franciacorta?
Penso che il mio ingresso nel mondo del vino da “outsider”, senza essere figlia d’arte, abbia contributo a portare un approccio nuovo e per certi versi diverso da quello tradizionale. Sin dalla nascita di Terre d’Aenòr il mio desiderio è stato quello di creare una brand identity innovativa, che potesse tracciare rotte diverse rispetto allo status quo, con l’arte e la moda quali mondi di ispirazione, per una narrazione moderna, che parla anche ai giovani, con un linguaggio semplice, fruibile e al tempo stesso accattivante. Sul fronte produttivo ciò che ci caratterizza è il fatto di essere nati biologici, senza aver effettuato in un secondo momento la conversione, a testimonianza di una filosofia produttiva che è innanzitutto una scelta di vita. Sin dalla primissima bottiglia, tutte le nostre etichette sono uscite con la certificazione biologica, dal momento che siamo bio sia in vigna che in cantina, lungo l’intero processo produttivo.
Biologico e territorio: una scelta di vita
Quanto conta per lei il legame con il territorio nella produzione dei vostri vini?
È fondamentale e il detto secondo cui “il vino buono si fa in vigna”, è assolutamente veritiero! Proprio grazie a un approccio biologico a 360 ° siamo in grado di preservare le peculiarità di ciascun appezzamento, esaltandone le caratteristiche distintive, ma nel pieno rispetto delle rispettive identità. Ed è sempre la tutela del territorio che ci indirizza anche verso investimenti sempre più green e sostenibili (per es. per quanto riguarda le macchine agricole, come la botte a recupero, che permette di indirizzare con precisione il trattamento sulla pianta, senza derive o dispersioni di prodotto (che viene infatti recuperato dai pannelli laterali) permettendo di raggiungere così la massima efficienza.
Perché ha deciso di puntare sul biologico sin dal primo giorno?
Innanzitutto perché ritengo sia la strada del futuro e in secondo luogo perché interpreto il biologico come una forma di rispetto, verso l’ambiente e verso il consumatore finale. Sicuramente è una scelta impegnativa e anche più costosa (abbiamo costi superiori di circa il 30%), ma la consapevolezza di non usare in vigna né pesticidi né diserbi e di portare avanti in cantina una vinificazione che non prevede sostanze chimiche di sintesi ripaga di tutti gli sforzi.

Terre d'Aenor punta sul biologico dal giorno zero
Gestire 33 appezzamenti distribuiti su 7 comuni della Franciacorta non dev’essere semplice: come riuscite a coordinare tutto questo lavoro e quali benefici porta, dal punto di vista qualitativo, una scelta così articolata?
Sicuramente un’allocazione così variegata determina ancora più impegno dal punto di vista lavorativo, ma qualitativamente parlando è un plus davvero importante, perché ogni appezzamento presenta caratteristiche pedo-climatiche diverse, che vengono valorizzate sapientemente in cantina tramite una micro-meso vinificazione separata di ciascun vigneto prima di procedere con gli assemblaggi. Avere diversi appezzamenti è come avere tanti colori nella tavolozza di un pittore: più colori si hanno a disposizione, maggiore sarà la complessità del quadro finale. Allo stesso modo i diversi appezzamenti permettono di dare tante diverse pennellate affinchè il prodotto finale, il vino, sia dotato di complessità e di una personalità riconoscibile nel tempo.
Arte, stile e creatività nel segno del vino
Qual è il vino che più rappresenta l’anima di Terre d’Aenòr?
Ogni vino è un’espressione diversa ma unitaria della nostra identità, tuttavia il prodotto al quale sono particolarmente affezionata e che ritengo sia la nostra punta di diamante è l’Extra Brut Millesimato, un vino molto seducente, che presenta un dosaggio zuccherino di solo 1.5 g/L e un perlage persistente, ma estremamente delicato ed elegante in bocca.

Eleonora Bianchi, fondatrice di Terre d'Aenor
Da dove nasce l’ispirazione artistica per il vostro packaging?
Il packaging veicola l’idea di modernità e innovazione che sta alla base della nostra brand identity. I mondi di riferimento che ne costituiscono la fonte di ispirazione sono l’arte e la moda. La prima trova espressione a livello di grafica dell’etichetta: una linea moderna e minimal che è un omaggio al movimento delle avanguardie, con i cerchi che rappresentano il movimento ascensionale delle bollicine all’interno del calice. La moda trova invece espressione a livello di colore, perché ogni etichetta presenta un colore dedicato che è stato selezionato partendo dai pantoni degli abiti più iconici che hanno sfilato in passerella. Il tutto valorizzato dalla carta metallina, che riflette la luce creando varie combinazioni cromatiche a seconda della luce che di volta in volta colpisce l’etichetta. Un sofisticato gioco di equilibri che si traduce in un packaging altamente caratterizzante ed elegante.
Esperienze fra vino, benessere e arte
Cosa può aspettarsi chi visita Terre d’Aenòr?
I nostri visitatori possono aspettarsi di entrare nel vivo di un progetto che coniuga persone, territorio e vino, con alla base una forte passione e una particolare attenzione per ogni singolo dettaglio e un guizzo di creatività che rende Terre d’Aenòr una cantina all’avanguardia.
Come si articolano le esperienze “Vigneto Therapy” e “Arte e Franciacorta”?
Entrambe sono attività che hanno luogo presso Palazzo Bianchi, la dimora di famiglia. Vigneto therapy consiste in una sessione di pilates dolce nel parco del Palazzo, sotto la guida di un istruttore molto attento e qualificato, con al termine la degustazione di una selezione dei nostri vini. Arte e Franciacorta invece consiste in una visita guidata a una parte degli interni del Palazzo e a un vigneto clos che fa parte del parco. Al termine la degustazione di alcuni dei nostri Franciacorta in abbinamento a prodotti da forno biologici.

Le etichette di Terre d’Aenòr
Com’è nata l’idea di unire benessere, arte e vino?
Il desiderio era quello di offrire un’esperienza diversa rispetto alla tradizionale visita alla parte produttiva, con un focus su due aspetti centrali della nostra cantina: l’armonia che deriva dallo svolgere attività a stretto contatto con la natura da un lato e il mondo dell’arte dall’altro.
Qual è il traguardo più significativo raggiunto finora?
È stata una grandissima soddisfazione essere stata selezionata quest’anno da parte di Forbes Italia tra i 100 giovani Under30 nella relativa prestigiosa lista.
Il futuro di Terre d’Aenòr
Quali sono le prossime sfide che desidera affrontare?
Sicuramente sviluppare la distribuzione commerciale in tutta Italia e costruire mercati importanti anche all’estero, rendendo Terre d’Aenòr sinonimo di qualità e innovazione e facendo in modo che possa occupare un ruolo di primo piano all’interno del panorama vinicolo franciacortino e non solo.
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