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Ribolla unica

La prima Banca di un vitigno è firmata Ribolla di Oslavia

Eleonora Lopes
di Eleonora Lopes
29 ottobre 2025 | 09:30

Colpiscono ancora i Magnifici 7 della Ribolla di Oslavia, questa volta il progetto è di quelli ambiziosi: si tratta della prima Banca in Italia di conservazione di un vitigno. Fautori di questa azione territoriale unica sono appunto i sette produttori di Apro, l’Associazione Produttori Ribolla di Oslavia nata nel 2010: Dario Princic, La Castellada, Primosic, Fiegl, Gravner, Radikon e il Carpino.

La prima Banca di un vitigno è firmata Ribolla di Oslavia

I sette produttori di Apro brindano con la Ribolla

L’iniziativa è stata presentata alla stampa regionale e nazionale durante RibolliAmo 2025, l’evento che ogni anno celebra la Ribolla di Oslavia e il suo territorio.

La prima Banca di un vitigno è firmata Ribolla di Oslavia

La ribolla macerata

Il vigneto e le fasi del progetto

Il vigneto è stato impiantato quattro anni fa e oggi ospita circa 225 barbatelle. Nei prossimi anni le piante crescendo potranno rappresentare un vigneto dal patrimonio genetico unico. Obiettivo del progetto è quello di preservare e salvaguardare la storicità del vitigno della Ribolla gialla nel territorio di Oslavia, un luogo martoriato dalla guerra dove il vino si è fatto portatore di rinascita e di speranza.

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La Banca della Ribolla di Oslavia

Quattro sono state le fasi del progetto: la selezione visiva delle piante migliori, l’analisi di laboratorio su 70 viti selezionate, il prelievo dei tessuti e l’innesto delle gemme più sane presso un vivaio specializzato ed infine la messa a dimora, lo scorso luglio, delle barbatelle che hanno dato vita al primo vigneto-archivio genetico territoriale in Italia. L’idea nasce dall’intuizione dell’agronomo Alessandro Zanutta che la propose ai sette produttori i quali accettarono da subito con entusiasmo, da lì sono seguiti anni ricerca e studi tutti finanziati dall’associazione Apro.

Valore sociale e culturale del progetto

«È stata fatta la ricognizione di tutti i vigneti di Oslavia che avevano almeno 80 anni - ha spiegato l’agronomo Alessandro Zanutta - e sono stati selezionati quattro vigneti per qualità e sanità delle foglie. Da queste piante sono state ricavate circa 400 gemme, dalle quali sono fiorite 225 barbatelle piantate a luglio di quest’anno e su queste verrà fatto il nostro monitoraggio».

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I 7 vini Ribolla di Oslavia

Per Oslavia, frazione di Gorizia, terra distrutta dalla Prima Guerra Mondiale, hanno raccontato i vignaioli che il vitigno della Ribolla ha assunto un ruolo fondamentale per la ricostruzione. La storia narra che alla fine della guerra era cresciuta una vite che produceva Ribolla gialla che sarebbe diventata negli anni leggendaria grazie al lavoro di alcuni produttori, Josko Gravner in primis, seguito poi da Stanko Radikon, che ebbe l’intuizione delle lunghe macerazioni sulle bucce in anfore di terracotta in stile georgiano.

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I produttori di Ribolla della zona di Oslavia

«Questo progetto agricolo - ha aggiunto il produttore Sasa Radikon, presidente di Apro - ha un valore di studio e di ricerca e punta alla conservazione di un vitigno che va tutelato attraverso strumenti come la Banca di conservazione anche in vista delle sfide ambientali che dovremo affrontare. Ma c’è anche un valore sociale dietro questa iniziativa che intende salvaguardare un patrimonio collettivo fortemente legato a questo territorio e alla sua memoria». E non è certamente casuale se la Banca della Ribolla sorge proprio sotto l’obelisco dei Quattro Generali, dove in passato c’era una chiesa anch’essa rasa al suolo dalla guerra.

E rimanendo sul valore culturale, proprio Gorizia e Nova Gorica stanno per concludere questo splendido anno come Capitale europea della cultura 2025, un evento transfrontaliero simbolo di cooperazione e integrazione tra due città divise da un confine storico. In questo contesto anche il vino è stato e continuerà ad essere uno strumento sociale e turistico per il racconto di questo splendido territorio.

La prima Banca di un vitigno è firmata Ribolla di Oslavia

La panchina arancione nella sona di Oslavia

Eventi e promozione del territorio

Durante la due giorni di RibolliAmo è stato anche presentato il nuovo calice T-made 95 Oslavia, un progetto chiamato Senses che vede Apro in collaborazione con l’azienda Italesse. Per l’occasione i sette produttori hanno organizzato una cena a cura dello chef stellato Gianluca Gorini, patron del ristorante Da Gorini a San Piero in Bagno (FC). I piatti dello chef romagnolo, intensi e identitari, sono stati abbinati alle Ribolle servite in questi eleganti bicchieri. Un viaggio olfattivo attraverso i 5 sentori più caratteristici di questo vitigno, dove ogni portata è stata dedicata a un'essenza specifica, non come abbinamento al vino, ma come interpretazione gastronomica dell'aroma stesso.

La prima Banca di un vitigno è firmata Ribolla di Oslavia

Uno dei piatti abbinati alla Ribolla proposto da chef Gorini

RibolliAmo si è concluso con il «Percorso delle panchine arancioni» divenuto da oggi circolare per abbracciare anche i terreni del vigneto della Banca della Ribolla. Un percorso di circa 12 chilometri con tappe alle sette panchine di Apro da scoprire per i turisti in autonomia attraverso un percorso segnalato. Una passeggiata immersiva tra i simboli di Oslvia, i vigneti e i boschi. «Il loro significato, come hanno detto i produttori, è racchiuso nell’invito al visitatore a trovarle, ad ammirare il panorama, a scoprire la storia e il futuro della terra che ha sotto i piedi. A sconfinare con lo sguardo». Ad accompagnare e illustrare il paesaggio agli ospiti giornalisti di RibolliAmo, la guida naturalistica Sabrina Pelizzon e il giornalista locale Marco Bisiach.

La prima Banca di un vitigno è firmata Ribolla di Oslavia

Degustazione di Ribolla con bicchieri Italesse

Le attività di Apro sono finanziate direttamente dai produttori che con coraggio e determinazione continuano ad investire sul loro territorio al quale hanno donato una seconda vita, anche per le generazioni future.

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