In un antico maso del XVI secolo, tra i filari ordinati dell’Oltradige, prende forma una delle storie più significative della viticoltura altoatesina. Fondata nel 1923, Cantina Girlan è una cooperativa che oggi riunisce 200 famiglie di viticoltori, custodi di un sapere collettivo che unisce lavoro, territorio e comunità. In più di un secolo di attività, la cantina ha saputo restare fedele alle proprie origini, interpretando il vino come espressione condivisa di una cultura agricola in continua evoluzione.

Cantina Girlan: l'antico maso del XVI secolo
Le famiglie di Girlan e il valore della cooperazione
Girlan, come detto, riunisce oggi 200 famiglie di viticoltori che coltivano 230 ettari di vigneto nelle zone più vocate dell’Oltradige e della Bassa Atesina. Si tratta per lo più di piccole realtà, spesso a conduzione familiare, che grazie alla cooperativa trovano un punto d’appoggio solido e una guida tecnica costante. L’obiettivo è condiviso: crescere insieme, migliorare la qualità delle uve e del lavoro in vigna, garantendo continuità e reddito a chi vive di viticoltura. È una visione collettiva che tiene insieme la dimensione storica del maso chiuso e l’esigenza di innovare per restare competitivi, in un equilibrio non semplice ma necessario.
Dalle radici del maso chiuso a un modello di sviluppo condiviso
Nel cuore di questo modello c’è il principio cooperativo, nato in un contesto agricolo dove la frammentazione della proprietà rischiava di mettere in crisi la sopravvivenza delle aziende. In Alto Adige, la cosiddetta Realteilung - il sistema di successione che divideva i terreni tra gli eredi - aveva infatti portato alla progressiva riduzione della redditività delle aziende agricole familiari. La svolta arrivò nel 1954 con il Südtiroler Höfegesetz, la legge sul “maso chiuso”, che mise fine alla divisione dei terreni garantendo la continuità gestionale e la sostenibilità economica delle proprietà.

Girlan riunisce 200 famiglie di viticoltori che coltivano 230 ettari di vigneto
Su queste basi si è costruito un modello cooperativo che oggi rappresenta una colonna portante dell’economia altoatesina. Circa 3mila famiglie contadine fanno parte di questa rete, che copre il 70% della produzione vitivinicola provinciale. Le cooperative non sono soltanto un sistema produttivo, ma un presidio culturale e sociale: permettono di restare competitivi, di proteggere il paesaggio alpino e di mantenere vivo un tessuto comunitario che sarebbe altrimenti a rischio. Girlan è un esempio emblematico di come questo sistema possa evolversi senza snaturarsi, diventando un laboratorio di sostenibilità sociale e territoriale.
Innovazione, qualità e il progetto dedicato al Pinot Noir
Negli ultimi 15 anni, la cantina ha avviato un percorso di modernizzazione profondo, investendo in tecnologia e ricerca enologica. Un processo che ha portato alla nascita di progetti mirati alla valorizzazione delle varietà più rappresentative del territorio, come il Pinot Noir, al quale Girlan ha dedicato un lavoro meticoloso di selezione e zonazione. L’idea è quella di esaltare l’identità di ogni singolo vigneto, trovando per ciascuno la varietà più coerente con la sua vocazione. In questo modo la cooperativa ha potuto accrescere la qualità media dei vini e, di conseguenza, il valore riconosciuto ai soci, rafforzando l’intero ecosistema economico e produttivo.
Una sostenibilità concreta: dalla vigna alla bottiglia leggera
Ma la sostenibilità, per Cantina Girlan, non si esaurisce in un concetto astratto o in un’etichetta da esibire. È una pratica quotidiana che coinvolge persone, territorio e ambiente. La cantina promuove un’agricoltura attenta e responsabile, capace di rispettare le peculiarità dei suoli e del clima, e affianca i viticoltori con consulenza tecnica e formazione continua. L’obiettivo è quindi duplice: migliorare la qualità dei vini e ridurre l’impatto complessivo sull’ecosistema. Uno degli interventi più significativi in questa direzione riguarda la riduzione del peso delle bottiglie.

Girlan per la sostenibilità riducendo il peso delle bottiglie
Dal 2024, Girlan ha avviato un progetto che interessa l’intera produzione, circa 1,8 milioni di bottiglie l’anno, passando a vetri da 410 grammi per tutte le linee. Il cambiamento, partito con l’annata 2023, ha già coinvolto il 90% della produzione e sarà completato entro il 2027. Una scelta che incide in modo tangibile sulle emissioni di CO2 e sull’efficienza logistica, confermando la volontà di rendere la filiera più leggera e coerente con i principi della sostenibilità ambientale.
Dietro ogni bottiglia di Girlan c’è dunque un sistema cooperativo che funziona come un organismo collettivo, dove ogni socio contribuisce e riceve in proporzione al proprio impegno, in un rapporto di fiducia reciproca e responsabilità condivisa. È questo, più di ogni altra cosa, a rendere Girlan un modello di sostenibilità reale: un luogo dove l’idea di cooperazione non è retorica, ma un modo concreto di fare impresa, di restituire valore alla comunità e di costruire un futuro che abbia radici solide nella terra e nelle persone che la lavorano.
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