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Grappa Mangilli e i nuovi linguaggi della mixology alla Spirito Italiano Cocktail Competition

di Redazione Italia a Tavola
29 dicembre 2025 | 14:50

La Grappa Mangilli, storica grappa friulana parte del Gruppo Caffo 1915, è stata protagonista dello Spirito Italiano Cocktail Competition 2025, svoltosi a Roma nella cornice di Terrazza Les Etoiles. L’evento ha concluso lo Spirito Italiano Grappa Educational Tour, percorso dedicato alla cultura della grappa e alla sua valorizzazione nella mixology.

Grappa Mangilli e i nuovi linguaggi della mixology alla Spirito Italiano Cocktail Competition

il cocktail Renovatio Spiritus con base di Grappa Mangilli Mitica Riserva Barrique

Il cocktail vincitore

A vincere la competizione è stato Sebastiano Villatora, bartender dell’Antico Caffè Torinese di Trieste, con il cocktail Renovatio Spiritus. La ricetta si basa su Grappa Mangilli Mitica Riserva Barrique (50% Vol), affiancata da cordiale di melissa, caffè esausto e miso, completati da verjus di melagrana. L’idea del cocktail è stata quella di riportare la grappa al centro dell’esperienza degustativa, con un equilibrio tra tradizione e innovazione, senza forzature. La giuria, composta da professionisti ed esperti del settore, ha valutato la capacità di interpretare la grappa in modo contemporaneo e rispettoso della sua identità.

La prospettiva del Gruppo Caffo 1915

A commento del risultato, Giacomo Casoni, responsabile marketing & trade marketing del Gruppo Caffo 1915, ha dichiarato: «La grappa è da sempre un distillato da degustare in purezza, espressione di una cultura profondamente radicata nella tradizione della Cucina italiana, riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’UNESCO. Con Grappa Mangilli intendiamo aprire questo patrimonio a nuove occasioni di consumo, nuovi consumatori e al mondo della miscelazione di qualità».

Grappa Mangilli e i nuovi linguaggi della mixology alla Spirito Italiano Cocktail Competition

Sebastiano Villatora, bartender dell’Antico Caffè Torinese di Trieste

Il successo di un giovane bartender è considerato un segnale positivo: dimostra come la grappa, se conosciuta e rispettata, possa dialogare con le nuove generazioni senza perdere la propria identità. «È nell’equilibrio tra tradizione e nuovi linguaggi che vediamo il futuro della grappa», conclude Casoni.

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