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Ruinart Blanc Singulier, quando lo Chardonnay racconta un’annata incandescente

Gabriele Pasca
di Gabriele Pasca
21 aprile 2025 | 09:30

La vigna conserva e incide nel ciclo delle foglie e nel peso dell'acino. Il 2019 è stato un anno di soglie varcate, tre ondate di calore, 23 giorni sopra i 30 gradi, maturazioni accelerate, equilibri ridefiniti e poi consolidati. Maison Ruinart si immerge in questa turbulenza e la esalta. Da questa scelta nasce Blanc Singulier Edition 19. La struttura è limpida, 77% di vini del 2019, 23% di riserva perpetua (2016, 2017, 2018), metà in botti di rovere, metà in acciaio. Una combinazione che incide con decisione. L'intenzione punta a restituire una fotografia cruda, essenziale, precisa dello Chardonnay sotto pressione.

Ruinart Blanc Singulier, quando lo Chardonnay racconta un’annata incandescente

Il Blanc Singulier Edition 19 della Maison Ruinart (foto Rachelle Simoneau)

Il dato climatico è secco, perfino ostinato. Un luglio con picchi di 42,9°C, estate secca, primavera bagnata, 81 giorni appena tra fioritura e vendemmia. Il ciclo vegetativo più breve dal 2003. Ma dietro i numeri pulsa il corpo del vino, la sua temperatura interna, la sua intensità latente. La pianta e il grappolo assorbono la storia di quei mesi come una pagina di diario. Lo Chardonnay si è lasciato attraversare dal cielo, dalla tensione del suolo, dalla luce che mutava ogni ora, e ha restituito un frutto che porta dentro di sé le venature dell'inatteso.

Geografia aromatica e anatomia tattile dello Chardonnay

La cartografia dei cru racconta un mosaico di nervi e materia. Sillery e Taissy, Bergères-lès-Vertus, Cramant, Villevenard, Montgenost, Dizy, Bassuet. Una serie di micro-fatti geologici scolpiti da secoli di sedimentazioni e decisioni agricole. Lo Chardonnay si rivela animale climatico, scrittura molecolare di una stagione irrequieta. La scelta dei terroir costruisce una sorta di frase musicale, con accenti, pause, note in levare. I suoli gessosi della Montagne de Reims imprimono verticalità e spinta, la finezza calcarea della Côte des Blancs dilata il centro aromatico, i profili più solari del Vitryat distendono la trama. Il vino si presenta come sintesi attiva di queste tensioni.

Ruinart Blanc Singulier, quando lo Chardonnay racconta un’annata incandescente

I vigneti della Maison Ruinart

Ma l'Indice di Huglin, le temperature medie, le escursioni estive rivelano solo parte del racconto. Serve l'olfatto. Pesca nettarina, pera nashi, agrumi gialli, zafferano appena affumicato, caprifoglio, rosa muschiata. E serve il tatto. Attacco fresco, sviluppo avvolgente, finale graffiato da pompelmo e pietra. Nel bicchiere una sensazione tattile quasi calcarea. Il vino disegna un paesaggio dentro il palato, dove l’estate agisce ancora. La memoria termica si traduce in trama, vibrazione.

La riserva perpetua come organismo in evoluzione

La riserva perpetua, iniziata nel 2017, sviluppa una narrazione per sovrapposizioni. Una narrazione che, annata dopo annata, innesto dopo innesto, proporzione dopo proporzione, modifica la geografia interna del vino. Più che di conservazione, qui si parla di costruzione dinamica, alimentata dal passato. Metà invecchiata in rovere, metà in acciaio. Due strumenti, due grammatiche. Il legno porta ossigeno, tempo, leggerezza ossidativa. L’acciaio protegge le frequenze alte. La somma genera un incontro tra profondità e slancio, tra porosità e brillantezza. La riserva perpetua è corpo che respira e trattiene, è pelle che cambia, è biografia intima di un vino che si scrive da solo.

Una cuvée come sintassi stilistica del millesimo 2019

Maison Ruinart articola una cuvée numerata come forma di lettura, come manifestazione di coerenza tra una stagione e la materia. Blanc Singulier Edition 19 assume il clima come struttura, trasmette una composizione precisa, quasi una partitura aromatica che scaturisce dall’intensità dell’annata. La fermentazione malolattica completa amplia lo slancio acido verso una struttura più ampia, capace di sostenere la profondità dello spettro olfattivo e l’estensione gustativa. Il dosaggio assente conduce verso una forma asciutta e verticale che espone la finezza senza veli.

Ruinart Blanc Singulier, quando lo Chardonnay racconta un’annata incandescente

Il millesimo 2019 prende voce attraverso una materia strutturata, ordinata, risonante

Lo Chardonnay esprime maturità, densità, ampiezza. Si muove tra frutta piena, scorza d’agrume, note floreali e spezie con un passo che dispone segnali chiari. La cuvée assume il terroir come lessico e lo muta in forma. Il millesimo 2019 prende voce attraverso una materia strutturata, ordinata, risonante. Un discorso compiuto che lascia affiorare intenzione e profondità.

L’esecuzione materica di uno Chardonnay sotto pressione

Ruinart lavora lo Chardonnay nella sua espressione presente, esposta a tensioni nuove, maturata in condizioni estive mai registrate con questa frequenza. L’édition numerata interpreta questa materia con strumenti di precisione: selezione dei cru, controllo della vinificazione, uso della riserva perpetua, assenza di dosaggio, tre anni di affinamento. Il vino mostra subito la densità della stagione. La componente fruttata ha spessore, i tratti floreali si aprono con gradualità, le spezie si dispongono in secondo piano ma sostengono la lunghezza. La struttura resta compatta, con una chiusura che alterna pompelmo, mineralità e sale. I dettagli rispondono al disegno e la materia aderisce al profilo scelto.

Blanc Singulier Edition 19 intervalla contrasti, lavora sulle soglie. La frutta si tende verso la maturità, ma resta ancorata a una freschezza netta. Le note tostate segnano il sorso con misura. La traiettoria si articola in sequenza chiara. Apertura luminosa, centro ampio, conclusione nervosa. La cuvée impone un passo diverso, propone un ascolto diretto. Ruinart lavora con chiarezza compositiva. Questa cuvée stabilisce relazioni tra materia, tempo, precisione. Il bicchiere espone una condizione, mostra ciò che si è compiuto nella vigna e in cantina, trasmette il movimento con cui una Maison storica traduce il presente in forma liquida.

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