Nel cuore della Valpolicella, la cantina Ripa della Volta continua il proprio percorso d'innovazione, presentando le novità della produzione 2025 e rafforzando il legame con la Valpantena, area nel Veronese vocata alla viticoltura di qualità. Fondata nel 2015 dall'imprenditore veronese Andrea Pernigo, la cantina rappresenta un esempio concreto di agricoltura evoluta e integrata, in grado di coniugare pratiche biologiche e strumenti scientifici in un equilibrio misurato.

La cantina Ripa della Volta si trova in Valpantena, nel Veronese
Con 15 ettari di vigneti e una produzione annuale di circa 60.000 bottiglie, Ripa della Volta si concentra sulle varietà autoctone come Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta e su antichi vitigni locali come Spigamonte e Turchetta. Accanto alla produzione principale, una linea di micro-vinificazioni sperimentali consente di esplorare nuove tecniche e approcci enologici, alimentando la ricerca continua. Oltre il 70% delle bottiglie è distribuito in Italia, mentre il restante 30% raggiunge mercati esteri come Svizzera, Canada, Australia, Russia e Germania.
Ripa della Volta, un modello di agricoltura integrata e sostenibile
Alla base del progetto c'è un modello di viticoltura biologica certificata, abbinata a pratiche che favoriscono la biodiversità agricola. Il vigneto è parte integrante dell'Organismo Agricolo Pernigo, che comprende anche uliveti biologici, piante officinali, apicoltura e attività di ospitalità rurale.

Ripa della Volta conta su 15 ettari di vigneti (foto Giacomo Tonoli)
Tra gli strumenti distintivi dell'approccio della cantina si segnalano l'uso costante dell'Indice Bigot per il monitoraggio agronomico e la cura delle fermentazioni spontanee, gestite con l'ausilio di dati microbiologici. Ogni parcella viene lavorata con pied de cuve personalizzati, in funzione della specifica composizione microbica e agronomica, al fine di mantenere intatta l'identità varietale. «Oggi innovare significa saper ascoltare un luogo, accompagnarlo senza forzature - spiega Andrea Pernigo -: l'obiettivo è considerare la produzione come un organismo agricolo integrato, capace di generare valore ambientale, produttivo ed economico».
Ripa della Volta, le novità della produzione 2025
La nuova produzione si apre con il Valpolicella Superiore Doc 2023, espressione dell'annata e della visione dell'enologa Emanuela Flore. Il vino nasce da fermentazioni spontanee e macerazioni delicate, finalizzate a preservare la freschezza del frutto e la leggibilità del territorio.

Ripa della Volta: il Valpolicella Superiore Doc 2023 (foto Giacomo Tonoli)
Accanto a questa referenza, debutta il nuovo Soave Classico 2024, vinificato in purezza da Garganega biologica proveniente da suoli vulcanici. La fermentazione avviene in anfore artigianali a bassa porosità, realizzate su disegno esclusivo, che consentono batonnage in ambiente chiuso e favoriscono la massima espressione varietale. Il risultato è un vino in cui la tecnologia si pone al servizio della naturalità, senza sovrapporsi ad essa.

Ripa della Volta: il Soave Classico 2024 (foto Giacomo Tonoli)
«Fare vino naturale vuol dire ridefinire il concetto di controllo» precisa Emanuela Flore. «Lavoriamo con spontaneità, ma con precisione scientifica grazie alla microbiologia, ottenendo vini autentici».
Ripa della Volta, un percorso riconosciuto a livello nazionale
Nel corso del 2025, il progetto Ripa della Volta ha ricevuto importanti riconoscimenti. La cantina è stata premiata da Forbes Italia, nell'ambito dell'evento “100 Iconic Wineries & Maestri del Calice”, come realtà emergente tra le aziende vitivinicole contemporanee. Nello stesso anno, è stato assegnato un Premio Speciale per l'eccellenza nella gestione agronomica, a conferma della validità di un modello produttivo che integra innovazione scientifica e rispetto per la natura.

Andrea Pernigo, titolare di Ripa della Volta
La visione aziendale trova una concretizzazione nell'Oasi delle Stelle, l'agribistrot della tenuta dedicato all'accoglienza enoturistica. Questo spazio unisce vino, paesaggio e narrazione del territorio, contribuendo attivamente allo sviluppo culturale e turistico della Valpantena.
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