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in umbria

Montefalco oltre il rosso: il racconto del Trebbiano Spoletino dei Fratelli Pardi

Fosca Tortorelli
di Fosca Tortorelli
02 giugno 2025 | 09:30

Un decennio può sembrare poco nella vita di un vino, ma nel caso del Trebbiano Spoletino prodotto dalla Cantina Fratelli Pardi, rappresenta un ciclo significativo, ricco di trasformazioni, intuizioni e nuove prospettive. Dieci anni che hanno visto crescere l'identità di un vitigno autoctono umbro fino a farsi simbolo di eleganza e territorialità, in un contesto - quello di Montefalco (Pg) - storicamente dominato da rossi strutturati e potenti.

Montefalco oltre il rosso: il racconto del Trebbiano Spoletino dei Fratelli Pardi

La famiglia Pardi in cantina

Trebbiano Spoletino, un bianco controcorrente in terra di rossi

Alberto Pardi, con passione e autenticità, racconta l'evoluzione di questo bianco che ha saputo conquistare il suo spazio: «Quando abbiamo iniziato, nel 2011, Montefalco era conosciuta per il Sagrantino, per la forza e la struttura, e fare un vino bianco lì sembrava andare controcorrente» ricorda. Ma proprio questa apparente anomalia è diventata presto una virtù: «Il Trebbiano Spoletino è arrivato in un momento storico favorevole, in cui il pubblico iniziava a cercare più freschezza e aromaticità. La zona stessa stava cambiando, si cominciava a parlare di eleganza, di finezza, anche nei rossi, e il Trebbiano ha saputo inserirsi in questa nuova narrazione».

Le caratteristiche pedoclimatiche di Montefalco, insieme alla maturazione tardiva della varietà, rendono oggi il Trebbiano Spoletino particolarmente adatto ad affrontare le sfide imposte dai cambiamenti climatici. «Negli ultimi anni - spiega Alberto - varietà che maturano prima, hanno sofferto molto siccità e gelate. Il Trebbiano, invece, maturando a ottobre, ha potuto beneficiare di piogge tardive e di un clima più stabile, dando uve sane e ricche di aromi».

Trebbiano Spoletino, le due versioni della Cantina Fratelli Pardi

La cantina propone due versioni del Trebbiano Spoletino, nate quasi per caso, ma diventate nel tempo due espressioni complementari dello stesso vitigno. La prima, più fresca, è un bianco immediato, fragrante, che punta tutto sulla nitidezza e sulla bevibilità. «Raccogliamo a ottobre e imbottigliamo già a dicembre - racconta Pardi - pressatura soffice, tutto in acciaio, niente macerazioni. Vogliamo che esprima la sua naturale acidità e soprattutto evidenziare la sua parte fresca». La seconda versione nasce qualche anno dopo, osservando come il Trebbiano rispondesse bene all'affinamento: «Abbiamo selezionato il mosto fiore, quello più delicato, e lo abbiamo lasciato sulle fecce fini per nove mesi, seguito da altri nove mesi in bottiglia. Ne esce un vino più complesso, profondo, ma sempre giocato sull'equilibrio, mai sulla forza».

Montefalco oltre il rosso: il racconto del Trebbiano Spoletino dei Fratelli Pardi

Il ritorno del Trebbiano Spoletino: il bianco umbro che conquista Montefalco

Queste due anime del Trebbiano Pardi si rivolgono anche a un pubblico diverso: «Contrariamente alle aspettative, la versione invecchiata, ha conquistato in particolare la ristorazione tedesca, mentre la versione fresca, dove si accentua molto l'acidità, è molto apprezzata in Italia e in particolare negli Stati Uniti. Questi nostri bianchi - sottolinea Alberto - sono del resto anche molto versatili in fatto di abbinamento, la versione più affinata rappresenta perfettamente quello che potrebbe essere l'abbinamento territoriale, dal tartufo agli asparagi, o preparazioni come il risotto ai funghi porcini; in ogni caso con pietanze molto cremose, come anche la faraona. Nella versione fresca invece, secondo noi l'abbinamento ideale è il fiore di zucca ripieno di ricotta e cotto nel forno, poi anche qui frittata di asparagi e finanche al pesce crudo».

Il successo del Trebbiano Spoletino grazie alla libertà stilistica

La libertà stilistica è un'altra chiave del successo del Trebbiano Spoletino. A Montefalco, non esiste ancora un disciplinare rigido che ne imponga vinificazioni o affinamenti: «È un po' come succede con il Montefalco Rosso - spiega - ogni produttore ha la possibilità di interpretare il vitigno secondo la propria sensibilità. Questo porta a una ricchezza di stili che rende le degustazioni un viaggio sempre diverso. Certo, può creare confusione nel consumatore, ma allo stesso tempo stimola la sperimentazione e l'identità di ciascuna azienda».

Montefalco oltre il rosso: il racconto del Trebbiano Spoletino dei Fratelli Pardi

I vigneti della Cantina Fratelli Pardi a Montefalco (Pg)

Oggi, la Cantina Fratelli Pardi produce circa 2.500 bottiglie della versione più affinata e circa 5.000 della versione più fresca. Quantità limitate, curate con attenzione, che raccontano non solo un territorio, ma anche una visione. «Il futuro? Lo vedo molto positivo. Il Trebbiano Spoletino ha ancora tanto da dire, e noi vogliamo continuare a esplorarne le potenzialità, sempre con rispetto e curiosità. È un vino che sa sorprendere, bottiglia dopo bottiglia». Dimenticato per decenni, il Trebbiano Spoletino si è ripreso la scena con discrezione e carattere. E se i primi dieci anni sono stati quelli della riscoperta, i prossimi potrebbero consacrarlo tra i grandi bianchi dell'Italia centrale.

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