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L’agroalimentare che resiste: l'export di vini, spiriti e aceti vale 10,5 miliardi

L’Assemblea Federvini 2025 ha confermato la solidità del settore vini, spiriti e aceti, con export a 10,5 miliardi. Giacomo Ponti è il nuovo presidente, il primo dal comparto aceti. Focus su competitività, dazi Usa e tutela delle Ig in Europa. I dati rivelano performance contrastanti tra mercato interno e export

25 giugno 2025 | 16:52
L’agroalimentare che resiste: l'export di vini, spiriti e aceti vale 10,5 miliardi

In un contesto internazionale segnato da guerre, instabilità geopolitiche, incertezze commerciali e sfide culturali, il settore italiano dei vini, spiriti e aceti si conferma un pilastro dell’agroalimentare nazionale: secondo i dati Nomisma per l’Osservatorio Federvini, che ha nominato Giacomo Ponti come nuvo presidente, nel 2024 l’export complessivo ha raggiunto i 10,5 miliardi di euro (di cui 8,1 miliardi di vino).  Una filiera dal valore di 21,5 miliardi di euro, che coinvolge un tessuto produttivo di oltre 40.000 imprese a carattere industriale e garantisce l’occupazione di oltre 81.000 addetti diretti.

Negli ultimi anni, le esportazioni italiane di vini, spiriti e aceti hanno registrato una crescita costante. Dopo aver sfiorato i 10 miliardi di euro nel 2022, l’export ha raggiunto circa 10,3 miliardi nel 2023, per poi salire ulteriormente a 10,5 miliardi nel 2024, con un saldo commerciale positivo di 8,9 miliardi (di cui 7,5 miliardi derivanti dal vino), rafforzando la leadership italiana sui mercati internazionali.

Scenari macroeconomici: consumi cauti ma segnali di fiducia

Il quadro macroeconomico nazionale resta fragile. Il Pil italiano è cresciuto dello 0,9% nel 2024, con previsioni simili per il 2025. I prezzi delle bevande alcoliche sono in deflazione, a differenza del comparto alimentare e del food service, in crescita sostenuta.

A maggio 2025 si è registrato un rimbalzo della fiducia di consumatori e imprese, dopo tre mesi consecutivi di calo. Tuttavia, i volumi di vendita al dettaglio restano deboli, con crescita nei canali discount, segnale delle difficoltà economiche che pesano ancora sui bilanci familiari.

Mercato interno: consumi prudenti ma segnali di vitalità

Nel primo trimestre del 2025, il mercato interno mostra un lieve assestamento, con alcune tendenze positive. Secondo Nomisma per l’Osservatorio Federvini, le vendite nella grande distribuzione organizzata (Gdo) sono rimaste stabili, con andamenti diversi tra i comparti.

Vino: valore di 694 milioni di euro, in calo dell’1%. In crescita:

  • Spumanti Metodo Classico: +7,1%
  • Charmat dolce: +2%
  • Vini Igp: +1,1%
  • In difficoltà i vini generici e frizzanti.

Spirits: valore di 274 milioni di euro, in calo del 3,2%. Performance in evidenza:

  • Gin: +14,2%
  • Aperitivi alcolici stabili
  • In calo: Grappa, liquori dolci e amari

Aceti: crescita dell’1,8% a valore

  • Aceto di mele: +6,4%
  • Aceto di vino: +1,5%
  • Aceto Balsamico di Modena Igp: -0,7%, ma quota di mercato del 32% in Gdo

I dati delle esportazioni nel 2025: numeri importanti ma segnali da monitorare

Le esportazioni di vini, spiriti e aceti italiani sono state positive nell’ultimo quinquennio, ma il contesto attuale presenta criticità: aumento dei costi delle materie prime, energia, inflazione e pressioni sul tasso di occupazione.

Nel primo trimestre 2025:

  • Vino: +0,7% a valore, rallentato dal calo nel Regno Unito e dalla concorrenza dei Paesi terzi
  • Spirits: +3,1%, grazie ai liquori (+10,9%), mentre la Grappa cala del 14%
  • Aceti: -1,4%, ma con buone performance nel 2024 in mercati chiave come Usa, Germania, Francia e Corea del Sud

Fuori casa: resilienza del comparto tra luci e ombre

Nel 2024, i consumi fuori casa hanno raggiunto un valore di 81,4 miliardi di euro, con un incremento dell’1%. Nonostante una flessione delle uscite nei locali pari all’1,6%, il comparto tiene grazie al ruolo chiave di vino e bollicine nelle occasioni serali, come cene e aperitivi.

Pressioni internazionali: dazi Usa e scenari geopolitici

Crescono le preoccupazioni internazionali. I recenti attacchi tra Stati Uniti e Iran potrebbero causare nuove tensioni commerciali. Un momento critico è atteso per il 9 luglio 2025, quando gli Stati Uniti decideranno se introdurre un dazio fino al +20% (o superiore) su vini, spiriti e aceti. Un passaggio che rischia di pesare in modo significativo sulle esportazioni italiane verso il primo mercato extra-Ue per le filiere Federvini.

L’agroalimentare che resiste: l'export di vini, spiriti e aceti vale 10,5 miliardi

Le vendite nella grande distribuzione organizzata (Gdo) sono rimaste stabili

A rendere ancora più complesso il contesto è il calo strutturale dei consumi di vino negli Stati Uniti. Secondo i dati dell’Osservatorio di Unione Italiana Vini su base Sipsource, a maggio 2025 il consumo complessivo di vino italiano negli Usa è sceso del 10,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nei primi cinque mesi dell’anno la contrazione è del 6,3% sia in volume che in valore. Un andamento leggermente migliore rispetto alla media generale del mercato statunitense, che mostra un calo del 14,4% a maggio e del 9% da gennaio a maggio.

«Negli Usa si registra un calo progressivo dei consumi di vino preoccupante, e le etichette italiane non ne sono esenti - ha commentato il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi -. L’imposizione di dazi da parte dell’America rischia di infliggere un colpo fatale a un mercato già stagnante, fondamentale per il made in Italy e per le storiche relazioni tra Italia e Stati Uniti. Dobbiamo ridiscutere l’attuale assetto del vino italiano - ha concluso - e questo confronto sarà al centro della prossima assemblea nazionale, il 3 luglio a Roma».

L’agroalimentare che resiste: l'export di vini, spiriti e aceti vale 10,5 miliardi

Lamberto Frescobaldi

«Abbiamo bisogno di un’Europa forte e coesa - ha dichiarato Ponti - che agisca con determinazione per facilitare il dialogo e scongiurare qualunque escalation. Le nostre imprese non possono continuare a subire ingiustamente l’incertezza dettata dalle forti tensioni geopolitiche che in queste ore si stanno intensificando. In questo momento è fondamentale che anche il nostro governo, insieme alle imprese, lavori in sinergia per garantire la crescita della filiera, promuovendo la stabilità e l’accesso ai mercati internazionali per le nostre realtà produttive».

Tutela delle Ig e priorità europee

Durante l’Assemblea Federvini, ampio spazio è stato dedicato alle sfide europee legate alle Indicazioni Geografiche (Ig), con particolare attenzione ai casi di utilizzo improprio da parte di alcuni Stati membri. La nascita della European Vinegar Association rappresenta un segnale concreto dell’impegno crescente nel presidiare i tavoli comunitari e nel difendere la distintività delle filiere italiane. «È essenziale - ha sottolineato Giacomo Ponti - che l’Unione Europea tuteli il significato autentico dei prodotti tradizionali. È cruciale stabilire una definizione legale a livello europeo dell’aceto

L’agroalimentare che resiste: l'export di vini, spiriti e aceti vale 10,5 miliardi

Durante l'assemblea ampio spazio è stato dedicato alle sfide europee legate alle Indicazioni Geografiche (Ig),

Un appello che riguarda l’intero comparto rappresentato da Federvini, chiamato oggi a riaffermare il proprio ruolo non solo economico, ma anche culturale e strategico per il sistema Paese. «Il mio obiettivo - ha concluso Ponti - è chiaro: creare valore. Per le imprese, per i territori, per il sistema Italia. Valore economico, ma anche reputazionale. Federvini sarà un presidio forte e competente per un’Italia che produce, innova e dialoga con il mondo, con orgoglio e responsabilità

Giacomo Ponti nuovo presidente Federvini e nuova governance

L’Assemblea Generale di Federvini ha segnato anche un importante passaggio di consegne alla guida della Federazione: Giacomo Ponti è stato nominato nuovo Presidente, subentrando a Micaela Pallini. L’Assemblea ha contestualmente sancito il rinnovo della governance di Federvini, con la nomina dei Vice Presidenti Aldo Davoli e Piero Mastroberardino, di Albiera Antinori come Presidente del Gruppo Vini, di Leonardo Vena alla guida del Gruppo Spiriti e di Sabrina Federzoni come Presidente del Gruppo Aceti.

L’agroalimentare che resiste: l'export di vini, spiriti e aceti vale 10,5 miliardi

Giacomo Ponti nuovo presidente Federvini

«Accolgo questo incarico con senso di responsabilità - ha affermato il neo presidente Ponti - in una fase storica complessa, segnata da forti tensioni internazionali ed incertezze. Federvini continuerà a rappresentare con forza e competenza le nostre imprese, valorizzandone qualità, sostenibilità e centralità economica. Tra gli obiettivi prioritari del mio mandato il rafforzamento della competitività internazionale del nostro settore, tutelando in primis il valore culturale di tutti i comparti, dai vini, agli spiriti, agli aceti, che costituiscono un patrimonio economico di straordinario prestigio per il nostro Paese».

Aceti protagonisti: la nomina di Ponti rafforza il valore del made in Italy

Ponti, alla guida della storica azienda familiare fondata nel 1787 a Ghemme (No), rappresenta la nona generazione di un’impresa simbolo della produzione italiana di aceti e conserve. Con la sua nomina, per la prima volta un esponente del comparto aceti assume la presidenza della Federazione, a conferma della crescente centralità di tutte le filiere rappresentate da Federvini. Una scelta che rafforza il legame tra valore imprenditoriale, rappresentanza settoriale e made in Italy agroalimentare.

L’agroalimentare che resiste: l'export di vini, spiriti e aceti vale 10,5 miliardi

Il comparto italiano di vini, spiriti e aceti vale 10,5 miliardi di export e rappresenta un'eccellenza del made in Italy

«Lascio la Presidenza con orgoglio e gratitudine - ha dichiarato Micaela Pallini - per il lavoro svolto in anni complessi, nei quali abbiamo rafforzato il ruolo delle nostre filiere in Italia e in Europa. Abbiamo difeso il valore culturale e sociale del nostro modello produttivo, sostenuto la competitività e promosso il consumo consapevole. A Giacomo Ponti vanno i miei migliori auguri: saprà guidare Federvini con visione e determinazione.»

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