Con il convegno a Palazzo Giustiniani “Il leggendario Falerno, l’ospitalità partenopea e l’amore per la Storia" il Senato ha ricordato la figura di un illustre figlio della Campania, Francesco Avallone, (1925-2006), giurista, docente di Diritto Romano all’Università di Napoli. È stato il fondatore della cantina campana Villa Matilde che ha rilanciato a livello internazionale l’identità vitivinicola della Campania Felix e gli è riconosciuto il merito della riscoperta del leggendario Falerno, tra i vini piu celebrati della storia antica.

L'evento in Senato per celebrare Francesco Avallone
Villa Matilde, alla scoperta del Falerno
Per Virgilio non era paragonabile a nessun altro, per la sua bontà, mentre Tibullo lo definiva "fumante" e Orazio e Plinio vino "ardente" perchè nasceva da una terra di vulcani. Al convegno, svoltosi per iniziativa del senatore Francesco Silvestro, presidente della Commissione Bicamerale per le Questioni Regionali, e condotto dal giornalista e scrittore Michelangelo Iossa, erano presenti i figli, Salvatore e Maria Ida, attuali titolari della cantina, e vari esperti e storici del vino. Molte le testimonianze sulla figura di Francesco Avallone, anche attraverso alcune letture d’autore, proposte dalla voce dell'attore Francesco Prando. Nell'occasione Villa Matilde ha presentato un'etichetta commemorativa in formato magnum e in edizione limitata di Falerno del Massico Rosso 2025 con la firma del fondatore. Blend di Aglianico e Piedirosso, dai vigneti collinari della tenuta di San Castrese (Caserta), ha colore rubino intenso tendente al granato, profumo complesso di viola, frutti neri, ciliegia, more e lamponi e sapore asciutto, caldo, robusto ed armonico.

Il Falerno in edizione limitata con la firma del fondatore Francesco Avallone
È stata ripercorsa e la sua ricerca pionieristica dei vitigni autoctoni da cui nasceva quel Falerno del mito, caduto in oblìo nell'Ottocento dopo la devastante Filossera, fino alla prima bottiglia di Falerno uscita dalla cantina, della vendemmia 1977. Negli anni Sessanta, insieme ad un gruppo di amici, tra cui alcuni docenti della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli, riuscì a recuperare i pochi ceppi di vite rimasti che avevano dato vita al Falerno dei romani. Li impiantò proprio nel territorio del Massico, alle pendici del vulcano spento di Roccamonfina, dove prospevano 2000 anni fa. Ma il vino è storia, territorio e fattore umano e a Villa Matilde si pensò anche di vinificarlo tornando alle origini storiche, in grandi giare realizzate in esclusiva per questo progetto del 2014. Ci si ispirò - ma con criteri di vinificazione moderni e rispettosi- alla puntuale descrizione dell'antico "disciplinare" che ne fa Petronio Arbitro nel suo Satirycon (I sec.d.C). Quello originale prevedeva la pigiatura delle uve al ritmo di musiche sacre e propiziatorie e il "pittacium", una sorta di etichettatura che indicava vigna e annata e che prevedeva un invecchiamento di vari anni, prima che il vino venisse consumato con aggiunta di acqua di mare e di miele.
Villa Matilde, un progetto in espansione
Negli ultimi decenni la famiglia Avallone ha esteso il proprio progetto vitivinicolo con 130 ettari vitati in altri distretti della regione, tra la provincia di Caserta e quelle di Benevento e di Avellino, sempre valorizzando gli antichi vitigni campani, con oltre 800 mila bottiglie l’anno e 20 tipologie di vino. Quasi la metà va in 28 Paesi del mondo, soprattutto in Gran Bretagna, Francia, Giappone e Stati Uniti. L’agriturismo Locanda del Falerno accoglie i wine lovers tutto l'anno con visite guidate in vigna e in cantina, degustazioni, pranzi e cene con prodotti locali.

Il fondatore Francesco Avallone
Ambasciatori di ospitalità gli Avallone lo sono sempre stati: negli anni Quaranta Francesco rilevò il Grand Hotel Parker’s, il più antico albergo di Napoli, trasformandolo in un gioiello di eleganza e di accoglienza. L’appuntamento al Senato si è concluso con un riconoscimento speciale del giurista da parte di Alessandro Martillotti, direttore commerciale di Collezioni Istituzionali, e di Maurizio Merolla, presidente dell’associazione di rilievo nazionale 50&Più Campania e coordinatore della Commissione del Premio Italiani ControVento. Il giurista vignaiolo è stato anche ricordato da un’opera grafica di grande fornato in acrilico e tecnica mista realizzata per lui dal pittore e scultore Domenico Sepe.
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